
(AGENPARL) – gio 28 dicembre 2023 *Comunicato Stampa del 28 dicembre 2023*
La lettura dei risultati dell’export manifatturiero di Lucca, Pistoia e
Prato nel 3° trimestre 2023 è particolarmente complessa: sul dato numerico
influiscono infatti contemporaneamente più fattori che rendono difficile
comprenderne l’effettiva portata economica. Tre i fattori che condizionano
più fortemente l’interpretazione dei risultati emersi dalle elaborazioni
del Centro studi di Confindustria Toscana Nord sui dati Istat: il
rallentamento economico che si è fatto più intenso con la seconda parte
dell’anno; l’andamento di costi e prezzi (costi di materie prime,
oltretutto incidenti in maniera differenziata a seconda dei vari prodotti,
e di energia e gas; anche in conseguenza di questi, prezzi di vendita dei
prodotti esportati), considerato che i dati Istat a livello provinciale
sono circoscritti ai soli valori e non danno quindi elementi sui volumi; il
fattore statistico del confronto con un anno, il 2022, che è stato,
soprattutto per alcuni settori, ancora di pieno rimbalzo post-covid, quindi
con risultati particolarmente positivi – in parte legati anche
all’andamento dei prezzi – che rendono arduo ogni confronto.
Con questa indispensabile premessa, il risultato a quota* -3,4% del valore
dell’export manifatturiero di Lucca, Pistoia e Prato *nel 3° trimestre 2023
rispetto allo stesso periodo del 2022 emerge da situazioni molto
differenziate, più o meno condizionate dai fattori citati, di settori e
tipologie di prodotti.
Nel caso di *Lucca*, sul -2,9% complessivo giocano un ruolo forte da un
lato il cartario, con un -22,8% che non deve in alcun modo spaventare dato
che il termine di confronto, il 2022, ha avuto prestazioni superiori del
60% rispetto al periodo pre-covid; dal lato opposto, in positivo, la
perdurante galoppata della nautica che segna +34,8% su un già ottimo 2022.
Le stesse considerazioni fatte per il cartario valgono anche per la chimica
e la plastica, entrambe intorno a -20% a fronte di un 2022 che però aveva
raggiunto o superato quota +30% rispetto al 2019, e per i metalli e
prodotti in metallo (-38,9%, con un 2022 arrivato a quota +47% rispetto al
2019); in linea invece con la nautica, sia pure con valori più contenuti,
l’alimentare, con +10,8% rispetto allo stesso trimestre del 2022, anno che
nel suo complesso ha segnato +37,5% sul 2019. Più regolari e meno estremi i
risultati della farmaceutica (+11,5%), dei macchinari (-5%), dei settori
della moda (-7,8%) e anche del lapideo (-18%, dopo un 2022 che comunque
aveva segnato un incremento superiore al 6% rispetto al pre-covid).
All’insegna della regolarità il complesso del dato pistoiese: il valore
dell’export manifatturiero di *Pistoia* nel 3° trimestre 2023 rispetto allo
stesso periodo del 2022 è stabile (+0,3%), senza troppi scossoni in nessuno
dei settori più rilevanti. In ordine di incidenza delle rispettive quote
nel complesso del valore dell’export 2023, i settori della moda realizzano
-7,4% (tutti più o meno nettamenti negativi, incluso il calzaturiero con
-8,1%, tranne la maglieria con +13% e l’abbigliamento con +3,2%, entrambi
dopo un buon 2022), l’alimentare +12,8% (dopo un 2022 che aveva superato
l’anno pre-covid 2019 di quasi il 40%), i mezzi di trasporto incluso il
ferroviario con +10,9%. I settori a seguire gomma-plastica e cartario sono
accomunati da prestazioni negative che scontano però il confronto con un
2022 di grandi risultati: rispettivamente, -13,3% sul 3° trimestre di un
2022 che però complessivamente aveva visto un incremento sul 2019 superiore
al 50%, e -21,4% a fronte di un 2022 prossimo al +30% sul 2019. Chiudono la
serie i macchinari e apparecchi con +4,1%, i mobili, inclusi i materassi,
con -4,3%, i prodotti in metallo con +1,6%, la chimica con -7,2% e gli
apparecchi elettrici con -28,5% (gli ultimi due con 2022 eccezionali
rispetto al 2019, rispettivamente +60% e +77,9%).
Quanto a *Prato*, il valore dell’export manifatturiero nel 3° trimestre
2023 rispetto allo stesso periodo del 2022 è a quota -5,8%, un dato non
pesante tenuto conto che il 2022 nel suo complesso segnò quasi +20%
rispetto all’ultimo anno pre-covid 2019. Un valore elevato, quello del
2022, dovuto da un lato all’incremento dei prezzi, dall’altro alla ripresa
del mercato del tessile-abbigliamento conseguente un sostanziale ritorno
alla normale socialità dopo lo stop della pandemia: elemento fondamentale,
questo, per l’andamento del settore moda che da solo costituisce oltre i
tre quarti del valore dell’export pratese. Focalizzando l’attenzione sul
distretto tessile pratese – provincia di Prato e comuni limitrofi di
Firenze e Pistoia – si giunge al -14,6% del complesso dei prodotti tessili
sul 3° trimestre 2022, anno che nel suo complesso per il settore
segnò +20,3% sul 2021 e +9,3% sul 2019. Peculiare l’andamento del
meccanotessile, che nel 3° trimestre 2022 segna rispetto allo stesso
periodo del 2022 +79,9%: un dato per la cui lettura occorre tenere conto
delle prestazioni del 2022, leggermente negative (-2,3%) sul 2021 e solo
moderatamente positive (+8,8%) sul 2019, e anche delle caratteristiche di
un settore con tempi piuttosto lunghi di lavorazione di beni con elevato
valore, pertanto soggetto a oscillazioni anche consistenti.
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