
(AGENPARL) – mer 06 dicembre 2023 COMMITTENTE
“ENTE MORALE PROVINCIA PICENA
SAN GIACOMO DELLA MARCA”
– Convento del SS. Crocifisso di Treia TIMBRO E FIRMA
INTERVENTO
Intervento di miglioramento sismico di edificio
dichiarato di interesse culturale ai sensi del D. Lgs
n. 42/2004 danneggiato dagli eventi sismici del
24/08/2016 e successivi
LOCALITA’ Località SS. Crocifisso
COMUNE
CATASTO
FOGLIO: 55
Treia (MC)
PT.LLA:
PROGETTAZIONE
COORDINAMENTO E PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA
ARCH. Enrico Rossi
PROGETTAZIONE STRUTTURALE
ING. Enrico Cinciripini
PROGETTAZIONE IMPIANTI
ING. Alessandro Giusti
We Project Engineering s.c.a.r.l.
06135 – Ponte San Giovanni [PG]
TAVOLA
TITOLO
RELAZIONE TECNICO-ILLUSTRATIVA
SCALA:
FILE:
STUDIO TECNICO
ING. ENRICO CINCIRIPINI
Via Abruzzi, 18
63074 – S. Benedetto del Tronto [AP]
SP01R
TIPOLOGIA
REDATTO
CONTR.
STATO ATTUALE
PRELIMINARE
DEFINITIVO
ESECUTIVO
INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO SISMICO DI EDIFICIO DICHIARATO DI INTERESSE CULTURALE AI SENSI DEL
RELAZIONETECNICO–ILLUSTRATIVA
Convento del SS. Crocifisso di Treia
“Interventi di restauro e risanamento conservativo con
miglioramento sismico di edificio dichiarati di interesse culturale
ai sensi del D. Lgs n. 42/2004 danneggiato dagli eventi sismici del
24/08/2016 e successivi”
Relazione tecnico illustrativa
INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO SISMICO DI EDIFICIO DICHIARATO DI INTERESSE CULTURALE AI SENSI DEL
RELAZIONETECNICO–ILLUSTRATIVA
Sommario
INTRODUZIONE……………………………………………………………………………………………………………………………….3
Ubicazione – Contesto paesaggistico…………………………………………………………………………………………………….3
DATI IDENTIFICATIVI DELL’EDIFICIO……………………………………………………………………………………………..3
DESCRIZIONE DEI CARATTERI DEL CONVENTO…………………………………………………………………………….4
Inquadramento storico – Impianto strutturale – Caratteri architettonici…………………………………………………………4
DESCRIZIONE DELLE STRUTTURE DEL CONVENTO……………………………………………………………………..11
DESCRIZIONE DELLE FINITURE INTERNE DEL CONVENTO……………………………………………………………12
RESTAURO DEGLI APPARATI DECORATIVI DEL CONVENTO………………………………………………………….15
PROGETTO ARCHITETTONICO – INTERVENTI DI RISANAMENTO CONSERVATIVO…………………………….27
Demolizione delle appendici e dei volumi aggettanti rispetto al nucleo principale………………………………………………27
Rimodulazione delle quote di calpestio di piano terra…………………………………………………………………………………30
Razionalizzazione degli spazi interni……………………………………………………………………………………………………..30
PROGETTO STRUTTURALE – Interventi di miglioramento sismico sulle strutture verticali ed orizzontali………..35
INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO SISMICO DI EDIFICIO DICHIARATO DI INTERESSE CULTURALE AI SENSI DEL
RELAZIONETECNICO–ILLUSTRATIVA
INTRODUZIONE
Ubicazione – Contesto paesaggistico
Il complesso conventuale del SS. Crocifisso si trova nel comune di Treia, in provincia di Macerata, dove la Contrada
Santissimo Crocifisso si incontra con la Contrada S. Carlo, lungo la strada provinciale per San Lorenzo, individuato nelle
carte sotto la dicitura Convento Zoccolanti dei frati minori. Si trova ad un’altitudine di 295 m slm, sul crinale collinare della
catena appenninica che collega Treia a San Lorenzo e circondato da vaste aree agricole sovrasta l’ampia valle del fiume
Potenza. Sorge isolato e solenne nella campagna delle colline maceratesi a circa un chilometro dal centro storico di Treia
e si estende, affiancato dal Santuario e dal campanile, su un ampio piazzale cinto dall’omonima contrada.
