
(AGENPARL) – gio 07 dicembre 2023 [image: HEADER.jpg]
*Celebrato a Napoli il VI Anniversario de “L’Arte del Pizzaiuolo
Napoletano”* *nella Lista Rappresentativa del* *Patrimonio Culturale
Immateriale dell’Umanità – UNESCO. Focus di quest’anno dedicato al Made in
Italy certificato contro agropirateria, Italian sounding e fake food.*
*Il bello e il buono dell’Italia all’evento “Dall’Arte del Pizzaiuolo
Napoletano alla Cucina Italiana: Patrimonio culturale e Made in Italy
certificato contro Agropirateria, Italian sounding e Fake food”, promosso
dalla Fondazione UniVerde con Coldiretti Campania e Associazione Pizzaiuoli
Napoletani, in partnership con ITA0039 – 100% Italian Taste Certification
by Asacert, La Fiammante, Mulino Caputo, Bernardo – Legnami Certificati e
ospitato al Villaggio Coldiretti in Piazza Municipio. Celebrati i maestri
dell’arte bianca e rilanciata la candidatura della cucina italiana che
racconta l’Italia dalle ricette tradizionali alla convivialità del cibo: un
mosaico di culture e identità che si collegano alla Dieta mediterranea*.
(NAPOLI, 7 dicembre 2023) A sei anni dall’iscrizione dell’elemento *“L’arte
del Pizzaiuolo Napoletano”* nella Lista Rappresentativa del *Patrimonio
Culturale Immateriale dell’Umanità – UNESCO*, sono aumentate a livello
esponenziale le richieste, da ogni parte del mondo, di veri pizzaiuoli di
scuola napoletana. Un segnale importante che gratifica quanti si sono
impegnati per far iscrivere e, successivamente, valorizzare l’elemento ma
che impone anche attente riflessioni e l’adozione di misure per la
salvaguardia della sua integrità affinché venga tramandato un sapere
tradizionale e culturale vivente e autentico. Una vera best practice quella
del “pizzaiuolo napoletano” che si inserisce in un quadro più ampio, quello
della “cultura del cibo” legata alla tradizione della cucina italiana che
da sempre rende il nostro Paese crocevia di un Grand Tour enogastronomico
unico. In effetti, un po’ come la pizza napoletana è per Napoli e per la
Campania, la cucina italiana non è solo cibo genuino ma un viaggio nel
Belpaese che rispecchia la nostra penisola, i suoi paesaggi, la cultura, le
tradizioni, le produzioni regionali e locali. È promozione dei territori e
turismo esperienziale, è cultura della qualità e delle tipicità.
Spirito di festa ma anche di fattiva collaborazione è quanto è emerso a
Napoli in occasione dell’evento *“Dall’Arte del Pizzaiuolo Napoletano alla
Cucina Italiana: Patrimonio culturale e Made in Italy certificato contro
Agropirateria, Italian sounding e Fake food” *promosso da *Fondazione
UniVerde*, *Coldiretti Campania* e *Associazione Pizzaiuoli Napoletani*, in
collaborazione con gli event partners: *ITA0039 – 100% Italian Taste
Certification by Asacert – Assessment & Certification*, *La Fiammante*, *Mulino
Caputo*, *Bernardo* *– Legnami Certificati*; e ospitato al Villaggio
Coldiretti*. *Realtà che hanno sostenuto la campagna #PizzaUnesco e nuovi
compagni di viaggio che intendono supportare la candidatura de “La Cucina
italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale” a Patrimonio Culturale
Immateriale dell’Umanità e difendere lo straordinario patrimonio
agroalimentare italiano.
Media Partners: *Askanews*, *Italpress*, *Canale 21*, *La Cucina Italiana*,
*TeleAmbiente*, *Gusto H24*.
