
(AGENPARL) – ven 12 gennaio 2024 Dimensionamento scolastico: dossier Uil Scuola Rua
L’unico beneficio per il dimensionamento scolastico riguarderà le casse
dello Stato: nel 2032 la scuola avrà prodotto 88 milioni di euro di
risparmi di spesa mentre non ci sarà nessun vantaggio per tutto il
personale scolastico e neanche per alunni e genitori. E ora la riduzione
del 2,5% sul piano di dimensionamento di questo anno. Troppo poco per
mettere in sicurezza il sistema nazionale di istruzione. Intanto la
riduzione degli alunni per classe, prevista dal PNRR, è sparita dai radar
normativi del Ministero. Sono le considerazioni contenute nel dossier Uil
Scuola Rua dedicato al dimensionamento scolastico che arriva alla
conclusione: “La toppa peggio del buco”!
Non è superfluo ricordare che il ‘fare cassa’ sulla scuola è usanza della
stragrande maggioranza dei Governi che si sono succeduti – (il dettaglio
dei provvedimenti e l’analisi dei risparmi quantificati è nel dossier che
la Uil Scuola Rua ha predisposto sul tema) e trova la sua origine a partire
dalla riforma Gelmini. Nel 2008 è stato deciso il taglio di 10 miliardi al
bilancio di scuola e di università, di cui 8,5 miliardi all’istruzione e
1,5 miliardi all’università. Il taglio che ha visto sparire
l’organizzazione modulare dalla scuola primaria. Quella ‘riforma’ ha
generato – dati della Commissione europea – la riduzione dell’organico per
130 mila unità tra insegnanti e il personale ATA, sono state tolte al
sistema di istruzione italiano 10 mila classi, 90 mila cattedre, 30 mila
supplenti e 44 mila posti per il personale non docente. a soppressione
delle scuole sottodimensionate e l’accorpamento degli istituti con meno di
500 iscritti. La Legge n. 197/2022 (Bilancio di previsione dello Stato per
l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 –
art. 1, cc. 557-558), che rappresenta l’ultimo intervento normativo di
riforma del sistema di dimensionamento della rete scolastica nazionale,
sembra essersi mossa secondo la stessa logica di conseguimento di obiettivi
di finanza pubblica del D.L. 98/2011 (Misure urgenti per la stabilizzazione
finanziaria) e ha trovato sponda da una indicazione europea, nell’ambito
delle misure del PNRR, che mira ad adeguare la rete scolastica
all’andamento anagrafico della popolazione studentesca (peccato che il
governo continua a dire che la situazione economica è stabile).Nel 2021-22
hanno funzionato 41.193 plessi, più o meno quelli già esistenti negli anni
scorsi e che, saranno sostanzialmente confermate nella loro entità nel
2022/23. Si tratta di un film già visto, perché la riduzione del numero di
istituzioni scolastiche è in corso da un ventennio: nel 2000-01 erano
11.592, nel 2012-12 9.139, nel 2021-22 8.160. Ora si prevede che nel
2031-32 saranno 6.885: in trent’anni le istituzioni scolastiche (quindi
anche il numero di presidi, Dsga, etc…) si sarà ridotto del 40%.
È una storia che non comincia oggi, lo sappiamo, ma questo non significa
che debba continuare – spiega il segretario generale della Uil Scuola Rua
Giuseppe D’Aprile. Va capovolta la prospettiva da cui affrontare il
problema e assumere come punto focale «la riduzione del numero di alluni
per classe» condizione prevista nel PNRR contestualmente al dimensionamento
che, invece, è sparita dai radar normativi del MIM.
Un esecutivo lungimirante, che crede che attraverso la scuola passi il
futuro del paese – osserva il segretario regionale Luigi Veltri – dovrebbe
trasformare il problema della denatalità in una opportunità e non in una
penalizzazione, intervenendo a favore della scuola statale e non cercando
di affossarla. Intanto – riferisce Veltri – si prorogano dal 1° gennaio al
15 aprile 2024 i contratti per gli incarichi temporanei del personale
ausiliario e si lasciano fuori oltre 3 mila assistenti amministrativi e
tecnici. Siamo dentro un paradosso: con una disposizione inviata alle
scuole, nei giorni scorsi, i contratti per gli incarichi temporanei del
personale a tempo determinato attivati dalle istituzioni scolastiche
statali del primo e del secondo ciclo di istruzione, nell’ambito degli
organici PNRR e Agenda Sud, sono stati prorogati al 15 aprile. Nelle stesse
scuole agli assistenti amministrativi – indispensabili per la gestione dei
maggiori carichi di lavoro derivanti dalle scadenze legate al PNRR e per i
quali erano stati contrattualizzati – è stato interrotto il contratto di
lavoro a far data 31 dicembre 2023. Una situazione che va risolta al più
presto.
Ufficio Stampa UIL Basilicata
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