DATI IDENTIFICATIVI DELL’EDIFICIO
Il complesso è individuato nel PRG del comune di Treia in zona “AMB – agricola di rispetto stradale e ambientale – art.
31” che indica “le Zone del territorio comunale assoggettate a particolari limitazioni d’uso in relazione sia a disposizioni
legislative (fasce stradali, rispetto cimiteriale) sia a specifici obiettivi di Piano coerenti con i P.P.A.R. (salvaguardia delle
visuali, protezione dei corsi d’acqua, rispetto di manufatti storici e monumentali, protezione delle zone urbane etc.)”.
l’intero complesso del SS. Crocifisso meritevole di essere inserito nell’elenco degli edifici di proprietà di Enti descritti dall’art.
Inoltre l’area su cui sorge il complesso è sottoposta a vincolo archeologico ai sensi del D.Lgs. 42/2004 e ss.mm.ii. (ex L.
insediamento della città romana di Trea.
L’intero complesso è costituito da:
Santuario del SS. Crocifisso distinto al NCU al Foglio 55 Particella A (non oggetto della presente relazione);
Convento dei frati francescani distinto catastalmente al Foglio 55 Particella 5 (graffata con particelle 6,7,225 e
226), cat. “B/1” e sottoposto a tutela in base al D.L. n. 42 del 2004. Formato da:
– Nucleo originale del XVII secolo: Piano Terra e Piano Primo;
– Sopraelevazione del XX secolo: Piano secondo e nuova copertura.
Il santuario è di proprietà del Comune di Treia, mentre il convento è di proprietà privata (Ente Morale Prov. Picena San
Giacomo Della Marca dei frati minori con sede in Jesi).
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Il complesso ha subito danni di entità gravissima a seguito del Sisma del 24 Agosto 2016 ed è stato dichiarato totalmente
documenti ufficiali:
• Scheda MIBACT per la Chiesa con esito di Edificio Inagibile;
Cinciripini.
DESCRIZIONE DEI CARATTERI DEL CONVENTO
Inquadramento storico – Impianto strutturale – Caratteri architettonici
Il complesso immobiliare è costituito dal fabbricato del convento, oggetto della presente relazione, affiancato dalla
struttura del santuario e dal campanile. L’impianto originario del convento, a pianta quadrata e su due livelli, sorge nel
1697 su un primitivo nucleo di alcune camere poste a fianco del santuario. L’aspetto odierno è tuttavia frutto di una
successiva sopraelevazione risalente al 1924 e alcuni ampliamenti.
L’intero fabbricato sorge sulle rovine dell’antico insediamento pre-romano di Treia e a testimonianza dell’antichità
dell’impianto originario risulta tuttora visibile la pianta di un anfiteatro nell’area adiacente al santuario, oltre ai frammenti
ritrovati di epoca romana, alcuni dei quali inseriti nei muri del convento, a due pavimentazioni musive e a due preziose
statue egizie, Iside e Serapide, rinvenute nel settecento nel corso degli scavi successivi alla demolizione del campanile
cinquecentesco e che ad oggi trovano posto sulla parete di quello attuale.
Quando la Pieve, sorta nel III o IV sec. trasformando un tempio pagano dedicato agli egizi, perse la nomina di Collegiata
passò nel 1519 ai religiosi di San Girolamo con il nome di chiesa del “Santissimo Crocifisso” e i lasciti di benestanti famiglie
del luogo ne permisero la conservazione e l’arricchimento dei caratteri architettonici.
L’attuale convento è opera dei Frati Minori, succeduti ai frati Girolamini. L’edificio, nel suo aspetto attuale, è il risultato di
numerosi lavori di costruzione e ampliamento fatti sul primitivo nucleo, non più leggibile. All’insediamento dei francescani
avvenuto nel 1673 il fabbricato originario del convento, risalente al XV sec circa, era molto più piccolo di quello attuale,
infatti includeva solo alcune stanze verso levante, a fianco della chiesa, ma le esigenze della vita religiosa richiedevano
la costruzione di altri ambienti. Si decise quindi la realizzazione di un nuovo convento e sotto il coordinamento di Frate
Leone da Montedinove, esperto ingegnere, si diede inizio ai lavori. I frati costruirono prima del 1697 l’ala ovest, nel 1737
venne realizzata l’ala est e nel 1742 il corpo di fabbrica a nord della chiesa e nel 1743 un locale per la scuola.
