[lid] L’ anno 1945 segna la fine della seconda guerra mondiale, una guerra che aveva reso sistematici i massacri collettivi, le distruzioni massicce di città, la deportazione di intere popolazioni, la proliferazione dei campi di sterminio. Un conflitto contraddistinto, fin dal suo inizio, dalla cieca intolleranza e dai pregiudizi, ha sconvolto l’ umanità non solo dal punto di vista materiale, ma nei suoi più radicati convincimenti, in ciò che la cultura dei popoli aveva di più prezioso; un conflitto reso possibile dalla negazione dell’ ideale democratico di dignità, di uguaglianza e di rispetto della persona umana e dalla volontà di sostituire ad esso, sfruttando l’ ignoranza e il pregiudizio, il dogma dell’ineguaglianza delle razze e degli uomini. In nome di un fanatico razzismo, erano stati rinnegati i principi di Libertà, Eguaglianza e Fraternità, proclamati nel 1789.
Con la creazione delle Nazioni Unite e dell’ Unesco ha inizio l’ opera di riconciliazione e di ricostruzione, la celebrazione della memoria di quanti hanno dato la vita per difendere la civiltà e la libertà degli uomini. Nel preambolo dell’ Atto Costitutivo dell’ Unesco, adottato a Londra il 16 Novembre 1945, leggiamo:”Le guerre nascono nella mente dell’ uomo e nella mente dell’ uomo devono essere costruite le difese della pace”, una pace che non può essere fondata sui soli accordi economici e politici dei governi, ma deve implicare l’ adesione unanime, durevole e sincera dei popoli e deve, di conseguenza, basarsi sulla solidarietà intellettuale e morale dell’ Umanità.” La dignità dell’uomo richiede la diffusione della cultura e dell’ educazione di tutti nella prospettiva della giustizia, della libertà e della pace e in ciò tutte le nazioni, in uno spirito di mutua collaborazione, devono vedere un sacro dovere”. L’umanità appena uscita dal più sanguinoso dei conflitti sembrò improvvisamente rendersi conto di formare un’ unica razza e si propose di creare quello che il poeta francese Paul Eluard aveva chiamato “l’ uomo dal volto umano”; incominciò a capire che la pace è molto più che assenza di guerra. E’ un modo di vivere che esclude la guerra più che un periodo senza guerra. Assistiamo alla revisione dei rapporti internazionali fondati sulla forza, sul colonialismo, l’ ineguaglianza, la non- libertà degli uomini e dei popoli. I cambiamenti che seguirono furono l’espressione della nuova presa di coscienza dell’ umanità, del suo rifiuto di vivere come aveva vissuto prima della guerra; il dovere di tutte le nazioni, da compiere in uno spirito di mutua assistenza, era quello di provvedere alla diffusione della cultura e l’ educazione di tutti alla giustizia, alla libertà e alla pace, fu compito dell’ONU raggiungere gradualmente, con la cooperazione delle nazioni del mondo nel campo dell’ educazione, della cultura e delle scienze, gli scopi di pace internazionale e di prosperità comune dell’ umanità. D’ altra parte, era noto che, ai suoi esordi, il nazismo era stato essenzialmente una rivolta degli ignoranti, una rivolta contro la cultura, che portò al “ suicidio” culturale di tutta una nazione: il genocidio incominciò con la persecuzione culturale: un ritornello molto alla moda presso i nazisti recitava “intellettuale, la parola suona cosi’ stridente ed ebrea / intellettuale un vero tedesco non può esserlo mai!”.
