(AGENPARL) - Roma, 10 Febbraio 2024(AGENPARL) – sab 10 febbraio 2024 RILANCIO DELL’ARTICOLO SUL PATTO DI STABILITÀ (di Renato Brunetta)
1) Patto Stabilità. Brunetta: ipocrisia razionale, tante regole ma non rispettate
“Se le vecchie regole del Patto di Stabilità e Crescita non sono mai state rispettate fino in fondo, difficilmente si può credere che saranno rispettate quelle nuove. Eppure, una ragione d’ottimismo c’è, perché un miglioramento delle finanze pubbliche europee si è osservato davvero, almeno fino alla pandemia, che ha affossato questo percorso virtuoso. A fallire è stato il pedissequo rispetto di una sempre più contorta architettura di regole che ha complicato a dismisura i parametri di Maastricht. A tutti faceva comodo tanto il far credere di volerlo rispettare, quanto il non farlo. Un equilibrio che annoverava anche i mercati finanziari. Un’ipocrisia razionale. La Ue ha introdotto regole che già a priori sapeva non sarebbero state rispettate. Eppure, questa strategia ha funzionato e, paradossalmente, ha ugualmente prodotto il risultato atteso, quello del miglioramento delle finanze pubbliche. Insomma, per il nuovo Patto nulla di nuovo, e si direbbe ‘tanto rumore per nulla’ e ancora tanta ipocrisia. Anche se in questo momento di crisi avremmo forse avuto bisogno di più coraggio e determinazione”.
Così il presidente del Cnel Renato Brunetta, in un articolo pubblicato oggi su Il Foglio.
2) Patto Stabilità. Brunetta: impianto debole a fronte sfide europee
“Quanto costerà il nuovo Patto di Stabilità e Crescita? L’Italia è il Paese che dovrà effettuare l’aggiustamento più pesante. Si determinerà una situazione di vincitori e vinti tra i vari Paesi. Quelli che dovranno fare un aggiustamento più blando disporranno di maggiori spazi di bilancio per finanziare la propria economia. Le regole su cui ci cerca l’accordo appaiono ancora più confuse di quelle che si volevano semplificare. Il Patto continua ad essere un sistema di regole basato sulla sfiducia reciproca tra gli stati membri, con l’obiettivo che nessuno danneggi gli altri creando instabilità finanziaria, ma non affronta minimamente il tema di un coordinamento delle politiche fiscali e industriali dei singoli paesi. Ciò è grave, permanendo l’assenza di una capacità fiscale centrale e di un’autorità di politica fiscale europea in grado di coordinarsi con la politica monetaria. Le nuove regole non concedono uno spazio significativo alla composizione della spesa pubblica nelle sue due componenti di parte corrente e in conto capitale. Non accettando una qualche forma anche ridotta di golden rule, l’impianto del nuovo Patto appare debole a fronte delle sfide europee”.
Così il presidente del Cnel Renato Brunetta, in un articolo pubblicato oggi su Il Foglio.
3) Patto Stabilità. Brunetta: bene pianificazione pluriennale, istituzionalizzato modello Pnrr
“Nel nuovo Patto di Stabilità e Crescita è positivo l’obbligo richiesto agli Stati di una pianificazione pluriennale della spesa, su un’agenda di riforme e investimenti concordata con la Commissione. È una sorta di ‘istituzionalizzazione’ del modello di governance adottata per il Pnrr. Oltre alla maggiore trasparenza sulla gestione della finanza pubblica che deriva da un criterio di evoluzione della spesa nel tempo”.
Così il presidente del Cnel Renato Brunetta, in un articolo pubblicato oggi su Il Foglio.
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