Nel sec. XVIII fu realizzato a più riprese un ciclo pittorico di affreschi dedicati alla vita di S. Francesco che decorano il
chiostro e negli anni successivi alla fine dei lavori (1743) verrà sistemata la chiesa a rischio crollo e eseguiti anche
importanti lavori di restauro, relativi a travature e tetti fino al 1748. Nel 1751 furono realizzate le mura di cinta, poi le
condutture delle acque (1791), le vasche e cisterne (1815) e le scale e pavimentazioni (1853);
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Nel 1799 per ordine del governo repubblicano furono portati via tutti i beni del convento e la struttura venne danneggiata.
Solo nel 1817, quando il convento venne ceduto dal Comune ad un privato, fu concesso il ritorno dei francescani che ne
ripristinarono l’uso.
Nel 1825 venne ampliata l’ala est, infatti al quadrilatero originale venne aggiunta la costruzione di un piccolo braccio
internato nell’orto, verso levante.
Fra il 1861 e il 1866 il convento è indemaniato, e successivamente i frati lo dovettero abbandonare, a causa della legge
di soppressione degli Istituti religiosi, fino al 1872 e nel 1878 vi eressero il collegio per i giovani aspiranti alla vita religiosa.
Il 26 giugno 1902 un incendio distrusse quasi completamente la chiesa preesistente, gran parte della struttura, le
suppellettili e le opere d’arte. Padre Ciro Ortolani, postulatore generale dell’Ordine dei Frati Minori si impegnò a ricostruire
il santuario e nel marzo 1905 iniziarono i lavori su progetto dell’ingegnere Cesare Bazzani di Roma (1876-1939),
coadiuvato dagli artisti Angelo Biscarini, Luigi Succi e Albino Candoni per un nuovo monumento grandioso, di stile classico,
più grande del precedente santuario che fu consacrato nel 1925.
Tra il 1924 e il 1929 fu costruito il piano sopraelevato, il “professorio”, ambiente di studio per giovani religiosi avviati al
sacerdozio, consistente nella sopraelevazione del lato nord del convento e in un altro braccio a ponente. Dopo la Seconda
guerra mondiale e fino al 1952 il convento fu sede di un liceo classico.
Figura1.ProspettoOvestdelcomplessodelConventodelSantissimoCrocifisso(fotodatabilenellasecondametàdel‘900)
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Figura2.ParticolaredelprospettoOvestdelcomplessodelConventodelSS.Crocifisso(fotodatabilenellasecondametàdel‘900)
Figura3.ParticolaredellafacciatadelcomplessodelSS.Crocifisso(fotodatabiledopoil1905,annodiricostruzionedellachiesa)
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Figura4.Particolaredellafacciatadelcomplessodelsantuario
(fotodatabiledopoil1905annodiricostruzionedellachiesa)
Figura5.Particolaredellafacciatadelcomplessodelsantuario
(fotodatabileprimadel1953annodirealizzazionedellafacciata
dellachiesa)
Figura7.ParticolaredellafacciataOvestdel
conventodelSantissimoCrocifisso(foto
databilenellasecondametàdel‘900)
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Figura8.VistaNord?Estdelcomplessodelsantuario(fotodatabiledopoil1953annodirealizzazionedellafacciata)
Figura9.Vistainternadelchiostro(fotodatabilenellasecondametàdel‘900)
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Figura9.Vistadelcorridoiodelchiostro(fotodatabilenellaseconda
metàdel‘900)
Si propone a seguire un’ipotetica ricostruzione cronologica:
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DESCRIZIONE DELLE STRUTTURE DEL CONVENTO
La regolarità dell’originaria pianta quadrata del convento è stata alterata dalla realizzazione dei due blocchi di lato est
che costituiscono due superfetazioni, come risulta anche dagli spessori murari, dalla diversa tipologia muraria e da
differenti orizzontamenti. La stessa sopraelevazione realizzata nella prima metà del XX sec che si estende, con strutture
verticali in mattoni pieni, solo sui lati nord e ovest, ha contribuito a rendere l’edificio irregolare sia in pianta che in
elevazione.
Il blocco strutturale originale del convento a piano terra è caratterizzato dalla presenza di murature portanti in muratura
mista in mattoni ed elementi lapidei e solai voltati in laterizio posti a foglio. A piano primo le strutture portanti verticali
presentano la medesima tessitura muraria di piano terra, come si evince dai saggi effettuati, mentre quelle orizzontali
sono costituite da solai in legno e pianelle e/o in acciaio e laterizio.
