
(AGENPARL) – lun 15 gennaio 2024 GROSSETO – Un sondaggio, per capire e analizzare l’indice di fiducia degli
imprenditori maremmani, e così dar loro voce nei confronti dell’opinione
pubblica e della pubblica amministrazione.
Confesercenti lancia un nuovo sondaggio. Tra le domande il livello di
soddisfazione per i risultati raggiunti nel 2023, sia per i ricavi, che per
i costi, che per il reperimento del personale. Cosa preoccupa per il 2024.
Quali le strategie per il 2024.
«La propensione al risparmio delle famiglie è la più bassa degli ultimi 35
anni. I consumi saranno la chiave di questo 2024, senza la conferma, da
parte del Governo, di taglio del cuneo e riforma del fisco, per il prossimo
anno nel 2025 l’aumento del Pil si fermerà al +0,8%» afferma Confesercenti.
Questi due provvedimenti, invece raddoppieranno la crescita dei consumi
generando una spinta che rappresenterà più della metà della crescita
complessiva dei consumi prevista per il 2024 (+10,9 miliardi di euro a
livello nazionale). A stimarlo è il Cer ricerche per Confesercenti.
«La riduzione del cuneo contributivo deve diventare un provvedimento
permanente – precisa il presidente provinciale di Confesercenti *Giovanni
Caso* – sarebbe utile anche detassare gli aumenti retributivi cosa che
permetterebbe alle famiglie di recuperare il potere d’acquisto perso a
causa dell’inflazione».
Le misure di decontribuzione e la rimodulazione delle aliquote di imposta
faranno scendere la pressione fiscale di mezzo punto, dal 42,2% al 41,7%,
mettendo a disposizione delle famiglie lo spazio necessario per un aumento
della spesa. A seguito di tali interventi, i consumi aumenteranno nell’anno
in corso dell’1%.
I consumi hanno dato un contributo fondamentale alla crescita anche lo
scorso anno. Ma per mantenere i livelli di spesa, le famiglie hanno
risparmiato meno: la propensione al risparmio è scesa al 6,2% del reddito
disponibile. Con una conferma dei provvedimenti anche nel 2025 la spesa
delle famiglie aumenterebbe dello 0,7% con un Pil in crescita dell’1,1%. Un
aumento che permetterebbe di recuperare finalmente, dopo ben 18 anni, i
livelli dei consumi che si registravano prima della grande crisi
finanziaria internazionale del 2007-2008.
Una mancata riconferma del provvedimento, dunque, sarebbe una notizia
preoccupante per le imprese. In primo luogo, quelle del commercio al
dettaglio che già scontano l’impatto dell’inflazione, che costringe le
famiglie a spendere di più per comprare di meno: nel 2023 l’aumento dei
prezzi ha portato, infatti, ad un incremento delle vendite del +1,5% in
valore, con una flessione però del 2,2% in volume.
Il sondaggio si rivolge a qualsiasi impresa del commercio, turismo e
servizi. Per partecipare si può cliccare QUI:
https://www.sondaggio-online.com/s/indice-di-fiducia-maremma2024