
(AGENPARL) – gio 01 febbraio 2024 Bani: «A San Rossore i lupi stanno riportando
l’ecosistema all’equilibrio naturale»
Continua il monitoraggio, le regole per la convivenza
Si sono stabilizzati a San Rossore prediligendo le aree con minor presenza umana, dove trovano
anche la selvaggina di cui cibarsi: sono i lupi, un branco di sette individui attivi soprattutto nelle ore
notturne. Sono monitorati quotidianamente dal responsabile delle attività di gestione e ricerca
Marco Del Frate insieme a Paolo Bongi, sotto la responsabilità scientifica del professor Marco
Apollonio nell’ambito della collaborazione tra Ente Parco e Dipartimento di Medicina Veterinaria
dell’Università di Sassari.
Negli ultimi giorni sono stati dotati di radiocollari satellitari la giovane femmina chiamata ‘Mea’
ed il maschio chiamato ‘Mariano’ in ricordo di Mariano Tramontana, ex-guardiaparco
recentemente scomparso. Le operazioni sono state effettuate in maniera non traumatica ed hanno
reso possibili la verifica dello stato di salute degli animali. Gli strumenti dopo circa un anno
vengono rimossi a distanza quando la batteria si esaurisce e vengono recuperati dai ricercatori. Le
informazioni che arrivano dai sofisticati sensori presenti, insieme a quelle dei due radiocollari
attivati nell’aprile scorso ed alle 37 fotovideotrappole disseminate nel Parco, permettono di
approfondire le conoscenze delle abitudini spaziali ed alimentari della specie nel nostro
territorio, inoltre strumenti collegati con i collari possono essere predisposti per avvertire qualora i
lupi si dovessero avvicinare nelle aree antropizzate.
«Gli studi di San Rossore confermano che il lupo svolge un importante ruolo ecologico nel Parco:
sta riportando all’equilibrio naturale l’ecosistema, sbilanciato negli ultimi anni dalla
sovrappopolazione di daini che, riducendo la rinnovazione del bosco e le piante erbacee, avevano
messo in pericolo la flora del Parco – spiega il presidente dell’Ente Lorenzo Bani – a questo punto
saremo presto in grado di ridurre fortemente fino ad evitare l’intervento umano per il riequilibrio».
Il monitoraggio mostra che i lupi di San Rossore non escono dalla Tenuta e dalla zona limitrofa al
Serchio, si cibano esclusivamente di ungulati, non hanno mai fatto registrare attacchi ad animali
domestici e non hanno mostrato atteggiamenti confidenti nei confronti dei fruitori del Parco.
I dati raccolti hanno evidenziato però da parte di una minoranza di persone comportamenti
scorretti e potenzialmente pericolosi, in particolare è stata registrata la presenza di persone con
cani non al guinzaglio nella vicinanze delle aree accessibili solo con guida ambientale, le zone
predilette dai lupi nelle ore diurne proprio per stare lontano dall’uomo. Si ricorda l’importanza di
seguire poche e semplici regole: rimanere sui sentieri segnalati e autorizzati (oltre 2000 ettari di
territorio corrispondenti a 6 volte l’ampiezza di Central Park a New York), tenere al guinzaglio i
cani, non lasciare cibo ed infine non avvicinarsi nella rara eventualità di un avvistamento, a maggior
ragione se stanno mangiando.