
(AGENPARL) – sab 13 gennaio 2024 Federmoda-Confcommercio: saldi, rischio flop
Secondo un primo monitoraggio sulle imprese associate a Federazione Moda
Italia-Confcommercio che hanno risposto al questionario sull’andamento
dell’avvio dei saldi invernali, le vendite hanno registrato una flessione
del 8% con il 55% delle imprese che ha rilevato un calo a fronte di un 24%
stabile e 21% in incremento rispetto allo stesso periodo del 2023. Un dato
che è ancora parziale, secondo quanto riferisce l’associazione, in quanto i
saldi sono appena iniziati e durano generalmente circa sessanta giorni.
“Sicuramente alcuni fattori come il maltempo non hanno favorito una
partenza dei saldi così brillante. Siamo comunque fiduciosi che, con il
miglioramento della situazione climatica di questo fine settimana, verranno
confermate le aspettative con un incremento dei clienti nei centri storici,
nelle vie e piazze delle nostre città e dei nostri paesi”, ha commentato
Giulio Felloni, presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio.
“Per i consumatori ci sarà una grande possibilità di avere articoli di
stagione a prezzi estremamente competitivi. Di certo – prosegue Felloni –
le continue campagne di sconti ‘selvaggi’ lungo tutto l’anno dovranno
essere oggetto di una seria regolamentazione”.
“Sono sempre più convinto che le Istituzioni dovranno sostenere la presenza
dei negozi di moda all’interno delle nostre città e che la via della
ripresa potrà passare lungo tre direttrici che abbiamo indicato al Tavolo
della Moda – conclude il numero uno dell’associazione -: un’Iva agevolata
sui prodotti di moda e in particolare su quelli Made in Italy, un bonus
moda per l’acquisto di prodotti ecosostenibili e un canone di locazione
commerciale concordato tra locatori e conduttori per ridurre il peso degli
affitti”
“A fare più fatica – aggiunge Antonio Sorrentino, referente
Federmoda-Confcommercio Potenza -sono principalmente i negozi di prossimità
in quanto hanno più difficoltà a uscire dalla crisi dei consumi legata al
settore abbigliamento-calzature, aggravata dagli effetti dell’inflazione
sulle spese obbligate. I dati di Unioncamere e InfoCamere, inoltre,
evidenziano un calo di oltre 9 mila negozi tra il 2019 e il 2023, con un
particolare impatto sulle ditte individuali e le aziende meno strutturate.
Questo determinerà un necessario cambiamento nei rapporti con i fornitori
in termini innovativi e collaborativi. Nel consumatore comincia comunque a
manifestarsi una maggiore voglia di “mettersi alle spalle un anno
difficile. Forse cominceranno a influire sulla fiducia dei consumer gli
effetti del taglio del cuneo fiscale e contributivo, l’impatto degli
incrementi delle tredicesime, la diminuzione dell’inflazione e i minori
costi dei beni energetici, oltre alla crescita dell’occupazione. Un
rinnovato ottimismo, quindi, che potrebbe portare a una ripartenza dei
consumi e dare un nuovo vigore ai negozi di prossimità alle prese con una
stagione autunno/inverno molto complicata”.
“Per sostenere la presenza di negozi nel nostro tessuto urbano è importante
– sottolinea Sorrentino – che il Governo vada oltre al taglio del cuneo
fiscale, introducendo un’*IVA agevolata sui prodotti di moda* e in
particolare su quelli *Made in Italy*, un *bonus moda* per l’*acquisto di
prodotti ecosostenibili* e un *canone di locazione commerciale concordato
tra locatori e conduttori* per ridurre il peso degli affitti”