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(AGENPARL) – sab 16 dicembre 2023 COMUNICATO STAMPA
16 DICEMBRE 2023
L’ECONOMIA PADOVANA VERSO IL 2024:
SEGNALI CONTRASTANTI
MA EXPORT E PIL HANNO IL SEGNO PIÙ
CONFAPI: «LE IMPRESE HANNO BISOGNO DI STABILITÀ
ANCHE POLITICA, PERCHÉ PORRE UN LIMITE AI MANDATI?»
L’Associazione traccia il bilancio di un anno difficile e importante, in cui la produzione industriale
scende in territorio negativo (-2,7%), ma nel quale l’export continua a premiare le aziende padovane
(+5%), così come resta positivo il saldo nelle assunzioni (+7.225). Il presidente Carlo Valerio: «Tante
sfide per gli imprenditori, che hanno bisogno di stabilità e interlocutori certi: surreale il dibattito
politico di questi giorni, siano gli elettori a scegliere. Il buon governo va premiato».
Economia padovana: pur in un momento complicato si può guardare con fiducia al 2024, nonostante
tutto. Lo attestano i dati congiunturali elaborati da Fabbrica Padova, centro studi di Confapi, che,
come da tradizione a dicembre, ha messo in fila i principali indicatori economici del territorio, in
vista di un anno particolarmente importante anche dal punto di vista politico, con le elezioni
europee a giugno e le amministrative che coinvolgeranno 310 comuni veneti e 52 comuni padovani,
mentre già ferve il dibattito sulle elezioni regionali del 2025, incentrato sulla questione del terzo
mandato. Un dibattito che il presidente Carlo Valerio non esita a definire «surreale e dannoso,
perché gli imprenditori hanno bisogno di stabilità e interlocutori certi e chi ha lavorato bene, come
il presidente Zaia a livello regionale e tanti amministratori, di centrosinistra e di centrodestra, a
livello locale, avrebbe tutto il diritto di ripresentarsi alle urne lasciando che siano i cittadini a valutare
il lavoro svolto. Presidente della Regione e sindaci sono figure apicali al servizio del territorio, con
competenze che si costruiscono nel tempo. Gli imprenditori lo sanno bene. Non per niente molte
aziende, piccole e grandi, contano su guide che rimangono al vertice per decenni: chiaramente non
possiamo accomunare pubblico e privato, ma è evidente che l’esperienza è un valore importante.
Perché rinunciarci a prescindere, quando comunque saranno i cittadini a esprimersi sulla qualità
dell’operato?».
I DATI CONGIUNTURALI: SEGNALI DISCORDANTI
Prima i numeri. Da un lato, nel terzo trimestre 2023, la produzione industriale manifatturiera in
Veneto riporta una variazione del -2,7% rispetto al terzo trimestre 2022, a segnare una frenata su
base tendenziale, che risente ancora del contro-rimbalzo sul 2022. Una tendenza che si riscontra
anche nel territorio padovano, nel quale le unità di impresa registrate sono 85.581 (erano 85.616
un anno prima), di cui 11.076 nell’industria, contro le 11.289 dell’anno precedente, con un calo di
Dalla voce “export” arrivano i segnali più incoraggianti: al terzo trimestre del 2023 il saldo è positivo
dello 0,7% in Veneto (per un totale di 61,2751 miliardi) e di un consistente 5% per le imprese della
provincia di Padova, le cui esportazioni, nei 9 mesi tra gennaio e settembre 2023, sono salite a
10,1095 miliardi di euro (contro i 9,6269 miliardi nell’analogo periodo del 2022). Il tutto si ripercuote
anche sulle previsioni relative al Pil, che dopo il +4,4% dello scorso anno, nel territorio vedrà il 2023
chiudersi con un +0,9% per assestarsi nel 2024 su un +0,6%, comunque superiore allo 0,4% della
probabile crescita a livello nazionale.
Positivo, poi, il saldo relativo ad assunzioni e cessazioni di rapporti di lavoro: a oggi Padova registra
+7.225 posizioni lavorative nel corso del 2023, con un +4.450 nelle assunzioni a tempo
indeterminato. A tutto questo fa da contraltare la cronica difficoltà delle imprese di trovare
lavoratori adeguati alle loro esigenze. Nello specifico, entro febbraio le aziende venete hanno in
programma di assumere 120.360 persone, quelle padovane 21.280 (di cui 8.660 nell’industria). Ma,
nel 53,9% dei casi, sanno già che sarà difficile trovarli, vuoi per mancanza di candidati, vuoi per la
loro preparazione non idonea. Un quadro particolarmente fosco in alcuni settori, perché le difficoltà
di reperimento salgono al 67,3% per gli operai specializzati. Per alcune voci specifiche, poi, il
fenomeno assume proporzioni drammatiche, si pensi agli operai addetti a macchinari dell’industria
tessile e delle confezioni, introvabili nel 92,2% dei casi, e a fonditori, saldatori, lattonieri, calderai e
montatori di carpenteria metallica, irreperibili nell’82% dei casi.
Infine, nel valutare il quadro generale delle prospettive per il 2024 va considerato, appunto, che il
prossimo sarà anno di elezioni: a giugno sono in programma quelle per il rinnovo del Parlamento
europeo, ma si voterà anche in 52 comuni del territorio padovano, mentre, di fatto, è già iniziata la
campagna elettorale in vista delle regionali del 2025.
IL COMMENTO: «TANTE SFIDE, OCCORRE PROCEDERE UNITI»
«Mai come in questo momento, anche nel campo delle politiche industriali nazionali ed estere, c’è
bisogno di procedere uniti e nella stessa direzione. Le nostre imprese si trovano ad affrontare
numerose sfide, compresa quella delle guerre in atto e della scomposizione e ricomposizione degli
equilibri geopolitici internazionali, che hanno ovvie ripercussioni sul piano economico. E ancora: pur
nel progressivo contenimento dei costi dell’energia e delle materie prime, le difficoltà della logistica
e lo spropositato costo del denaro continuano ad affaticare il sistema che Confapi rappresenta, e
non solo quello. Nonostante questo quadro così complesso e mutevole, le nostre imprese