*Alfonso Pecoraro Scanio* (Presidente della Fondazione UniVerde): “Il sesto
anniversario è occasione per valutare i risultati di grande rilancio
dell’arte del pizzaiuolo di tradizione e scuola napoletana e *ca va sans
dire* della pizza napoletana, ottenuti dopo la vittoriosa campagna
internazionale #PizzaUnesco, ma anche per rafforzare la tutela di questo
patrimonio culturale e rilanciare il nostro sostegno alla candidatura della
cucina italiana nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale
Immateriale dell’Umanità. Non dimentichiamo, inoltre, che il riconoscimento
Unesco dell’arte del pizzaiuolo napoletano è stato di grande aiuto anche
per l’agroalimentare italiano nella campagna contro l’agropirateria e il
fake food che ho lanciato da ministro dell’Agricoltura perché il sapere
tradizionale del pizzaiuolo è sì immateriale ma il suo eccellente prodotto,
la pizza, si fa con i nostri prodotti agroalimentari e una pratica
culturale così fortemente identitaria senza qualità e autenticità dei
prodotti rischia di essere deteriorata o addirittura di scomparire. Anche
per questi motivi sostengo convintamente la candidatura della cucina
italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale perché certo consentirà
di tutelare l’agroalimentare made in Italy e tantissime tradizioni e
ricette, tra le più amiche della natura e della salute, che si collegano
alla Dieta mediterranea. Auspico che tutti coloro che ci hanno aiutato
nella vittoriosa campagna #PizzaUnesco, che a tutt’oggi è rimasta la più
popolare della storia dell’Unesco, facciano altrettanto.
*Ettore Bellelli* (Presidente di Coldiretti Campania): “L’arte del
Pizzaiuolo, fatta di rito e gestualità oltre che del savoir faire
partenopeo, parla al mondo del grande patrimonio agroalimentare campano che
ruota proprio intorno a questo disco di pasta. Parla dei nostri pomodori,
dell’olio, della mozzarella di bufala campana DOP, del fiordilatte. Il
sigillo UNESCO per questo patrimonio immateriale rappresenta perciò un
grande elemento di fortificazione della nostra identità culturale. Siamo
lieti che il sesto anniversario del riconoscimento dell’arte del Pizzaiuolo
si festeggi al villaggio Coldiretti perché va nella stessa direzione che
perseguiamo da sempre con il nostro impegno: la tutela della biodiversità e
del Made in Naples che è poi, di fatto, il Made in Campania”.
*Sergio Miccù* (Presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani): “Siamo
giunti al sesto anniversario del riconoscimento dell’arte del pizzaiuolo
napoletano quale patrimonio culturale immateriale dell’umanità – Unesco, un
riconoscimento che ha dato grandissima visibilità alla figura professionale
del pizzaiuolo, sempre più attento alla selezione di prodotti di qualità
per offrire ai consumatori un prodotto d’eccellenza. Oltre alla continua
divulgazione e internazionalizzazione dell’arte, stiamo ora puntando sulla
formazione della nuova generazione. Riteniamo che la formazione debba
iniziare già negli istituti di scuola alberghiera, con il rilascio di un
diploma professionale di pizzaiuolo da parte del Ministero dell’Istruzione.
Solo attraverso questo approccio possiamo garantire una maggiore tutela per
la nostra arte”.
*Nicola Caputo* (Assessore all’Agricoltura della Regione Campania): “A sei
anni dall’iscrizione nella prestigiosa Lista Rappresentativa del Patrimonio
Culturale Immateriale dell’Umanità, si sono moltiplicate le iniziative e
l’attenzione per l’arte del pizzaiuolo napoletano, un segnale importante
per il made in Naples e il made in Italy che occorre continuare a tutelare
e valorizzare nel miglior modo possibile, innanzitutto valorizzando gli
ingredienti della pizza, dal pomodoro all’olio e la mozzarella. Quella del
pizzaiolo napoletano è un’arte autentica che si basa su una competenza che
permette di sfruttare appieno la qualità dei prodotti agroalimentari dei
territori campani. Si tratta di un patrimonio capace di attivare una
rinascita sociale ma anche economica dei territori e delle produzioni di
qualità”.
*Giuseppe Ambrosio* (Direttore Generale e Presidente GdL Unesco presso il
Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste) ha
ricordato che “l’arte del pizzaiuolo napoletano rappresenta l’essenza
stessa del Patrimonio Immateriale come declinata dalla Convenzione Unesco.