Gli spessori murari costanti e la medesima tessitura muraria riscontrata, ci confermano che il blocco di piano terra e
primo ora descritti rappresentino il nucleo originale del convento.
La sopraelevazione di piano secondo è realizzata con pareti in mattoni che sono il prolungamento delle strutture verticali
sottostanti trovandosi esattamente nello stesso sedime eccetto un solo tratto di muro trasversale del lato nord costruito
in falso. Tale soluzione di continuità si evince anche esternamente, dal chiostro interno e dai lati nord ed ovest.
Si conclude con l’affermare che l’organismo edilizio del convento è da considerarsi unico pur non essendoci una totale
continuità cielo-terra delle strutture verticali originali.
Figura8.Schemasovrapposizionepiani
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Si riassumono di seguito le strutture portanti verticali ed orizzontali del convento:
x Strutture portanti verticali
– Piano terra: muratura con paramenti costituiti da elementi lapidei e laterizi (prevalenza di
mattoni) sia perimetralmente che sui muri di spina, muratura in mattoni pieni a due/tre teste in
corrispondenza di alcune murature di spina e muratura in blocchi di laterizio forato; colonne del chiostro interno
in mattoni pieni.
– Piano primo: muratura con paramenti costituiti da elementi lapidei e laterizi (prevalenza di
mattoni) sia perimetralmente che sui muri di spina, muratura in mattoni pieni a due/tre teste in
corrispondenza di alcuni muri di spina e tramezzi in laterizio forato;
– Piano secondo: muratura perimetrale e di spina in mattoni pieni a due/tre teste, muri di spina in laterizio
forato portante con percentuale di foratura > del 55%;
– Piano sottotetto: muratura perimetrale in mattoni pieni a due/tre teste (ipotizzato) e murature di spina
in laterizio forato portante con percentuale di foratura > del 55%.
x Strutture portanti orizzontali
– Calpestio piano primo: volte a crociera e a botte in laterizio “in foglio”, solai in latero-cemento, solai in legno e
pianelle, solai in acciaio e voltine in laterizio, solai senza armatura provvisoria (tipo SAP);
– Calpestio piano secondo e copertura: volte a botte in laterizio “in foglio” e volte in camorcanna, solai in acciaio e
laterizio, solai in acciaio e voltine in laterizio, solaio di copertura in legno e pianelle con capriata in acciaio;
– Calpestio piano sottotetto e copertura: solai in latero cemento (calpestio piano sottotetto) e solaio di
copertura con cordoli rinforzato con travi in acciaio.
DESCRIZIONE DELLE FINITURE INTERNE DEL CONVENTO
x Pavimenti e rivestimenti
All’interno del convento i pavimenti si presentano con una varietà di tipi e materiali che dipendono per lo più dal periodo
in cui sono stati effettuati gli interventi di ristrutturazione. In linea generale per la pavimentazione si può individuare una
tipologia principale a piano, il cotto sia tradizionale che industriale per il piano terra, la graniglia per il piano primo e le
piastrelle in monocottura tipiche degli anni ’60 per il piano secondo.
A piano terra troviamo per lo più tipologie diverse di mattonelle in cotto, la maggior parte di recente produzione di tipo
industriale, tranne che in alcune zone come nel corridoio interno e nella pavimentazione esterna del chiostro, dove si
riscontra un cotto, anche se non originario, ma tradizionale. La disposizione del cotto nel corridoio interno al chiostro
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segue su ogni lato un andamento lineare con le fughe perpendicolari alla direzione del muro fatta esclusione per il
passaggio a fianco della chiesa dove troviamo una disposizione a spina di pesce entrambi con bordo semplice.
Anche il pavimento della corte situata a nord del convento è realizzato con un cotto tradizionale che segue la stessa
posa in opera della pavimentazione esterna del chiostro, generalmente una spina di pesce con una fila lineare lungo le
diagonali e gli assi di simmetria e un bordo perimetrale semplice.
Nelle due stanze ad ovest a cui si accede dal corridoio del chiostro si riscontra un tipo di cotto antico disposto sempre
in modo lineare e regolare, mentre nelle restanti stanze situate sullo stesso lato il pavimento è in listoncini di legno.
