
(AGENPARL) – mer 13 dicembre 2023 Mercato Agroalimentare Milano: Cia-agricoltori, per fare un passo avanti
sui mercati italiano ed estero bisogna accelerare la realizzazione del
Distretto regionale
Raccogliendo la tendenza positiva del terzo trimestre dell’anno per
l’export dalla Basilicata e quella dell’export agroalimentare Made in
Italy, che nei primi otto mesi 2023 ha superato i 47 miliardi di euro,
mettendo a segno una crescita del 6,1%, il protocollo di intesa che
consente alle produzioni lucane di arrivare al Mercato Agroalimentare di
Milano è ancora più positivo ed apre nuove prospettive. Così
Cia-Agricoltori Potenza-Matera sottolineando che l’ultimo rapporto Ismea
sul settore segnala l’alimentare, tra i primi 20 prodotti del Made in Italy
nel mondo, unica eccezione sono i vini fermi in bottiglia che, pur
rimanendo il prodotto dell’agroalimentare italiano maggiormente venduto
all’estero, registrano un calo dell’export del 2,9% in valore e del 2,8% in
volume. Le quantità esportate si contraggono anche di molti altri prodotti,
quali pasta, spumanti, olio vergine ed extravergine d’oliva, trasformati
del pomodoro, mele e uva da tavola.
Il dettaglio merceologico delle importazioni, in coerenza con il ruolo
dell’Italia di Paese trasformatore in campo agroalimentare, riguarda in
larga parte materie prime non trasformate e prodotti semilavorati. In
particolare, caffè non torrefatto, mais, olio extravergine di oliva, bovini
vivi, prosciutti e spalle suine (non disossate), frumento tenero, e
soia sono stati i prodotti maggiormente importati.
Il principale mercato di destinazione dei prodotti agroalimentari italiani
è l’Europa che, con 25 miliardi di euro, nei primi otto mesi del 2023,
assorbe circa il 59% delle nostre esportazioni. Germania, Francia e Stati
Uniti rimangono i partner di maggior rilievo, sebbene per gli Stati Uniti
si registri una contrazione delle spedizioni del 2,5% rispetto al periodo
gennaio-agosto 2022. Le esportazioni crescono verso i principali paesi
partner; tra i primi 20 paesi di destinazione oltre agli Stati Uniti,
risultano in controtendenza solo Giappone, Canada e Russia.
Per quanto riguarda la nostra regione l’alimentare “made in Basilicata”
nell’export sta toccando livelli importanti con un incremento annuo del
34,3%.
Nel ricordare che il valore della produzione agricola dei 19 prodotti Doc,
Igp (13 alimentari e 6 vini) certificati in Regione ammonta a 16 milioni di
euro, Cia sostiene che per fare un passo avanti sui mercati italiano ed
estero bisogna accelerare la realizzazione del Distretto regionale per la
sostenibilità e l’innovazione agro-alimentare, zootecnico e
silvo-forestale. La filiera bio va sostenuta in quanto componente ad alto
valore qualitativo va sostenuta in quanto rispettosa dei consumatori per
una corretta e sana alimentazione.
Gli operatori dell’agro-alimentare interessati in totale sono 728 (448 per
il vino e 280 per l’alimentare). Questa la suddivisione delle filiere: 84%
vino, 13% formaggi, 2% ortaggi e 0,6% olio) . Ai Dop e Igp si aggiungono le
3 STG nazionali e le 2 Bevande Spiritose IG regionali, per un totale di 24
Indicazioni Geografiche.
Cia sottolinea l’esigenza di procedere a scelte strutturali ancor più per
il comparto agricolo-alimentare lucano “nevralgico” per l’economia
regionale. Tra l’altro è necessario un capitolo di spesa con adeguate
risorse per sostenere gli investimenti connessi ai bandi sia IV° che V°
bando nazionale delle filiere agro-alimentari nazionali sostenute dal Pnrr.