(AGENPARL) - Roma, 9 Dicembre 2023(AGENPARL) – sab 09 dicembre 2023 LA LOTTA ALLA VIOLENZA DI GENERE IN RETE
25 NOVEMBRE 2023
8 DICEMBRE 2023
Giornata Internazionale
per l’eliminazione
della Violenza contro le Donne
Introduzione
La Polizia Postale e l’impegno per la lotta alla violenza di genere in rete
La violenza di genere è un fenomeno complesso, si traveste spesso da “amore geloso” e
confonde le proprie tracce anche online, si struttura nel tempo come una spirale che piano
piano, intrappola la vittima e la costringe all’isolamento e alla paura.
La Polizia Postale e delle Comunicazioni si impegna quotidianamente in attività di
sensibilizzazione rivolte ai più giovani e al mondo degli adulti.
E’ importante saper riconoscere i primi segnali di controllo, i tentativi di sottomissione
che oggi possono passare dall’uso distorto di smartphone, app e socialnetwork, che
minacciano concretamente la libertà e quindi la sicurezza delle donne in Rete.
I dati rilevati a livello nazionale nei primi dieci mesi del 2023 non sono rassicuranti: sono 826 i
casi di violenza di genere online contro le donne gestiti dalla Polizia Postale, condotte
cibernetiche con cui in molti casi persone vicine alla cerchia di fiducia della donna cercano di
invadere, contaminare e minacciare il suo mondo, controllandone ogni singolo aspetto. E’
imponendo controllo psicologico, come nello stalking e nelle molestie sui socialnetwork, che si
realizzano aggressioni che, pur non toccando fisicamente le vittime ne travolgono la vita,
cancellando ogni concreta traccia di serenità. E quando invece è la vita intima ad essere oggetto
di manipolazioni e minacce, come nel revenge porn e nella sextortion, è proprio in quel
momento che si compie l’aggressione concreta al senso di libertà e sicurezza delle donne contro
il quale vogliamo fortemente agire oggi e sempre.
Il Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni
Ivano Gabrielli
I dati sulla tutela delle donne in Rete
I socialnetwork e gli smartphone hanno guadagnato un posto di primo piano nel veicolare
le comunicazioni tra persone, da quelle più personali a quelle familiari, fino a quelle
amorose e intime.
Non è solo un segno, non sempre positivo, dei tempi che corrono, è un dato di fatto
imprescindibile nella vita di ognuno di noi e questo è tanto più evidente e vero per i
giovani e i giovanissimi, che affidano ai social, ai messaggi “effimeri”, persino i primi
approcci e le prime sperimentazioni sessuali.
La Polizia di Stato, attraverso la Polizia Postale e delle Comunicazioni, ha costruito
un’esperienza di contrasto ai fenomeni di aggressione in rete secondo un approccio
multidisciplinare, nel quale ai momenti classici dell’indagine fossero affiancate analisi
criminologiche e tecniche informatiche innovative.
L’Unità di Analisi del Crimine Informatico del Servizio Polizia Postale e delle
Comunicazioni, composta da psicologi della Polizia di Stato, provvede ad integrare
l’azione di contrasto con quanto studiato e descritto dalle scienze sociali della psicologia,
sociologia e criminologia in riferimento a tutti i fenomeni di aggressione online.
Quanto accade in rete, quanto viene condiviso dalle persone, veicolato e scambiato sui
social, rappresenta un prolungamento ubiquitario e senza tempo della nostra vita sociale
ed è sempre più frequente il fatto che comportamenti violenti verbalmente, persecutori
e delatori, diffusi in rete, siano un’anticipazione, un prodromo di violenze e persecuzioni
concrete.
Tutto può partire dalla pretesa della condivisione dei profili social come segno di fedeltà,
si prosegue con l’obbligo di una supervisione sull’outfit della serata tra amiche, fino alla
pretesa di una geolocalizzazione sempre aperta, che consenta al partner di verificare “da
remoto” gli spostamenti.
Sono forme di controllo che diventano spunti per minacce e molestie online, anche
quando la relazione magari è finita.
Tab.1 MINACCE ONLINE
Nel 2022 sono state 347 le donne
che hanno denunciato perché
vittime di minacce online.
Nei primi dieci mesi del 2023, le
denunce sono state già 371, si
tratta di un preoccupante
incremento pari al +24%. Le
minacce sono spesso un primo
passo per avviare una vera e
propria persecuzione online.
