
[lid] La questione se bisogna essere preparati alla carenza di farmaci da prescrizione non è una questione che ha ricevuto molta copertura mediatica in molti Stati quali ad esempio gli Stati Uniti, mentre in Europa, tuttavia, la questione non sta solo attirando l’attenzione dei media ma addirittura alcuni governi europei stanno addirittura incoraggiando i cittadini ad accumulare scorte di farmaci da prescrizione. Secondo un articolo di ottobre dell’edizione Europa di Politico:
Le pubblicità in tutta la Svezia invitano i pazienti affetti da malattie croniche ad assicurarsi di avere a casa una scorta di medicinali per almeno un mese. “L’auto-preparazione è parte del lavoro della società per garantire l’accesso dei pazienti ai farmaci”, afferma il Ministero della Salute e del Welfare del Paese.
La campagna fa parte del tentativo della Svezia di prevenire il ripetersi della pericolosa carenza di farmaci affrontata in tutta Europa lo scorso inverno. Ma è stato criticato dagli esperti che avvertono che potrebbe, di fatto, aumentare la pressione sulle forniture di medicinali sia all’interno del paese che in tutto il continente.
E non è solo in Svezia:
La Germania, ad esempio, ha imposto scorte obbligatorie di almeno sei mesi di forniture di farmaci per tutti i produttori…
I leader europei stanno facendo di più che limitarsi a rispondere a un’ipotetica crisi, stanno agendo dopo che il continente ha recentemente dovuto affrontare una massiccia carenza di farmaci.
I consumatori europei, come quelli americani, dipendono da una catena di fornitura farmaceutica che è stata quasi interamente rilevata dai cinesi.
Come ha sottolineato il senatore Marco Rubio (R-FL) in un rapporto del 2019, prima del COVID:
I politici cinesi mirano a rendere l’industria biotecnologica nazionale cinese l’armadietto dei medicinali del mondo. In larga misura, sono già riusciti a conquistare una posizione dominante nella fascia più bassa della catena del valore della tecnologia farmaceutica e medica. L’80% dei principi attivi farmaceutici (API) dei farmaci presenti sul mercato americano provengono dall’estero, principalmente dalla Cina e dall’India. Nei farmaci più vecchi e con bassi margini di profitto, i produttori farmaceutici cinesi hanno spesso rilevato la produzione interamente da aziende occidentali. I produttori cinesi sono già gli unici fornitori di molti farmaci API e di fascia bassa.
Dopo il COVID, questa dipendenza dalla Cina per i farmaci da prescrizione continua. E mentre le tensioni tra Stati Uniti e Cina aumentano, la possibilità che i cinesi possano utilizzare questa leva a proprio vantaggio diventa sempre più preoccupante, come ha spiegato un recente articolo del sito di notizie dell’industria farmaceutica PharmaNewsIntelligence:
Gli esperti suggeriscono che la crescita del commercio farmaceutico tra Stati Uniti e Cina rappresenta un serio rischio poiché la relazione conflittuale potrebbe portare alla chiusura della catena di approvvigionamento. Non è irrealistico che i prodotti farmaceutici possano essere usati come arma in una guerra commerciale, come suggerito nei precedenti colloqui strategici cinesi. Inoltre, la FDA esercita una minore supervisione sugli stabilimenti cinesi, il che solleva dubbi sulla sicurezza dei produttori stranieri.