
(AGENPARL) – gio 07 dicembre 2023 *COMUNICATO STAMPA*
8 DICEMBRE: DAGLI AGRONOMI DI ROMA IL VADEMECUM PER L’ALBERO DI NATALE,
COME MANTENERLO VIVO E DOVE PIANTARLO DOPO LE FESTE
Con l’avvicinarsi delle festività natalizie, tantissime famiglie si
apprestano a festeggiare il *Natale *con uno dei suoi simboli storici: l’
*albero*. Per moltissimo tempo, l’unico albero utilizzato è stato quello
vero, cioè un albero vivo, quasi sempre proveniente da aziende agricole
vivaistiche specializzate in questa produzione, con dimensioni e
caratteristiche che possono essere diverse. Le piante più utilizzate sono
l’abete rosso (alberi del genere Picea) e gli abeti del genere Abies. Molte
di queste piante vengono vendute con pane di terra, cioè piante in zolla
protetta in genere da una tela in juta con ulteriore protezione in paglia o
altri materiali che avvolgono la zolla radicale dove le radici sono state
recise. Le piante vengono di solito collocate in un vaso allo scopo di
favorire la stabilità dell’albero per tutto il periodo natalizio in cui
l’albero allieterà ed abbellirà con la sua presenza le abitazioni degli
italiani.
*Come mantenere vivo l’albero di Natale. I consigli degli agronomi:* In
generale è bene non collocare l’albero vicino a fonti calore dirette come
termosifoni,camini, forni, stufe, ecc. È bene mettere l’albero in un luogo
luminoso (vicino ad una finestra o una porta a vetri) e il più lontano
possibile da fonti di calore. Dovrà anche essere garantita la periodica
bagnatura della terra e delle radici ad elevato rischio di disidratazione,
mantenendo il terreno sempre fresco e umido. Dopo le feste si può
verificare la fattibilità del trapianto di questi alberi in ambienti aperti
in piena terra. Per non vedere seccare l’albero è necessario sapere se il
suo sistema radicale fortemente ridotto da sufficienti radici che possono
essere ancora attive e in grado di svilupparsi ancora dopo il trapianto ed
è altrettanto necessario verificare se il luogo d’impianto è quello giusto
per ospitare questi alberi e vederli crescere sani e sicuri.
“Non tutte le città e non tutti i terreni – *spiega Flavio Pezzoli,
presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Roma* –
sono adatti ad ospitare gli alberi di Natale dei generi Picea e Abies, che
prediligono terreni freschi e profondi, inverni freddi ed estati fresche e
con precipitazioni specie nel momento della ripresa vegetativa e della
crescita annua, cioè da maggio ad agosto”.
“La loro coltivazione – aggiunge *Pezzoli* – è così da sconsigliare, pena
il deperimento delle piante o la loro morte prematura, nelle aree litoranee
e marittime e in gran parte delle città italiane con la sola esclusione dei
centri dell’area alpina, prealpina e appenninica dove queste piante sono
già ampiamente rappresentate nei popolamenti dei boschi delle zone alto
collinari e montane”.
“È del tutto evidente – conclude *Pezzoli* – che molte città, tra cui
Roma, non sono il luogo ideale per ospitare la coltivazione degli alberi di
Natale sia di quelli provenienti dalle case dei cittadini, sia quelli che
arrivano direttamente dai vivai di produzione”.
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