Tab.2 LUOGHI VIRTUALI
Nel 2023, gli strumenti online più
utilizzati per minacciare le donne
sono i social network (50%), e le
app di messaggistica (31%), attuali
medium
irrinunciabili
delle
comunicazioni con gli altri.
Avvicinarsi a strumenti per
comunicare con la paura di subire
attacchi verbali costituisce già un
forte elemento di limitazione della
libertà personale.
Tab.3 MOLESTIE ONLINE
Nel 2022 sono state 412 le donne
vittime di molestie online e nei
primi dieci mesi di quest’anno, la
Polizia
Postale
delle
Comunicazioni ha già registrato
377 casi, con un incremento del
+10% rispetto allo scorso anno. La
molestia online presuppone una
certa ripetitività delle azioni lesive
colpiscono
vittima
limitandone il senso di sicurezza.
Tab.4 LUOGHI VIRTUALI
Le molestie online contro le donne
avvengono
prevalenza
attraverso servizi di messaggistica
(38%) e attraverso i socialnetwork
(33%). Come per quanto osservato
per le minacce, è il luogo virtuale
della comunicazione e della
socializzazione l’obiettivo dei
persecutori che cercano di
estendere il controllo sulla vittima
proprio “inquinando” anche i suoi
spazi virtuali di espressione.
Tab.5 STALKING
La maggioranza delle persecuzioni
in rete che colpiscono le donne
sono messe in atto da persone che,
non solo si conoscono nella vita
reale, ma magari hanno condiviso
percorsi di vita comune: exconiugi, compagni di vita, colleghi
di lavoro che, soprattutto
attraverso
socialnetwork,
prolungano la forza lesiva della loro
aggressione, usando la rete per
insultare, diffamare o diffondere
contenuti privati. Nel 2022 sono
state 101 le donne vittime di stalking online e, nei primi dieci mesi di quest’anno, sono
stati già registrati 87 casi, eguagliando il numero complessivo di denunce raccolte
nell’analogo periodo dello scorso anno.
Tab.6 REVENGE PORN
Quello che talvolta nasce come un
gioco sessuale consensuale tra
adulti, può diventare lo strumento
di una vendetta subdola e violenta
che travolge la vita della vittima,
distruggendone
l’immagine
pubblica,
riaffermando
violenza la potenza dell’altro.
E’ il caso del revenge porn, un
fenomeno
aggredisce
soprattutto le donne e per il quale
risulta sempre complesso chiedere
aiuto perché ci si sente responsabili di un errore di valutazione sulle intenzioni dell’altro,
sulla genuinità dei suoi sentimenti. Sono stati 191 i casi arrivati all’attenzione della Polizia
Postale nel 2022. Quest’anno, al 31 ottobre 2023, i casi denunciati da donne per
diffusione illecita di immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, sono 163, con
un andamento in linea con quello registrato nell’analogo periodo del 2022.
Le denunce sporte dalle donne sono spesso difficili da formalizzare perché, secondo un
atto di generosità affettiva, molte vittime non vogliono segnare la vita dei loro ex-mariti,
ex-compagni, con una denuncia penale, soprattutto quando questi ex sono anche
genitori dei loro figli. Le violazioni fatte di post che insultano, di indiscrezioni diffuse sui
social, di incursioni nei profili personali, vengono considerate talvolta un male minore,
qualcosa di fastidioso ma che non sempre determina un senso di vulnerabilità e di
pericolo urgente come quando i pedinamenti e le minacce avvengono sotto casa, sul
posto di lavoro, nel bar della colazione tra amiche.
Eppure oggi i reati online sono così strettamente legati alla violenza concreta, da dovere
essere valutati come un campanello d’allarme che suona, indicando una minaccia
concreta alla sicurezza.
La denuncia però è spesso determinante per i reati procedibili a querela di parte, cioè
per quegli atti che rappresentano l’inizio di un’escalation di violenza a cui molte donne
sono sottoposte; si tratta di un passo non semplice da compiere per la paura delle
ritorsioni o per la colpa di formalizzare un atto di accusa verso qualcuno a cui si è stati
legati sentimentalmente.
La capacità dei social, della messaggistica istantanea di fornire informazioni dettagliate
su cosa si fa, su dove si fa, su come si interagisce con gli altri sembrano essere il pretesto
per estendere in rete la tendenza violenta al controllo e alla dominanza che è propria
delle persone nocive.
