
(AGENPARL) – ven 02 febbraio 2024 Annunciata dal Presidente di CAA la sottoscrizione di un gentlemen agreement tra la CCIAA di Pordenone – Udine e quella della Vojvodina | E ancora: Serviranno misure di fiducia che consentiranno una più rapida integrazione della Serbia nella UE
Pordenone, 2 febbraio 2024 – Secondo Michelangelo Agrusti, Presidente di Confindustria Alto Adriatico, intervenuto poco fa al bilaterale Italia – Serbia dal titolo Business Forum Transadriatico in svolgimento a Pordenone Fiere, «ci troviamo, per diverse ragioni, ad operare dentro una cornice complessa: la Serbia, ad esempio – ha detto rivolgendosi, tra gli altri, a Nevena Jovanovic, Senior Investment Advisor, Development Agency of Serbia – non ha applicato le sanzioni nei confronti della Russia così come hanno fatto l’Unione Europea e gli Stati Uniti. Per cui, in qualche modo, il vostro Paese è visto con qualche sospetto proprio per questa sua, diciamo, lealtà culturale e religiosa, prima di tutto, nei confronti della Russia. Che, ogni tanto – ha aggiunto – può generare qualche equivoco, qualche preoccupazione nelle imprese italiane che vengono a insediarsi, magari temporaneamente, o utilizzano imprese serbe per poter continuare a produrre».
Ciò premesso, Agrusti ha indicato la «strada del diritto, credo esistano le condizioni per un rapporto leale e penso che la lealtà di questo rapporto si possa configurare in intensità di rapporti commerciali, industriali e logistici trasparenti, credo che il porto di Trieste possa essere anche quello di Belgrado per una nazione che non ha accesso al mare. Azioni da intraprendere insieme, azioni che definirei come misure di fiducia che consentiranno una più rapida integrazione della Serbia nell’Unione Europea».
Già, perché per il Presidente di CAA «il popolo serbo sente il bisogno di stare in Unione Europea, credo che la guerra prima o poi finirà ma credo anche che dovrete ricordarvi – e noi dovremmo tener presente – che il mondo, dopo il 24 febbraio, è diverso. E ci sono nuove aree in cui, in modo privilegiato, si svolgeranno i nostri commerci. Prendete le strategie di reshoring o friendshoring, avvicinare cioè le produzioni in paesi amici, soprattutto componenti delicatissime quali i semiconduttori, i microchip: è giusto. Ma in Serbia – osserva Agrusti – si sono verificati problemi ambientali perché vicino a Kragujevac è stata trovata una delle più grandi miniere al mondo di litio che ha dato il via a grandi movimenti di popolazione perché, come tutti sanno, le miniere di litio sono quanto di più inquinante ci sia al mondo. Quindi, anche su queste politiche di rientro, bisognerà tenere conto di ciò che potremmo fare insieme; senza sottovalutare il fatto – ha aggiunto ancora – che esistono convenienze a sviluppare produzioni in paesi dove, per esempio, il costo della manodopera è minore. Siamo certamente disponibili: nei prossimi giorni, ad esempio, firmeremo un gentlemen agreement tra la Camera di Commercio di Pordenone – Udine e quella della Vojvodina con la quale esiste una relazione di lungo periodo. Proprio oggi (Agrusti è Vicepresidente dell’Ente camerale, NdA) abbiamo approvato il documento propedeutico alla sottoscrizione dell’accordo. Più in generale – ha concluso – penso che sarà possibile sviluppare un’intesa forte, suggestiva per il futuro. In nome per conto non solo del Friuli Venezia Giulia e dell’Italia ma anche di tutta l’Europa e, se mi è consentito, di tutto l’Occidente di cui la Serbia non può non far parte».
Massimo Boni