
(AGENPARL) – lun 11 dicembre 2023 *AUPI: Le considerazioni su Turetta sono gravi speculazioni*
*RIPPA: “AFFERMAZIONI DI SORRENTINO **INUTILI E PRIVE DI VALORE
SCIENTIFICO”*
L’analisi e le considerazioni poste all’attenzione della stampa dal
Neurologo Rosario Sorrentino sul comportamento di Filippo Turetta appaiono
quanto meno superficiali se non un inutile tentativo di speculazione su un
fatto così grave e impattante per tutti. Sull’utilità di un simile
intervento ci sono molti dubbi, sia sul piano prettamente scientifico che
di banale opportunità. A cosa serve polemizzare?
Forse si cerca una valenza strategica? Forse dovrebbe servire a bloccare e
ritardare un processo che mira a rafforzare la presenza diffusa e di
prossimità di Psicologi di comunità e di Base che hanno come loro mandato
il contrastare il disagio psicologico, specie tra i giovani, evitando che
questo possa degenerare in turbe comportamentali e conclamarsi in disturbi
psicopatologici?
Come in ogni grande dolore si tenta di trovare un complice se non un
corresponsabile di quanto accaduto. Si cerca nelle famiglie del carnefice e
della vittima o nei Carabinieri che hanno ricevuto segnalazioni fatte da
cittadini quasi contemporaneamente all’inizio dell’omicidio. Oppure, si
cerca di utilizzare il “fatto” per strumentalizzare e attaccare una
professione, quella psicologica, portando ulteriore confusione e polemica.
Allora il colpevole diventa lo Psicoterapeuta, anche se il CUP può
prenotare all’ASL solo uno Specialista e non si sa, allo stato attuale, se
sia uno Psicologo o Psichiatra, essendo questa specializzazione comune alle
due professioni sanitarie. Con questo “Psicologo”, peraltro, come spesso
accade nel Pubblico, Turetta ha avuto pochissimi colloqui utili per
ascoltarlo e, forse, cogliere la grave e perniciosa sofferenza che era
dentro di lui. Forse allora ancora del tutto lontana dal concretizzarsi in
un possibile comportamento quale quello che dopo qualche settimana ha agito.
Se tutti gli omicidi fossero causati da una turba psichica dovremmo
riconvertire le aule giudiziarie e gli Istituti di pena in larga parte in
strutture e servizi dei DSM e in REMS. “Homo hominis lupus”: una frase
sempre attuale, anche se il lupo non uccide un suo simile. L’uomo, invece,
ha l’istinto e l’attitudine e non sempre per devianza psichiatrica,
all’omicidio, alla violenza, dalla notte dei tempi sino a oggi e purtroppo,
sino al prossimo e lontano futuro.
Ancora una volta anziché preoccuparci di costruire reti e punti di ascolto
aperti sul Territorio, in scuole e luoghi di aggregazione, si pensa che
l’intervento medico, anzi del Neurologo, che si occupa della diagnosi e del
trattamento delle patologie che interessano il cervello, il cervelletto, il
midollo spinale e i nervi periferici, possa intercettare il disagio e porre
in atto interventi risolutivi. Nelle sue esternazioni il Neurologo
Sorrentino afferma che si deve agire affinché, attraverso il suo
intervento, il “medico specialista sappia stabilizzare l’equilibrio
biologico del cervello, con una adeguata terapia farmacologica…”, così da
risolvere il disagio crescente. Ancora, in merito all’adolescenza, rivolto
alle scuole e alle famiglie, dice “Dobbiamo fare capire che può verificarsi
uno squilibrio chimico a livello cerebrale, l’aspetto criminologico e
psichiatrico abitano nella stessa mente di una persona e possono, se non
curati, dar luogo a cose impreviste”.
È forse questa la soluzione per affrontare i problemi del comportamento e
le sue confusioni? Per affrontare il disagio giovanile e l’immaturità di
tante persone? Quindi, quella che noi conosciamo come fase altamente
critica della vita, l’adolescenza e la tarda adolescenza, oltre che l’età
adulta, va trattata con una terapia farmacologica a tappeto? E soprattutto,
i maschi vanno visitati dal medico per accertare “lo squilibrio biologico
del cervello”?
È evidente che la complessità dei comportamenti maschili nella reiterata
violenza contro le donne ha bisogno, per interpretarla e sradicarla, non di
analisi superficiali prive di dati scientifici, spinte da una guerra tra
professioni, ignorando che la legge, la preparazione accademica e
scientifica nonché la formazione professionale abilitano l’esercente la
professione sanitaria di Psicologo-Psicoterapeuta non solo alla diagnosi
psicologica ma anche alla sua prevenzione, cura e riabilitazione. Ha
bisogno di seri interventi che permettano di intercettare sempre più il
disagio e il malessere che spesso passa sotto traccia.
La percentuale di atti di violenza tra persone con disturbi psichiatrici è
uguale se non inferiore a quella riscontrabile tra le persone cosiddette
“normali” e pensare che la spiegazione di episodi di violenza siano
riconducibili in modo generalizzato a problemi psichiatrici è argomento da
bar, non da professionista sanitario.
Altrettanto superficiale e poco scientifica è la riduzione del compimento
degli atti di violenza, compresa quella verso le donne, a complicanze
neurologiche e/o psichiatriche: sarebbe troppo semplice di fronte ad un
fenomeno invece complesso e complicato.
Costituiscono, invece, evidenze scientifiche in Italia come in tanti altri
Stati i risultati positivi realizzati da un precoce intervento psicologico
per aiutare le persone a gestire le problematiche della vita quotidiana,
nella prevenzione di comportamenti a rischio, il che ha portato e porta con
successo in molti casi a prevenire ogni tipo di tendenza a qualsiasi tipo
di violenza.
Arturo Rippa
Segretario Nazionale AUPI
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