In tutta la restante area del piano terra troviamo l’utilizzo del cotto industriale disposto a spina di pesce, fatta eccezione
per il salone dove la posa in opera segue un andamento lineare ma con un bordo complesso. Nella zona della dispensa
adiacente alla cucina sono state invece utilizzate piastrelle in monocottura e un rivestimento delle pareti realizzato
sempre con piastrelle in monocottura, come nella cucina stessa. Dove non è presente il rivestimento il battiscopa è in
legno.
Al primo piano nel corridoio da cui si accede alle stanze che si affacciano sul chiostro e nelle camere stesse troviamo
l’utilizzo di piastrelle in graniglia con dimensioni diverse tra le due aree. Diversamente in tutta la zona nord si riscontrano
tipologie di materiali diversi tra cui piastrelle in cotto industriale disposte a spina di pesce, parquet, mattonelle in gres e
piastrelle in monocottura. Nei bagni e nei ripostigli è presente un rivestimento in monocottura e in un’unica stanza un
rivestimento in legno. Ove non è presente il rivestimento il battiscopa è in legno.
Al secondo piano nel lato nord la pavimentazione risulta realizzata con piastrelle in monocottura a differenza del lato
ovest dove si è utilizzato il cotto industriale per quasi tutti gli ambienti fatta eccezione per i bagni e il corridoio. In ogni
stanza è presente un battiscopa in monocottura mentre nei bagni si trova un rivestimento in monocottura con piastrelle
di dimensioni diverse e in ceramica.
La pavimentazione delle scale è realizzata in mattonelle di cotto di produzione industriale disposte con le fughe parallele
alla direzione del muro.
Tutto quanto sopra descritto si evince dagli elaborati relativi agli abaci dei pavimenti, rivestimenti e battiscopa dove sono
stati rappresentate tutte le tipologie presenti nel convento.
x Infissi
Gli infissi sono di vari tipi ma si possono delineare delle tipologie principali quali:
finestre ad anta singola o doppia a battente (in legno massello, verniciato, in pvc, in ferro verniciato) con o senza
specchiature,
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finestre doppie con l’aggiunta di finestre/lunette fisse o a vasistas
Ad entrambe le tipologie possono aggiungersi scuri, persiane o cassettoni.
A piano terra troviamo, nel lato est, finestre singole a due ante con infissi in legno massello scuro a più specchiature,
mentre nel salone le finestre a battente ad anta singola sono sormontante da una finestra fissa sempre ad anta singola.
Nel salone sul lato nord troviamo delle finestre a battente a doppia anta in legno massello con scuri e con un’apertura a
vasistas sottostante (tipologia di infisso tradizionale). Nella zona a ovest gli infissi sono tutti abbastanza recenti
consistenti in finestre a due ante a battente in pvc di varie dimensioni con cassettone o scuro. Le aperture del chiostro
sono tutte ampie finestre ad arco fisse con telaio in ferro verniciato e vetro singolo alcune, quelle lungo gli assi di
simmetria, con una porta centrale.
A piano primo abbiamo principalmente finestre in legno tradizionali. Le prime, in legno massello scuro a doppia anta e
con specchiature, si affacciano sulla corte interna e variano fra di loro per la tipologia di battuta (a filo o in rilievo). Le
altre sullo stesso piano possono ritenersi una derivazione di queste, variando solo per numero di specchiature e per la
presenza di persiane e/o di scuri. Sulla testa di ogni corridoio si trovano poi finestre tradizionali in legno massello con
apertura doppia, inferiormente a battente con specchiature e scuri e superiormente con lunetta a vasistas e specchiature.
Le due finestrelle sulle scale sono invece ad anta singola a battente con telaio in ferro verniciato e presentano lastre di
vetro colorate.
A piano secondo si ripropone la variante di una delle tipologie principali riscontrate a piano primo, quella con la battura
in rilievo, ma in questo caso l’infisso è in legno verniciato e senza specchiature, con cassettone nelle aperture che si
affacciano sul chiostro interno e persiane sugli altri lati. Nel lato verso la chiesa e alle due estremità del corridoio, in
sostituzione delle finestre ad arco tradizionali del piano primo, troviamo finestre a doppia anta a battente con infisso in
pvc e cassettone.