In essa convivono tradizione, storicità, arte della manualità. Un
patrimonio da preservare e diffondere, come la bontà della pizza, sempre
più nel mondo intero”.
*Rosanna Romano *(Direttore Generale per le Politiche Culturali e il
Turismo della Regione Campania) “L’importante anniversario dell’iscrizione
de *L’arte del Pizzaiuolo Napoletano *nella Lista Rappresentativa del
Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità – UNESCO è stato celebrato
anche in occasione della Prima Rassegna del Patrimonio Immateriale della
Campania, evento promosso di recente dalla Regione Campania in
collaborazione con Scabec – Società Campana Beni Culturali. L’iniziativa,
promossa per divulgare attraverso stand espositivi, dibattiti, incontri e
performance il patrimonio culturale immateriale campano con le sue pratiche
tradizionali connesse a saperi, celebrazioni, espressioni e cultura
agro-alimentare, ha ospitato anche laboratori e degustazioni gratuite
organizzate dall’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e dall’Associazione
Verace Pizza Napoletana, a conferma dell’importanza strategica che
quest’arte riveste all’interno del patrimonio culturale campano.
La sicurezza alimentare è una priorità assoluta da garantire al
consumatore. La necessità di assicurare prodotti sani e di alta qualità si
collega al dovere di utilizzare materiale legnoso certificato nei
procedimenti di cottura in forno di pietanze come, appunto, la pizza. Su
questo tema è intervenuto il* Gen. B. Ciro Lungo* (Comandante Regione
Carabinieri Forestale Campania) sottolineando che il “combustibile legnoso
utilizzato per la cottura del cibo deve essere rigorosamente di provenienza
legale e di origine naturale, ottenuto dalla lavorazione esclusivamente
meccanica e senza subire alcun tipo di trattamenti chimici. Un approccio,
conforme alla normativa vigente, a garanzia delle foreste e dei
consumatori”.
*Antonio Pace* (Presidente dell’Associazione Verace Pizza Napoletana):
“All’alba del VI Anniversario del riconoscimento a Patrimonio Culturale
Immateriale e soprattutto dei 40 anni del I° disciplinare sulla vera pizza
napoletana, redatto nel 1984 dall’AVPN, primo esempio di tutela integrata
del mestiere e del prodotto tradizionale, siamo lieti di aver visto
affermarsi negli anni una tendenza che coinvolgendo operatori, associazioni
e istituzioni, si è trasformata in Comunità. Una Comunità basata su di una
regola condivisa, principio fondante per qualsiasi tutela e che potrebbe
essere da esempio anche per la Cucina italiana”.
*Fabrizio Capaccioli* (Amministratore Delegato di Asacert): “Oggi non
celebriamo solo l’arte e la cultura che la pizza esprime, stiamo
preservando un’icona indiscussa della cucina italiana amata in tutto il
mondo. In un’epoca in cui la sicurezza alimentare è cruciale, ITA0039 by
Asacert, si impegna a garantire che la pizza italiana, almeno quella
presentata come originale, sia al riparo da contraffazioni. Asacert
promuove una certificazione che è a garanzia di produzioni alimentari
salubri perché 100% italiane, ritenendo che la cooperazione tra tutti gli
attori sia essenziale per preservarne l’autenticità anche all’estero dove
operiamo con il Protocollo ITA0039. Assicuriamo insieme a partners come
Coldiretti, Euro-Toques e tanti altri, che pizzerie e ristoranti italiani
siano ambasciatori certificati della qualità italiana, contrastando
fenomeni come l’agropirateria e l’Italian sounding”.
Era il 23 marzo 2023 quando il Ministero della Cultura e il Ministero
dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste hanno
annunciato la candidatura de “La Cucina italiana tra sostenibilità e
diversità bioculturale” nella Lista Rappresentativa del Patrimonio
Culturale Immateriale dell’Umanità – UNESCO. A farsi fin da subito
promotrice della candidatura è stata la rivista *La Cucina Italiana*, dal
1929 il mensile di cucina più autorevole e di lunga tradizione in Italia e
nel mondo.
