(AGENPARL) - Roma, 31 Gennaio 2024(AGENPARL) – mer 31 gennaio 2024 *“Malacarne” di Davide Romano, giornalista*
Il bambino dice che non ci trova niente di male a “fare le fiche” con le
mani. Se le suore, che lo assistono per il doposcuola, lo riprendono,
assume l’aria innocente dei suoi sette anni e replica: «Ma perché, che
significa?».
Piero (ma si potrebbe chiamare anche Ignazio o Paolo) lo sa però che quelle
dita aperte quasi a forma di rombo sono «una cosa sporca», come dicono le
monache, o «porca» come invece la definisce suo fratello «più grande», che
glielo ha insegnato.
Piero frequenta le elementari in una di quelle scuole da quartiere
degradato che nessuna riforma sarà mai in grado di cambiare. Sua madre,
Maria, si arrangia come può, andando a fare le pulizie nelle case dei
signori e mendicando qualcosa alla Caritas o in parrocchia, perché suo
padre, Saverio, come scherzano i vicini, «fa entra ed esci dalla galera».
Niente di serio, naturalmente, solo piccoli furti, qualcuno con scasso.
L’ultimo l’ha fatto in un appartamento nella parte “bene” della città. Ma i
carabinieri lo conoscono. Ogni volta lo vanno a prelevare a casa all’ora di
pranzo, anche se, racconta il bambino, lo lasciano sempre finire di
mangiare. Piero ha due fratelli, anzi un fratello maggiore di sedici anni,
Carmelo, disoccupato che fa qualche “lavoretto” ogni tanto, «ma non l’hanno
mai preso», e una sorella, Mary, di diciotto già sposata con un figlio,
Jonny, «perché ha fatto la fuitina».
A scuola ci va «perché lo dice la legge – si giustifica –, altrimenti
arrivano gli sbirri e se la prendono con mia madre». Ma né lui né i suoi
docenti, quasi dei forzati all’insegnamento, credono che serva a qualcosa.
«Tanto – spiega – appena mi piglio il pezzo di carta smetto».
Una volta una coppia di volontari, che frequentano l’istituto delle suore
dove passa i pomeriggi, hanno chiesto il permesso a sua madre per fargli
passare il giorno di Natale a casa loro, quasi fosse un orfano. Sua madre
glielo ha dato perché, dice Piero, gli vuole bene ed e rimasta a mangiare
sola a casa, quasi non avesse più un figlio.
Ha passato, ricorda, una bella giornata perché la casa era «caldissima»,
aveva il pavimento di legno, non c’erano spifferi e tutto era «bellissimo».
La mamma di uno dei volontari era «bellissima» coi capelli «biondissimi» e
gli occhi «come il mare». Tutti gli volevano bene quel giorno e non c’era
suo fratello che puzzava di vino e sudore, e non c’era sua madre con gli
occhi tristi che lo guardava. Piero ha imparato, in quella occasione, che
ci sono persone con tanti soldi che parlano a bassa voce, che guidano auto
lucide e grandi e che lasciano il mangiare nel piatto. Ma non ha capito
perché. Allora, quando la sera è tornato da sua madre, dalle spalle curve e
le mani callose, dentro di sé ha sentito montare la rabbia.
Adesso, ogni volta che vede passare per strada una signora ben vestita e
che sa di pulito, la chiama e le fa le “fiche” con le mani.
Davvero non lo sa cosa significhi, ma guardando le loro facce lisce e
vedendole accigliarsi, pensa in questo modo di passargli un po’ della sua
rabbia. Qualcuna ogni tanto gli sussurra fra i denti: «Malacarne».