
(AGENPARL) – gio 08 febbraio 2024 *Ex Ilva. Colautti (Usb) chiede un incontro alla Meloni per conoscere
l’ idea di politica industriale del Governo*
Nella missiva che Sasha Colautti, Esecutivo Confederale Usb, ha inviato
alla Premier Giorgia Meloni, ci sono le più importanti e nevralgiche
vertenze industriali del momento, e dunque non poteva mancare quella
relativa all’acciaieria.
Colautti chiede un incontro al Presidente del Consiglio.
Lo spunto è dato dalla comunicazione di avvio della procedura di
licenziamento collettivo per Electrolux “su cui da settimane, con la
nostra immotivata esclusione dalla trattativa da parte aziendale, si sta
discutendo preventivamente della gestione degli esuberi di cui è arrivata
comunicazione formale.
Riteniamo che questo fatto sia assolutamente grave; stiamo assistendo
all’ennesimo depauperamento occupazionale ed industriale, di più territori,
senza che da parte dell’azienda vi sia una comprovata volontà di saldare la
sua presenza attraverso un piano industriale credibile, condiviso con le
istituzioni che sullo stesso possono determinare ulteriori elementi di
garanzia.
La crisi Electrolux, multinazionale dell’elettrodomestico, è l’ennesimo
segnale pesante che arriva nel bel mezzo di un quadro preoccupante, che
come è ben noto vede coinvolti anche gli altri settori strategici, della
siderurgia e dell’automotive”.
Colautti chiede dunque che, al netto dei diversi incontri con il ministro
al Ramo, Adolfo Urso, ci sia “un confronto di carattere generale e
organico sulla visione del Governo in merito alle politiche industriali del
nostro paese”.
Evidente che l’ex Ilva, in questo contesto, richiama grandissima attenzione
a livello nazionale, e per la portata strategica per l’intero Paese, e per
il numero dei lavoratori coinvolti, e per l’importante sfida ambientale che
comporta.
Da qui l’esigenza manifestata da Sasha Colautti affinché si predisponga e
si condivida con le organizzazioni sindacali una precisa, razionale ed
efficace idea di politica industriale che, per quel che concerne la
fabbrica dell’acciaio tenga insieme tutte le articolazioni, quindi i
lavoratori dell’appalto, che in questo ultimo periodo hanno a giusta
ragione richiamato l’attenzione su di sé, come quelli diretti e coloro che
sono in cassa integrazione ormai da cinque anni.
Questa la conclusione della lettera: “La nostra organizzazione sindacale,
sente la necessità e l’urgenza di confrontarsi con Lei sull’idea di modello
di sviluppo economico che serve all’Italia e al suo futuro. Questo futuro,
lo diciamo con convinzione e chiarezza, non può essere un futuro dove gli
impatti di guerre e dell’inasprirsi dei conflitti globali, ricadano sul
nostro sistema produttivo sulle filiere, le catene di approvvigionamento e
quindi sui lavoratori. Pensiamo che il protagonismo del nostro Paese debba
continuare ad essere fondato su quanto previsto dalla nostra Costituzione.
Con la messa al centro del lavoro e del ripudio della guerra”.
*Ufficio Stampa USB Taranto*
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