Il 10 Dicembre 1948 l’ Assemblea generale dell’ONU ha adottato formalmente la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’ Uomo, quale “ideale comune che devono raggiungere tutti i popoli”, sintesi dei principi etici e della civiltà del nostro tempo, che potrà diventare realtà soltanto quando l’opinione pubblica mondiale si batterà ininterrottamente per la sua applicazione effettiva e universale: la pace è un processo, non un avvenimento.Diritto fondamentale proclamato dalla Dichiarazione Universale è l’istruzione perché “serve la causa degli altri diritti dell’ uomo sia indirettamente, in quanto agevola lo sviluppo economico, sia direttamente in quanto dà a ciascun individuo una chiara coscienza della propria dignità di uomo e dei mezzi per raggiungerla compiutamente. Viene raccomandata l’estensione dei servizi didattici agli abitanti delle zone rurali, in condizioni di grande inferiorità rispetto a quelli delle città, considerato che, su scala mondiale, le campagne ospitavano l’ immensa maggioranza degli 824 milioni( oltre la metà dell’ allora popolazione mondiale) degli adulti analfabeti e dei 121 milioni di bambini in età scolastica che non potevano frequentare la scuola. La presenza di quasi un miliardo di analfabeti esprime anche una componente culturale: l’ ingiustizia del mondo. Un’ umanità muta, senza difesa, incapace di prendere coscienza della realtà che la circonda, una facile preda.L’ analfabetismo ha una portata morale quale situazione in contrasto con la Dichiarazione dei Diritti dell’ Uomo, al pari della fame e della povertà; l’alfabetizzazione ha una portata culturale quale fattore necessario alla trasformazione della società, allo sviluppo economico e alla comprensione tra i popoli.La lotta contro l’ analfabetismo si presentava tanto più urgente perchè, da problema circoscritto a pochi paesi, con l’ avvento all’ indipendenza dei paesi dell’ Asia e dell’ Africa, era diventato il problema principe di tutti i paesi in via di sviluppo.
L’ istruzione ha una doppia funzione, la continuità e il rinnovamento:deve assicurare la trasmissione del patrimonio di conoscenze, esperienze e valori di ciascuna società e nello stesso tempo formare le competenze collettive necessarie al progresso, aspira anche al progresso della società, nel rispetto dei caratteri propri di ciascuno dei gruppi che la compongono.
L’ istruzione per tutti significa dunque, in primo luogo, dare a tutti la possibilità di accedervi. Di qui l’importanza prioritaria dell’ universalizzazione dell’ insegnamento primario e della lotta contro l’analfabetismo. Accanto all’ obbligo della frequenza scolastica dei fanciulli e degli adolescenti deve necessariamente essere introdotta una iniziativa didattica a carattere permanente che consenta il perfezionamento degli adulti ed il loro impiego professionale, alle diverse età, favorendo in loro un costante arricchimento in tutti i campi del sapere e delle attività pratiche e ciò soprattutto a vantaggio delle persone della terza età, dei disabili, dei lavoratori meno favoriti. L’ istruzione per tutti significa, in definitiva, offrire a ciascuno una possibilità di avere successo, non soltanto all’ interno della scuola, ma nella società, vale a dire una possibilità effettiva di miglioramento professionale e sociale”. (Amadou Mahtar M’ Bow). L’ educazione nel suo concetto, nei suoi obiettivi e nei suoi orientamenti è determinata dalla società , a sua volta esercita una grande influenza sull’ evoluzione della società stessa, è l’ educazione che prepara gli individui a partecipare ai cambiamenti di una società sempre più complessa e le assicura i vantaggi di un vasto potenziale di intelligenze, di talenti e di energie. Nello stesso tempo, il progresso del l’educazione promuove il miglioramento delle relazioni tra i popoli, contribuendo ad instaurare uno spirito di comprensione e di pace internazionale e l’ avvento di un nuovo ordine economico mondiale fondato sulla giustizia e sulla solidarietà.