Tutte le tipologie di infissi appena descritti sono riportate negli abaci degli infissi quanto sopra descritto si evince dagli
elaborati relativi agli abaci degli infissi dove sono stati rappresentati minuziosamente tutte le tipologie presenti nel
convento.
x Porte
A piano terra si riscontrano porte di varie tipologie e dimensioni, a singola o a doppia anta, simmetriche o asimmetriche,
a battente, in legno massello con bugne o inserti in legno o vetro (quelle tradizionali), oppure in legno a perlina e cerniere
esterne ad angolo o lineari.
Al primo piano le porte di ingresso alle stanze sono a battente ad anta singola in legno liscio o con bugne. Le aperture
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che interrompono i corridoi delle varie ali sono a tre o quattro ante, con lunetta fissa superiore a chiudere la volta del
soffitto, con infisso in legno e inserti in vetro. Stessa tipologia ma di dimensioni ridotte è la porta che chiude il vano scala.
Le aperture delle stanze del santuario che si affacciano sul corridoio centrale sono in legno massello con bugne e a
doppia anta simmetrica a battente.
Al secondo piano troviamo un’unica tipologia di porte in legno verniciato e ad anta singola di alcuna valenza tradizionale
e materica.
RESTAURO DEGLI APPARATI DECORATIVI DEL CONVENTO
Si riportano di seguito le analisi dello stato dei luoghi e le indicazioni del progetto di restauro dei vani che presentano
evidenti apparati decorativi o che si presume possano ospitare intonaci antichi.
PIANO TERRA
Corridoio d’ingresso interno al convento
Si tratta di un lungo ambiente coperto da una volta a botte che conduce al vano scala principale. A seguito
dell’esecuzione di un saggio di profondità si è constatato che la volta è realizzata in mattoni disposti per testa e in foglio.
Direttamente sulla muratura strutturale rimane uno strato di intonaco antico dello spessore di circa 1 cm., su cui
successivamente sono stati applicati vari strati di scialbo di colore bianco. Alle pareti, come nei casi successivi, sono
stati realizzati nuovi intonaci cementizi che sono andati a sostituire quello antico che ritroviamo invece sulla volta.
Il progetto prevede la demolizione accurata degli intonaci cementizi al fine di verificare la presenza di frammenti di
intonaco antico. A seguire si procederà alla rimozione meccanica, con l’ausilio di bisturi o spatole, degli strati di scialbo
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che si sovrappongono all’intonaco della volta. Messo in luce l’intonaco della volta si procederà al suo restauro
conservativo ed estetico che prevede le seguenti fasi: Pulitura dell’intonaco con impacchi di soluzioni basiche;
consolidamento dell’intonaco a calce con imbibizioni a pennello di resina acrilica; rimozione di stuccature non idonee;
adesione dello strato preparatorio al supporto con iniezioni di malta idraulica fluida; stuccatura dei bordi e delle lacune
con malta simile all’esistente; patinatura finale della superficie per evitare i naturali scompensi cromatici.
Refettorio
La grande sala dell’ex refettorio del convento è caratterizzata dalla presenza di ampie volte a crociera con le lunette sul
lato est bucate dalle finestre che illuminano la sala. I saggi stratigrafici eseguiti sugli intonaci non hanno evidenziato la
presenza di superfici dipinte se pur generalmente presenti nei refettori nei lati corti della sala dove era d’uso dipingere
delle immagini sacre. Dai saggi stratigrafici eseguiti risulta che le volte a crociera, realizzate in mattoni disposti per testa
e in foglio, conservano un intonaco antico dello spessore di circa 1 cm.
Il progetto prevede la demolizione accurata degli intonaci cementizi delle pareti al fine di verificare la presenza di
frammenti di intonaci dipinti. Saranno eseguiti saggi stratigrafici sulle pareti corte della sala per verificare la presenza di
testi pittorici sotto scialbo.
Per il restauro conservativo dell’intonaco della volta si procederà come descritto in precedenza.
Sala adiacente il porticato del chiostro – lato ovest
Al piccolo ambiente si accede direttamente dal portico. Le pareti sono rivestite in parte con un perlinato di legno di
recente realizzazione. Il piccolo ambiente è coperto da una volta a botte. A seguito dell’esecuzione dei saggi si è
riscontrato che le pareti sono interessate da intonaci cementizi mentre nella volta, sotto degli spessi scialbi di tinta, si
conserva un intonaco antico in malta di calce dello spessore di circa 1 cm.