*Maddalena Fossati Dondero *(Direttore ‘La Cucina Italiana’ e promotrice
della candidatura Unesco ‘La Cucina italiana tra sostenibilità e diversità
bioculturale’) ha ribadito che “dopo il riconoscimento dell’Arte del
Pizzaiuolo Napoletano sarebbe bello veder dichiarata la Cucina italiana
come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, in quanto valore
massimo dell’identità del nostro Paese”.
*Vincenzo Santo* (Presidente CNA Campania Nord): “L’Italian sounding è il
nemico più grande della nostra enogastronomia. Il richiamo a prodotti
campani e più in generale italiani sui mercati esteri è ricorrente con vere
e proprie ‘trappole commerciali’ costruite ad arte per attirare
l’utente-acquirente. La mozzarella è probabilmente quello che vanta il
maggior numero di contraffazioni all’estero, fenomeno che è incrementato in
maniera esponenziale anche con l’esplosione degli e-commerce. Prodotti
marchiati come mozzarella di bufala campana dop negli ultimi anni sono
stati sequestrati in Indonesia, in Cina e in Giappone. Accanto all’azione
di controllo, ne va fatta una di ‘legittimazione’ delle nostre eccellenze.
In questo quadro è preoccupante l’atteggiamento unilaterale di diverse
istituzioni nei confronti degli allevatori bufalini impegnati da mesi in
una battaglia a difesa del comparto. Come Cna Campania Nord abbiamo assunto
una posizione chiara a loro sostegno: non è abbattendo in maniera
indistinta i capi bufalini che si risolve il problema dell’eradicazione
della brucellosi. Per poter ingaggiare una vera e propria lotta alla
pirateria alimentare è necessario innanzitutto dare forza alle nostre
eccellenze, evitando disastri come quello attuale con gli allevatori”.
Hanno inoltre partecipato all’evento i rappresentanti delle realtà
partners: *Francesco Franzese* (CEO La Fiammante), *Antimo Caputo*
(Amministratore delegato di Mulino Caputo), *Diego Bernardo*
(Amministratore di Bernardo legnami certificati).
Dalla campagna *#PizzaUnesco*, il più imponente movimento d’opinione nella
storia delle candidature Unesco, con oltre 2 milioni di sottoscrizioni da
oltre 100 Paesi del mondo, a sostegno dell’iscrizione dell’elemento “L’arte
del Pizzaiuolo Napoletano” nella Lista Rappresentativa del Patrimonio
Culturale Immateriale dell’Umanità, avvenuta nel 2017, al sostegno della
candidatura *“La Cucina italiana tra sostenibilità e diversità
bioculturale”* attraverso la nuova campagna mondiale *#CucinaItalianaUnesco*.
In questo progetto crede la Fondazione UniVerde, organismo coinvolto nei
processi di salvaguardia dell’elemento “L’arte del Pizzaiuolo Napoletano”,
e i partners della nuova iniziativa: *Federazione Italiana Cuochi –
FIC*, *Euro-Toques
Italia*, *Fondazione Campagna Amica*, *CNA – Confederazione Nazionale
dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa*.
L’occasione del VI Anniversario dal riconoscimento Unesco dell’Arte del
Pizzaiuolo Napoletano ha rappresentato un motivo in più per rilanciare
anche il messaggio *#NoFakeFood *realizzata da *Fondazione UniVerde*,
*Opera2030* e *SOS Terra Onlus*, in collaborazione con molti content
creators, per difendere i prodotti agroalimentari italiani da
agropirateria, contraffazioni e Italian sounding. La pizza, il piatto che
nelle sue diverse declinazioni e contraffazioni è il più consumato del
pianeta e, più in generale, la cucina italiana possono diventare lo
strumento di diffusione dell’autenticità degli ingredienti made in Italy.
Occorre tuttavia vigilare per rafforzare ancora di più il legame tra la
genuinità del nostro cibo e la qualità degli ingredienti che devono essere
sempre 100% italiani.
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