Dal dibattito mondiale sui problemi educativi emerge l’ esigenza dell’ espansione delle strutture scolastiche ed extra- scolastiche e la presa di coscienza del limite dei modelli e dei sistemi ereditati dal passato, concepiti per uomini diversi, in una società diversa. Le grandi Conferenze internazionali del l’ UNESCO (Elsinor, Montreal, Teheran,Tokyo ) hanno segnato le fasi attraverso le quali è emerso il concetto di educazione permanente in una società in mutamento e la necessità di rinnovamento di tutta l’ educazione. Nella campagna di alfabetizzazione mondiale decisa dall’ ONU e affidata all’ Unesco, l’Italia ha avuto un ruolo di grande rilievo e ha dato un contributo importante alla realizzazione del progetto elaborato dall’ Unesco. L’ Italia era stata ammessa , nel 1947, a fare parte degli stati membri dell’ Unesco; poco dopo entrerà a fare parte del Consiglio Esecutivo, rappresentata dal prof. Stefano Jacini; la Commissione Nazionale Italiana per l’ Unesco nasce ufficialmente a Roma. L’ 11 Febbraio 1950 con sede a Villa Massimo.E’ doveroso ricordare, in questa sede, il Direttore Generale italiano dell’ UnescoVittorino Veronese e le numerose iniziative da lui intraprese, tra le quali la salvaguardia dei monumenti della Nubia, iniziativa che segnò l’ avvio della significativa e fortunata attività dell’ Unesco nel campo della tutela del Patrimonio culturale dell’ Umanità.
Significativo è stato anche il contributo della prof.ssa Anna Lorenzetto che dal 1972 al 1974 ha assunto la responsabilità di Direttore della Divisione alfabetizzazione dell’ UNESCO. J. Delors nel Rapporto all’ Unesco della Commissione Internazionale sull’ Educazione per il XXI secolo: “Il concetto di educazione per tutta la vita è la chiave di accesso al XXI secolo. Esso supera la distinzione tradizionale tra educazione iniziale ed educazione permanente. Esso si collega con un altro concetto spesso presentato, quello della società educativa. L’ educazione permanente deve aprire possibilità di apprendimento a tutti. L’ educazione per tutta la vita deve valorizzare tutte le opportunità che la società può offrire ed è basata su quattro pilastri: imparare a conoscere, imparare a fare, imparare a vivere insieme e imparare a essere. Imparare ad imparare, in modo tale da trarre beneficio dalle opportunità offerte dall’ educazione nel corso della vita. I sistemi educativi devono rispondere alle molteplici sfide della società dell’ informazione, nella prospettiva di un arricchimento continuo dei saperi e di un esercizio dei diritti e dei doveri del cittadino in maniera adeguata alle esigenze del nostro tempo”.
E’ stato detto che “lo sviluppo è il nuovo nome della pace”, ma quale democrazia è possibile nella vita nazionale e iternazionale, se da un lato c’è la forza e dall’ altra la miseria; nessuna educazione, per quanto ad ampio raggio, sarà in grado di preparare l’ avvento di un nuovo ordine economico mondiale fondato sulla giustizia e sulla solidarietà, senza un ripensamento profondo dei valori, dei doveri che sono alla base della vita sociale, in ultima analisi senza un minimo di “ Saggezza”, nella sua accezione più ampia e profonda. D’altra parte, a mio parere, non sono le culture alla base dei conflitti, ma sicuramente gli interessi.
Quando l’ Unesco, nel 1947, invitò Gandhi a definire i diritti dell’ uomo, il Mahatma cosi’ rispose: “Ho imparato da mia madre, che non sapeva né leggere né scrivere, ma possedeva la saggezza, che “ogni diritto che merita di essere acquisito e conservato deriva da un dovere compiuto”.
Delegata Regionale UNLA (Unione Nazionale Lotta Analfabetismo) del Lazio e dirigente Centro di Cultura per l’Educazione Permanente (C.C.E.P. – “R. Carnevale” – Roma Via Antonio Serra, 95 – 00191) Prof.ssa Alba PUGLIESE, Centri di Cultura per l’Educazione Permanente (CCEP)