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Il progetto di restauro prevede di incrementare il numero dei saggi sulle pareti e volte in modo da individuare eventuali
altre presenze di intonaci antichi. Successivamente si procederà alla demolizione accurata degli intonaci cementizi delle
pareti e al restauro conservativo dell’intonaco della volta si procederà come descritto in precedenza.
Sala adiacente il porticato del chiostro – lato ovest
All’ ambiente si accede direttamente dal portico. Le pareti sono rivestite in parte con un perlinato di legno di recente
realizzazione. Il piccolo ambiente è coperto da una volta a crociera che conserva un intonaco antico in malta di calce
dello spessore di circa 1 cm. Lo stesso tipo di intonaco è stato trovato anche in alcune porzioni delle pareti.
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Il progetto di restauro prevede di demolire accuratamente gli intonaci cementizi delle pareti. Si procederà poi al restauro
degli intonaci antichi della volta seguendo il processo sopra descritto.
Sala del mosaico
In una nicchia ricavata nella parete ovest della sala si conserva un lacerto di mosaico romano appartenente ad una
preesistenza su cui si fu costruito poi il convento. Anche in questo caso tutte le pareti sono rivestite con un perlinato di
legno. La volta a botte, in mattoni in foglio, conserva un intonaco in malta di calce dello spessore di circa 1 cm ricoperto
da vari strati di scialbo bianco. Dopo la rimozione dei pannelli in legno potranno essere eseguiti dei saggi stratigrafici e
di profondità per verificare la presenza di intonaci antichi.
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Il progetto prevede la demolizione accurata degli intonaci cementizi e dopo il descialbo dell’intonaco della volta si
procederà agli interventi conservativi per riportare in luce l’intonaco antico.
L’intervento prevede poi la protezione con teli di tessuto non tessuto e polietilene del mosaico durante i lavori. A
conclusione dei lavori strutturali ed architettonici si procederà alla pulitura delle tessere del mosaico, alla stuccatura e
alla protezione finale della superficie musiva.
Cappella
Anche in questo caso, a seguito di saggi conoscitivi, risulta che le pareti presentano intonaci cementizi mentre le volte
a crociera conservano un intonaco in malta di calce dello spessore di circa 1 cm.
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Anche in questo caso Il progetto prevede la demolizione accurata degli intonaci cementizi e dopo il descialbo
dell’intonaco delle volte si procederà agli interventi conservativi per riportare in luce l’intonaco antico.
Portico del chiostro, intervento sulle superfici dipinte, intonaco antico delle volte, mostre delle porte
Le lunette delle volte a crociera che coprono il chiostro del convento sono tutte dipinte ad affresco. Esse raffigurano
episodi della vita di san Francesco tratte, come in altri casi analoghi, dai Fioretti o dalla Vita scritta dal Celano. I dipinti
sono stati realizzati alla fine del XVII secolo da autore non noto. Le scene della vita o dei miracoli postumi attribuiti
all’intercessione del santo, sono inquadrati in una cornice con motivi floreali, terminante in basso con un cartiglio dove
compariva la didascalia riferita all’immagine, oggi in gran parte assente (Un uomo morto sotto un macigno, viene da
Francesco resuscitato). Sono anche dipinti i pennacchi delle volte a crociera dove, all’interno di cornici a volute, sono
raffigurati i personaggi illustri e santi dell’ordine dei Minori (San Diego di Alcalà, San Pasquale Baylon, etc). Le volte
conservano l’intonaco originario su cui, in epoca successiva ai dipinti delle lunette, sono stati dipinti delle cornici e motivi
floreali monocromi a scopo decorativo.
Tutti i dipinti in epoca relativamente recente sono stati restaurati insieme agli intonaci antichi delle volte, ma a seguito
degli eventi sismici del 2016 si evidenziano dei problemi conservativi quali: difetti di adesione degli intonaci dipinti al
supporto, lesioni e microlesioni dell’intonaco dipinto, perdita di piccole porzioni di pellicola pittorica in corrispondenza
delle lesioni.
INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO SISMICO DI EDIFICIO DICHIARATO DI INTERESSE CULTURALE AI SENSI DEL
RELAZIONETECNICO–ILLUSTRATIVA
Il progetto prevede essenzialmente il restauro conservativo dei dipinti murali con una verifica puntuale dello stato di
adesione fra gli strati preparatori e il supporto, la stuccatura e micro-stuccatura con malta idonea, il controllo
dell’adesione della pellicola pittorica e la necessaria velatura dei dipinti in corrispondenza delle cadute di colore per
rendere maggiormente leggibili i dipinti.
