(AGENPARL) – gio 14 dicembre 2023 [image: HEADER.jpg]
*Gli italiani sono contrari al nucleare da fissione (65%) e chiedono al
Governo di aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili (70%).*
*Il 90% degli intervistati valuta positivamente l’eolico offshore (in mare
aperto) a patto che si rispetti l’ambiente e la natura e che si sostenga
l’economia locale delle aree ospitanti. L’81% ritiene che l’Italia dovrebbe
puntare sul solare.*
*Pecoraro Scanio (Fondazione UniVerde): “Rapida uscita dalla stagione dei
fossili è unica via per contrastare il cambiamento climatico e ridurre
drasticamente la bolletta energetica. Gli italiani chiedono di accelerate
la transizione EcoDigital aiutando imprese e famiglie ad adeguarsi a
sistemi produttivi e stili di vita sostenibili”.*
*Toto (Renexia): “Tax credit per riconoscere un beneficio fiscale a chi sta
investendo in tecnologia innovativa e indicizzazione delle tariffe che
tenga conto della volatilità nel prezzo delle materie prime e dei tassi di
interesse per progetti che possono richiedere anche molti anni per essere
completati”.*
*Presentati i dati del 21° Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la
green & blue economy” al convegno “ReNew Energies: indipendenza energetica
sostenibile”, promosso da Fondazione UniVerde e Noto Sondaggi, con la main
partner del player internazionale Renexia, trasmesso in diretta streaming
social e su Radio Radicale dalla redazione romana dell’Agenzia di Stampa
Italpress.*
(ROMA, 14 dicembre 2023) La posizione degli italiani in merito al dibattito
emerso dai lavori della COP28 di Dubai, durante la quale una ventina di
Paesi hanno annunciato di voler triplicare la produzione di energia
nucleare è chiara. No al nucleare da fissione (65%), sì al solare (81%) con
la richiesta al Governo di aumentare la produzione di energia da fonti
rinnovabili (70%).
L’eolico offshore è valutato positivamente dal 90% degli intervistati con
un aumento (+16%) di chi ritiene però fondamentale il rispetto della fauna
marina (30%), delle rotte degli uccelli migratori (20%) e il sostegno
all’economia locale (24%). Il 64% degli intervistati lo ritiene, in ogni
caso, asset strategico per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e
transizione energetica dell’Italia.
È quanto emerge, in estrema sintesi, dal *21° Rapporto “Gli italiani, le
rinnovabili e la green & blue economy” *con focus su *“Il cambiamento
climatico e le transizioni energetica, ecologica e digitale”* realizzato
dalla* Fondazione UniVerde* e da *Noto Sondaggi*, i cui dati sono stati
divulgati ieri pomeriggio nel corso dell’evento *“ReNew Energies:
indipendenza energetica sostenibile”* organizzato con la main partnership
di *Renexia* e trasmesso in diretta streaming social e su *Radio Radicale*
con collegamento dalla redazione romana dell’Agenzia di Stampa Italpress.
Media partners dell’evento: *Radio Radicale*,* Italpress*, *TeleAmbiente*,
*Askanews*, *Canale Energia*, *Opera2030*.
*Alfonso Pecoraro Scanio*, Presidente della Fondazione UniVerde: “I dati
del 21° Rapporto confermano in modo chiarissimo il sostegno popolare alle
rinnovabili, a partire dal solare e dall’eolico, e la netta bocciatura del
nucleare. Le sfide per le transizioni energetica, ecologica e digitale sono
evidenti per una fascia amplissima di cittadini, sempre più attenti alla
crisi climatica in atto. In particolare, eolico offshore, che non consumi
territorio e tuteli il mare, agrivoltaico e parchi agrisolari, che
rispettino i terreni agricoli e coinvolgano gli agricoltori, sono viste tra
le formule meno impattanti delle rinnovabili da realizzare. Il flop della
COP28 sul phase out e la bocciatura dell’Italia sulle performance
climatiche sono un campanello di allarme: rischiamo un caos climatico
sempre più vicino. Secondo stimati osservatori internazionali, il nostro
Paese è retrocesso di ben 15 posizioni, attestandosi al 44°, nella
graduatoria per impegno nella lotta al cambiamento climatico. Raccogliamo
l’appello degli italiani emerso dal Rapporto e lo rivolgiamo alle
Istituzioni nazionali e locali, al mondo della finanza e alle imprese per
una rapida uscita dalla stagione dei fossili e maggiori investimenti nelle
rinnovabili, ma anche nella ricerca e nello sviluppo di altre fonti
sostenibili che per l’Italia significano ridurre drasticamente i costi in
bolletta e intraprendere virtuosamente la strada dell’indipendenza
energetica”.
