
(AGENPARL) – lun 22 gennaio 2024 UFFICIO STAMPA
NOTA STAMPA
CONSIGLIO NAZIONALE DEI GIOVANI: IL 65% DEGLI ITALIANI VUOLE
PIÙ GIOVANI IN POLITICA E NELLE ISTITUZIONI
Pisani (Presidente CNG), “Serve un cambiamento culturale e normativo per riconoscere e
valorizzare il ruolo dei giovani nelle istituzioni, abbattendo le barriere che ne limitano la
partecipazione attiva”
Roma, 22 gennaio 2024 – Dopo la nomina del 34enne Primo Ministro francese Attal, per il 65% degli
italiani i “giovani dovrebbero avere più spazio anche in politica e nelle istituzioni”. A rilevarlo è un
sondaggio realizzato dal Consiglio Nazionale dei Giovani e dall’Istituto Piepoli.
Il dato è ancora più alto per i segmenti di popolazione tra i 18 e i 34 anni (81%) e tra i 35 e i 54 (72%).
L’opinione cambia per gli over 54, dove il 50% ritiene che per governare e amministrare serva più
esperienza di quella che ha un giovane.
“Nonostante ciò, il nostro Parlamento presenta un’età media di 51.2 anni. Sono soltanto 65
Parlamentari al di sotto dei 40 anni e nella fascia d’età 25-29 anni scendono a 3 pari allo 0.75% del
numero totale, con una percentuale che per i sindaci under35 si aggira intorno al 3.7%, percentuale che
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scende a zero per i comuni capoluogo. Dati che dovrebbero destare preoccupazione, specialmente
considerando che proprio in Italia si registra un dato di partecipazione dei giovani alla vita associativa e
sociale tra i più alti in Europa”. Ha commentato la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG),
Maria Cristina Pisani.
“Le cause sono facilmente intuibili analizzando il dato per classi d’età. La prima è la retorica
anacronistica che associala la gioventù all’inesperienza e infatti se per l’81 per cento degli under 35, i giovani
– prosegue Pisani – dovrebbero avere più spazio nelle istituzioni, a dimostrazione della loro enorme volontà e
capacità di assumere importanti responsabilità, il 50 per cento degli over 54, pensa che i giovani, che però in
altri Paesi rivestono persino la carica di Primo Ministro, non hanno le esperienze necessarie. Eppure, se ci
pensiamo, le più grandi rivoluzioni di questi anni, nel nostro Paese, sono nate e crescono attraverso i
pensieri e i quotidiani gesti dei più giovani: dalla sensibilità ambientale, riconosciuta solo di recente nella
nostra Costituzione, a quella per una società inclusiva, per una istruzione di qualità, accessibile, per un
rinnovato sistema occupazionale”.
“La seconda causa è che in tutta Europa, il nostro è il Paese dove i giovani hanno maggiori barriere
normative di accesso alle istituzioni: in Italia, a 18 anni si può essere eletti sindaci di una città come
Roma, ci si può sposare, arruolare o guidare un’automobile, ma non si può essere deputati, senatori, o
europarlamentari, e decidere – aggiunge la Presidente del CNG – le regole della convivenza comune, che
riguardano le generazioni di oggi e soprattutto quelle di domani. Se, infatti, l’età minima per essere
eleggibili a deputato è di 25 anni, per diventare senatore sono richiesti persino 40 anni; allo stesso modo
l’età minima per l’elettorato passivo per le prossime elezioni europee è di 25 anni, soglie così alte, in
tutta l’Unione Europea, sono previste solo in Italia e in Grecia”.
“È la ragione per cui al nostro Paese serve un duplice cambiamento: culturale che superi l’associazione
tra l’essere giovani e l’essere inadatti a prendere decisioni importanti per tutti e un programma di
riforme che elimini quelle barriere normative che ostacolano ogni opportunità di accesso diretto dei
giovani nelle nostre Istituzioni. Un primo passo, considerate le imminenti elezioni europee, potrebbe
essere la riforma della legge elettorale n.18/79 che garantirebbe a molti più giovani di poter essere
candidati. Un secondo passo – ha aggiunto Pisani – la definizione di un piano più ampio di riforme che
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possa portare all’equiparazione dell’elettorato attivo e passivo. Mantenere, ancora oggi, un Senato di
soli over 40 non solo è anacronistico ma è la perfetta fotografia della scelta di escludere milioni di giovani
dalla possibilità di accedere a un ramo importante del nostro Parlamento”.
“Le giovani generazioni sono, come ha ben detto il Presidente Mattarella, la vera speranza per il nostro
Paese. Per questo – ha concluso – è importante riconoscere e rafforzare collettivamente il loro valore e il
loro contributo diretto alla crescita del nostro Paese.”
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