
(AGENPARL) – mer 20 dicembre 2023 L’analisi sull’export con i dati aggiornati a settembre. Numeri in leggero calo.
Ma Vicenza si riconferma 3ª provincia per valore di esportazioni manifatturiere,
2ª per il settore Macchinari e Apparecchiature (era al 5ª posto due anni fa)
Nonostante una situazione internazionale difficile e il costo della materie prime che
porta i valori dell’export in leggera contrazione, Vicenza si conferma ancora la 3°
provincia italiana per valore di esportazioni manifatturiere, dietro a Milano e Torino.
I dati arrivano dall’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Vicenza e
riguardano i primi 9 mesi del 2023 in cui l’export manifatturiero vicentino registra un
lieve calo (-1,6%) rispetto allo stesso periodo del 2022 (a livello regionale il dato si
assesta sul +0,4%). Per la provincia berica si tratta del secondo trimestre consecutivo
nel 2023 in cui si rileva un calo tendenziale dell’export: dopo un aumento del 5,4% nel I
trimestre, nel II trimestre si assiste a una inversione del trend con un calo del 3,9% e un
più accentuato calo del 6,1% nel III trimestre rispetto allo stesso periodo del 2022.
“I dati rispecchiano una situazione percepita e nota. Il 2023 è stato caratterizzato
dall’incertezza e questo ha avuto i suoi effetti sulle esportazioni di tutti i settori.
Conflitti irrisolti dentro e fuori l’Europa, la Germania sotto la lente di ingrandimento
per le basse performance della sua economia, gli effetti della Brexit, un rallentamento
della locomotiva cinese, sono elementi che immancabilmente incidono sulle
esportazioni – commenta Cristian Veller, delegato all’Internazionalizzazione, mercati e
filiere di Confartigianato Imprese Vicenza -. Aggiungiamoci i tassi di interesse che nel
2023 sono progressivamente aumentati, fiaccando gli investimenti, e la corsa dei costi
delle materie prime e ben si capisce come lo scenario conosciuto fino a un anno fa sia
completamente cambiato. In questo momento risulta difficile capire e sapere cosa ci
attende, sicuramente come Associazione teniamo occhi e orecchie ben aperti per
cogliere i segnali del mutamento e capire come sostenere le imprese in questa fase”.
In questo scenario sono, infatti, i settori a maggior concentrazione di micro e piccole
imprese (MPI) a registrare una flessione del -2,6% rispetto ai primi nove mesi del 2022,
variazione tripla rispetto al -0,8% rilevato dagli altri settori manifatturieri. Il calo è
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determinato in particolare da tre comparti: Articoli in pelle (-9,8%), Prodotti della
metallurgia (-9,6%) e Carta e prodotti di carta (-32,5%).
In forte aumento, invece, le esportazioni di Macchinari e apparecchiature, primo
settore per vendite all’estero, che registra una crescita dell’11,1% rispetto ai primi
nove mesi del 2022. In particolare, crescono le vendite di Macchine per la formatura
dei metalli e altri macchine utensili (+24,1%), e Macchine per l’agricoltura e la
silvicoltura (+21,9%) di cui Vicenza è 2° provincia esportatrice (era la 5° due anni fa).
Un settore, quello dei Macchinari e apparecchiature, in cui operano quasi mille
aziende, di cui l’88,9% sono micro e piccole imprese, e occupano 23.623 addetti, pari al
7,2% dell’occupazione delle imprese attive della provincia.
Quanto ai comparti in espansione, aumentano le vendite di Prodotti alimentari (+9%),
Prodotti delle altre industrie manifatturiere (+2,9%), Articoli di abbigliamento e
pelliccia (+1,1%) e Mobili (+0,4%).
Tra i principali mercati di destinazione, continua l’analisi dell’Ufficio Studi, si osservano
le contrazioni più intese, a doppia cifra, verso Cina (-12,5%) e Regno Unito (-12,2%). In
flessione anche le esportazioni verso i primi due partner commerciali, del -2,4% verso
Germania e -2,9% verso gli Stati Uniti. Tuttavia, quasi la metà dei principali mercati
risultano in positivo: crescono le esportazioni manifatturiere in Turchia (+19,0%), in
Cechia (+6,2%), in Svizzera (+5,9%), in Romania (+5,8%), in Spagna (+3,6%), nei Paesi
Bassi (+2,8%), e negli Emirati Arabi Uniti (+1,8%). In generale, le esportazioni
manifatturiere vicentine mostrano un calo più contenuto verso i mercati dell’Unione
Europea a 27 che segnano un -1% rispetto ai primi nove mesi del 2022, a fronte di una
contrazione verso i mercati extra Ue a 27 del -2,2% nello stesso periodo.
Persiste la crescita dei prezzi alla produzione sebbene subisca un notevole
rallentamento: nei primi nove mesi del 2022, infatti, l’aumento tendenziale era del
+12,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre nei primi nove mesi
del 2023 la crescita dei prezzi alla produzione si è fermata a +3%.
Correggendo i dati delle esportazioni manifatturiere in valori per i prezzi alla
produzione, si stima che nei primi nove mesi del 2023 i volumi dei prodotti esportati
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siano in diminuzione del 4,4% rispetto allo stesso periodo del 2022, a fronte di un calo
delle vendite in valori dell’1,6%.
Osserviamo così come per alcuni settori la dinamica positiva in valori, correggendo per
i prezzi alla produzione, porti ad una dinamica in volumi negativa. È il caso, ad
esempio, dei Prodotti alimentari dove negli ultimi nove mesi l’export in valori cresce
del 9% a fronte di una variazione in volumi stimata a -0,5%; di Prodotti delle altre
industrie manifatturiere (variazione in valori +2,9% e in volumi -1,8%) e Articoli di
abbigliamento (variazione in valori +1,1% e in volumi -2,5%). Situazione del tutto
opposta per i Prodotti della metallurgia che rilevano un calo dei prezzi alla produzione
del 14,7% rispetto ai primi nove mesi del 2022: ciò comporta una stima dell’export in
volumi in crescita del 5,9%, a fronte di un calo delle vendite in valori del 9,6%.
“Per dire quanto la situazione sia in continuo divenire – aggiunge Veller-, è notizia di
questi giorni che quasi tutte le compagnie marittime stanno dando ordine alle loro navi
di circumnavigare per il Capo di Buona speranza ed evitare il tragitto per il Canale di
Suez perché in quel tratto di mare potrebbero subire attacchi. Gli effetti di queste
nuove rotte sono i tempi di trasferimento delle merci che così, di fatto, si prolungano
di settimane, in un momento dell’anno molto importante per commercio ed export.
Non solo, tutto ciò si riflette anche sui costi dei trasporti che stanno subendo
un’impennata imprevista ed incontrollabile arrivando a doppiare, o triplicare, quelli di
appena qualche giorno fa”
Comunicato 151 – 20 dicembre 2023
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