Diventa sempre più urgente considerare il correlato virtuale della violenza di genere
come un’altra modalità con cui si manifesta una dominanza criminale, morbosa, malata
che può portare via vite, può vanificare, con l’ennesimo doloroso omicidio, l’impegno
degli operatori della sicurezza: le vittime hanno bisogno di accoglienza e ascolto ma
hanno anche bisogno di qualcuno che le aiuti e le accompagni verso la rivendicazione
legittima e salvifica dei loro diritti, anche quando la minaccia è solo “virtuale” e sembra
loro meno pericolosa, un aiuto che può e deve essere dato anche con azioni singole di
tutela e coraggio. Chi si trova in pericolo ha bisogno dell’aiuto di chiunque si renda conto
della minaccia.
Sempre più spesso le vittime femminili scelgono il portale istituzionale
http://www.commissariatodips.it per chiedere una tutela: il portale rappresenta di sicuro uno
spazio “protetto” nel quale chiedere informazioni ed avere velocemente l’accesso ad
un aiuto pronto e qualificato contro ogni forma virtuale di aggressione.
OGNI FORMA
DI AGGRESSIONE ONLINE ALLE DONNE.
OGNI FORMA
DI AGGRESSIONE ONLINE ALLE DONNE.
OGGI E SEMPRE
FERMIAMO INSIEME
OGNI FORMA DI AGGRESSIONE ONLINE
ALLE DONNE
CONSIGLI
La violenza online contro le donne può
cominciare tra i banchi di scuola, si insinua fra le
battute “pesanti” dei compagni,
cresce sui social network con i commenti
sessisti ai post, si diffonde con gli insulti
“effimeri” sulla messaggistica,
click dopo click, parole di gelosia e controllo
diventano violenza reale
Che tu sia mamma, figlia, moglie, fidanzata ricordati
che l’amore non deve mai chiederti di cancellare la
tua identità, lo spazio di vita in cui ti esprimi, le
amicizie di cui hai bisogno: è importante mantenere
la propria individualità, una totale autonomia,
soprattutto quando si tratta di spazi online.
OGNI
FORMA
AGGRESSIONE ONLINE ALLE DONNE.
OGNI FORMA
DI AGGRESSIONE ONLINE ALLE DONNE.
Ricordati che il tuo profilo è personale e riservato.
Non consentire a nessuno di accedere con le tue
credenziali, non condividere con chi dice di amarti
la password e usane una diversa per ogni social.
Ricordati di cambiarle almeno ogni 3 mesi. La
gelosia non è un buon motivo per rinunciare ai
propri spazi, nemmeno a quelli online.
Provvedi in autonomia alla sua inizializzazione. I
profili di attivazione devono essere intestati a te,
impostati direttamente da te, e protetti con
password “robuste”, scelte liberamente e tenute
riservate. Se si rifiuta di lasciarti inizializzare il
dispositivo, forse vuole usarlo per controllarti e,
magari attraverso specifici software, avere
accesso alle tue interazioni online con gli altri.
Spesso è
il preludio del
controllo morboso!
la riservatezza delle
tue comunicazioni è un
diritto costituzionale a
cui non devi
rinunciare. Nessuna
forma di amore può
pretendere di
distruggere ogni spazio
privato, anche online.
OGNI
FORMA
AGGRESSIONE ONLINE ALLE DONNE.
OGNI FORMA
DI AGGRESSIONE ONLINE ALLE DONNE.
Imposta un codice di accesso e mantienilo riservato,
attiva il riconoscimento facciale o l’impronta digitale.
Nessuno può pretendere di avere il PIN del tuo
dispositivo e non sentirti in dovere di dimostrare, a chi
te lo chiede, di essere sincera. Se qualcuno ti offre di
controllare il suo cellulare, pretenderà di controllare il
Sistemi Android e IOs offrono la possibilità di
condividere la propria posizione con altri utenti, 24h su
24. Rifiuta o disattiva la localizzazione automatica, se ti
viene imposta come necessaria per ottenere fiducia.
Vai dove vuoi, non dirlo a chi lo pretende, sei libera.
il controllo è una
forma di
coercizione che
dissolve la tua
libertà, se non
rispetta i tuoi spazi
online, non rispetta
chi sei.
seguire i tuoi
spostamenti
danneggia la tua
libertà e subordina
al controllo il tuo
diritto di essere
amata e creduta.
OGNI
FORMA
AGGRESSIONE ONLINE ALLE DONNE.
OGNI FORMA
DI AGGRESSIONE ONLINE ALLE DONNE.
