
(AGENPARL) – gio 08 febbraio 2024 *Attendo una correzione poi invierò anche i grafici che avete visto stamani*
GROSSETO – 346 negozi in meno in dieci anni. Il 9% del commercio in sede
fissa è andato perso. Quasi un esercizio commerciale su dieci. È uno dei
dati che emerge da “Contiamoci” il report sullo stato di salute del
commercio in provincia di Grosseto presentato oggi da Confesercenti al
presidente della Provincia Francesco Limatola e alla stampa.
«In questi anni abbiamo realizzato diversi focus e studi sul commercio per
leggere meglio la situazione della nostra realtà – afferma il presidente
provinciale Confesercenti* Giovanni Caso* – così da approfondire la
situazione e cercare soluzioni».
Il settore moda quello che ha sofferto di più con 114 esercizi commerciali
in meno (il 16%). «Abbiamo voluto realizzare questo studio perché è ormai
chiaro che questo settore non riuscirà a tornare in equilibrio da solo
questo è un processo che va governato – afferma *Marco Di Giacopo*,
coordinatore provinciale Assoterziario Confesercenti e relatore dello
studio -. Non si può chiudere gli occhi e far finta di nulla, perché il
commercio si tirerà dietro tutto il resto: il settore immobiliare dei fondi
commerciali, la sicurezza, i servizi, l’abbandono dei centri storici…».
Dal rapporto emerge come ad esclusione del 2021, anno in cui gli incentivi
Covid hanno sicuramente drogato la situazione, il trend da dieci anni, in
Maremma e in Toscana, è purtroppo costante in ogni settore tranne quello
delle libreria che invece è in crescita con 16 negozi in più. Si penserebbe
che la gente sia tornata a leggere, ma purtroppo, se così fosse, di questo
rinnovato amore per la lettura non stanno beneficiando le edicole. Questo è
il settore che sta subendo più di altri la crisi con 39 punti vendita in
meno.
Anche gli ambulanti, che nel 2016 erano tornati a crescere si ritrovano a
dover fare i conti con la crisi che ha portato alla chiusura di 41 imprese
«dato che verrà incrementato ulteriormente nel 2023».
Oltre alle librerie cresce un altro settore, quello del commercio on line
(stiamo paròlando di esercizi commerciali che fanno esclusivamente vendita
on line). Siamo passati da 20 a 120, con un incremento di 100 unità. Una
crescita importante, che però non incrementa i 346 negozi persi.
L’ossatura economica dell’Italia è quella delle piccole imprese: in Maremma
il 37% è composto da esercizi non specializzati. Poi abbiamo il 26%
dell’alimentare, il 13 degli articoli culturali e ricreativi (tra cui le
librerie), e il 9% da esercizi specializzati (abbigliamento, medicinali,
fiori).
L’obiettivo di questo studio, come ha sottolineato più volte Di Giacopo,
oltre a fare il punto della situazione, è quello di coinvolgere la politica
perché non si volti dall’altra parte e anzi affianchi le associazioni di
categoria per trovare una soluzione.
Il report è stato apprezzato dal presidente della Provincia,* Francesco
Limatola*, che precisa «emergono dati importanti di questi dieci anni.
Quello del commercio è il settore che è cambiato di più. Su questo
influisce sicuramente la perdita del potere d’acquisto delle famiglie».
Limatola ha ricordato come durante la pandemia i negozi di vicinato abbiano
fornito e garantito servizi insostituibili svolgendo anche una funzione
sociale. Limatola ha sottolineato l’importanza della collaborazione con le
associazioni di categoria. «Credo che i negozi di vicinato debbano fare un
salto di qualità, diciamo così, guardando alla digitalizzazione come