
(AGENPARL) – mar 06 febbraio 2024 *L’AGRICOLTURA EUROPEA, IL SETTORE PIU’ SUSSIDIATO DEL MONDO, SI RIVOLTA
CONTRO L’EUROPA CHE LO SUSSIDIA DA 60 ANNI*
*Boni (Radicali): “Che il Palco di Sanremo sia messo a disposizione di chi
riceve il 33,1% dell’intero bilancio dell’Unione Europea è letteralmente
uno scandalo”*
L’esponente radicale *Igor Boni*, esperto in politiche ambientali e
agrarie, interviene contro la protesta di parte degli agricoltori italiani
ed europei fornendo numeri che dovrebbero essere conosciuti da tutti i
cittadini e lanciando un allarme:
“*Che si dia spazio sul palco di Sanremo a questa protesta è letteralmente
uno scandal**o.*
La PAC, Politica Agricola Comune, assorbe da sempre gran parte dell’intero
bilancio dell’Unione Europea. Pur se in costante calo, nell’ultima
*programmazione
2021-2027* sono stati *stanziati 386,6 miliardi di euro*, oltre il *31% di
tutto il bilancio* europeo a fronte del *1,3% del PIL* che l’agricoltura
europea rappresenta. Più nello specifico *oltre 291 miliardi sono dedicati
al sostegno diretto degli agricoltori* e *oltre 95 miliardi vanno allo
sviluppo rurale* che serve a finanziare pratiche virtuose, sostenibili con
l’obiettivo di salvaguardare le risorse naturali e la biodiversità e per
mitigare i cambiamenti climatici. Chi vuole accedere a questo ultimo
sostegno, non è un obbligo, deve seguire le regole previste. *L’agricoltura
italiana incassa il 10,4% di tutto lo stanziamento* complessivo suddetto,
non poco.
La PAC in oltre mezzo secolo ha dato sostegno all’agricoltura interna,
ergendo muri contro l’ingresso di prodotti dall’esterno. Alla faccia del
liberalismo abbiamo preferito importare raccoglitori di pomodori piuttosto
che pomodori, per dirla in una battuta. Negli anni non avere consentito, ad
esempio al nord Africa, di portare da noi i loro prodotti lasciando alla
libera scelta dei consumatori europei cosa acquistare, ha affamato le loro
economie e le loro popolazioni e incentivato le migrazioni.
L’allarme che voglio lanciare riguarda questa protesta, alimentata ad arte
da alcune organizzazioni di categoria che chiedono ulteriori blocchi (ad
esempio sulla carne coltivata o sul grano ucraino), che non vogliono
l’ingresso dell’Ucraina nella UE per la concorrenza che gli agricoltori
ucraini rappresenterebbero, che chiedono maggiori stanziamenti malgrado il
loro settore sia il più sussidiato del mondo. Una protesta che vede nascere
profili-fake sui social che rilanciano e soffiano sul fuoco, con una
manovra certamente finanziata. Organizzazioni – va detto – che hanno nel
tempo, per larga parte, dato sostegno alle lobby agricole più potenti, come
quella dei risicoltori, marginalizzando l’agricoltura montana o la gestione
virtuosa delle foreste ad esempio.
Questo è l’allarme che voglio lanciare alla politica: a chi conviene se non
a Putin e a sovranisti vari che in vista delle elezioni europee nasca un
nuovo movimento populista di protesta che attacca frontalmente le
istituzioni europee e democratiche? Passare dai trattori (rigorosamente
acquistati con fondi europei) ai gilet gialli è un attimo. Sapendo con
certezza che molti agricoltori hanno piena consapevolezza della realtà,
chiedo loro di farsi sentire e non farsi strumentalizzare”.