*Riccardo Toto *(Direttore Generale Renexia) in una nota ha dichiarato:
“Per realizzare i grandi impianti eolici offshore, fondamentali per
contribuire in maniera sensibile al raggiungimento degli ambiziosi
obiettivi europei in termini di decarbonizzazione, è necessario che ci sia
una normativa in grado di sostenere un tale sviluppo. A nostro avviso il
processo autorizzativo presenta strozzature nella fase successiva alla
valutazione di impatto ambientale, nel momento in cui è necessario il
coinvolgimento e il coordinamento degli enti locali per l’autorizzazione
unica (AU). Per tale ragione, per evitare che i contingenti in asta vengano
bloccati per progetti non effettivamente realizzabili, sarebbe necessario
limitare l’accesso alle aste per le tariffe ai soli progetti che abbiano
già ottenuto l’AU. Dal punto di vista finanziario bisognerebbe introdurre
un tax credit, per riconoscere un beneficio fiscale a chi sta
effettivamente investendo in tecnologia innovativa, per definizione
caratterizzata da maggiori costi, come pure l’indicizzazione delle tariffe,
per tenere conto della volatilità nel prezzo delle materie prime e dei
tassi di interesse, capaci di incidere significativamente sulla
sostenibilità finanziaria di progetti che possono richiedere anche molti
anni per essere completati. Il nostro auspicio è che queste, e altre misure
che Renexia ha proposto al MASE, possano essere recepite e inserite nel
decreto ministeriale FER2 dedicato alle rinnovabili innovative”.
I dati del 21° Rapporto sono stati presentati da *Antonio Noto* (Direttore
di Noto Sondaggi) con la partecipazione di *Mauro Fabris* (Responsabile
relazioni istituzionali Renexia e Vicepresidente ANEV).
La nuova rilevazione vede l’82% degli italiani sicuro che il mercato
dell’energia del futuro andrà verso le rinnovabili. Nel dettaglio, le fonti
di energia su cui l’Italia, pensando al futuro, dovrebbe puntare sono in
particolare: solare (81%, +4% rispetto al precedente Rapporto) ed eolico
(58%) che sale fortemente nei consensi quando si parla di offshore.
Alquanto stabile il trend di chi ritiene il solare compatibile con
l’ambiente (83%) e sicuro (77%) e dotarsi di un impianto fotovoltaico, con
il 24%, resta l’intervento considerato prioritario dagli italiani per
l’efficienza energetica delle proprie case, seguito da rivestimenti esterni
con isolanti (14%), doppi vetri (10%), sistemi di risparmio per l’acqua
(7%). Tuttavia, resta alta la percentuale (76%) di chi ritiene che passare
al solare oggi sia dispendioso da sostenere e di chi lo ritiene ancora
tecnicamente complesso (61%) e burocraticamente difficile (59%).
Se il solare si afferma sul mercato privato l’eolico, soprattutto
l’offshore, è apprezzato e riconosciuto quale tecnologia capace di dare
sicurezza energetica al Paese.
Secondo il giudizio degli italiani, sarebbe importante per l’Italia
incentivare tale tecnologia (76%) e per incoraggiarne lo sviluppo si
dovrebbe intervenire per velocizzare i tempi di autorizzazione (42%),
aumentare i fondi a disposizione (39%), costituire una filiera locale e
nazionale per la produzione dei componenti quali turbine etc. (32%),
favorire la realizzazione degli impianti di grandi dimensioni (22%),
investire nello sviluppo di infrastrutture portuali (18%).
Perde qualche punto la percentuale degli italiani che vorrebbe invece
incentivare la ricerca e lo sviluppo nell’idrogeno per la transizione
energetica (68%).
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