
(AGENPARL) – mer 10 gennaio 2024 Dai trasportatori e spedizionieri Confindustria Toscana Nord, ogni sforzo
per limitare le ricadute negative alle imprese
*Comunicato Stampa del 10 gennaio 2024*
“La crisi israelo-palestinese rischia di diventare molto più vicina a noi
di quanto non possiamo immaginare: da operatore e rappresentante del
settore della logistica e trasporti, sono sinceramente preoccupato per le
conseguenze che, in un tempo non preventivabile ma che potrebbe essere
anche breve, essa sarebbe capace di generare avere sui traffici marittimi,
limitati, inibiti e comunque resi più pericolosi nel canale di Suez.
Quest’opera, inaugurata nel 1869, rappresenta la via di transito del 12%
del commercio internazionale, il 10% del petrolio, l’8% di gas naturale
(fonte Fedespedi) ed il 40% dell’import export italiano navale viaggia
sulle navi portacontainer che l’attraversano.
Gli attacchi alle navi mercantili hanno già spinto alcune compagnie a
spostare le rotte verso il Capo di Buona Speranza, con evidenti costi e
disagi. Sempre il Centro Studi Fedespedi valuta che per il solo costo del
carburante, il passaggio per il Capo di Buona Speranza in alternativa al
Canale di Suez abbia un costo fra i 650.000 e 1 milione di dollari. Temiamo
che se la situazione si protrarrà, altri grandi operatori mondiali faranno
la medesima scelta (obbligata), per evitare costi e rischi destinati a
lievitare.
Non vogliamo ingenerare più timore del necessario; e, per parte nostra,
cercheremo comunque di organizzare al meglio la catena logistica, puntando
su vie di approvvigionamento alternative e sull’ampliamento delle riserve a
magazzino. Come abbiamo fatto durante le fasi più dure della pandemia, come
imprese di trasporto e di spedizione saremo partner del nostro sistema
produttivo ed a suo fianco, pur in una situazione che, sinceramente,
dovremo gestire in attesa che venga superata dai Governi del mondo.
Per questo, ma non solo per questo, inutile, superfluo ma mai troppo
invocato un appello alla pace!”.
*In foto Federico Albini*
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