In corrispondenza degli intonaci antichi delle volte a crociera il progetto prevede la verifica dell’adesione dell’intonaco al
supporto in mattoni, al fine di assicurarne la stabilità.
Per restituire l’immagine originaria del portico il progetto prevede poi di intonacare i pilastri oggi lasciati a faccia vista. La
tessitura dei mattoni dei pilastri a pianta quadrata e dei capitelli che sostengono le volte appare oggi molto
approssimativa con giunti di malta irregolari e di diverse dimensioni. Tale tecnica muraria nella maggioranza dei casi
prevede di intonacare la superficie muraria al fine di nascondere un paramento murario eseguito al solo scopo strutturale
e non estetico. Stessa soluzione sarà adottata anche per il basamento che corre lungo il perimetro del chiostro. In questo
caso l’intonaco si rende necessario anche per nascondere una muratura incerta con giunti stuccati a cemento. In questo
caso si prevede la rimozione delle stuccature cementizie da sostituire con malta idraulica e finitura che salvi il rapporto
con le pietre delle sedute.
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Il progetto prevede l’intervento anche in corrispondenza dei lacerti in pietra dell’antico convento che rimangono in vista
in alcuni lati delle pareti del portico. In questo caso si procederà con intervento conservativo secondo i criteri del restauro
archeologico.
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Scala di accesso alle camere del convento
Per quanto riguarda il vano distributivo principale del convento dai saggi eseguiti risulta che la volta a botte della rampa
e del pianerottolo è realizzata in camera-canna e che in origine la volta del pianerottolo intermedio a crociera. La cornice
di bordo, su cui imposta la volta in camera canna, è in mattoni coperti da un intonaco in malta di calce.
Il progetto prevede la restituzione cromatica e materica delle superfici conservate delle volte della scala insieme alle
cornici su cui impostano le volte stesse. A tal fine, come negli altri casi, sarà eseguita un’ulteriore campagna di saggi
stratigrafici per verificare la presenza di intonaci antichi sulle pareti. Si procederà poi con la rimozione degli scialbi delle
volte e sulle cornici, cui si darà seguito ai consueti interventi conservativi ed estetici.
PIANO PRIMO
Ingresso alle camerate, corridoio lato est
Questo braccio del convento, insieme agli altri che formano il quadrilatero intorno al chiostro, sono stati oggetto di recenti
interventi di restauro. Gli intonaci delle pareti sono stati tutti eseguiti con malta cementizia. Le volte in camera canna non
sono state oggetto del precedente intervento e conservano, sotto uno spesso strato di scialbo di colore bianco, la materia
originaria costituita (un intonaco in malta di calce dello spessore di circa 1 cm).
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Il progetto prevede il restauro conservativo ed estetico delle volte del corridoio da uniformare cromaticamente con i nuovi
intonaci che saranno realizzati sule pareti. A tal fine, come negli altri casi, sarà eseguita un’ulteriore campagna di saggi
stratigrafici per verificare la presenza di intonaci antichi sulle pareti. Si procederà poi con la rimozione degli scialbi delle
volte e sulle cornici, cui si darà seguito ai consueti interventi conservativi ed estetici.
Prima e seconda stanza con volta a padiglione
Le due stanze ad uso comunitario, di dimensioni più ampie rispetto alle precedenti si trovano a lato del braccio est del
convento. Entrambe sono coperte da una volta a padiglione con ampie unghiature che terminano su una cornice circolare
posta al centro della stanza. La struttura portante della volta è realizzata in camera a canne con intonaco antico in malta
di calce dello spessore di circa 1 cm.
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Il progetto prevede il restauro conservativo ed estetico degli intonaci antiche delle volte delle due sale da uniformare
cromaticamente con i nuovi intonaci che saranno realizzati sule pareti. A tal fine, come negli altri casi, sarà eseguita
un’ulteriore campagna di saggi stratigrafici per verificare la presenza di intonaci antichi sulle pareti. Si procederà poi con
la rimozione degli scialbi delle volte e sulle cornici, cui si darà seguito ai consueti interventi conservativi ed estetici. Non
è previsto il restauro conservativo degli elementi lignei strutturali.
Corridoio sud delle camerate
I saggi eseguiti sulle volte e pareti hanno evidenziato la presenza di intonaci antichi di circa 1 cm sulle volte a botte e a
crociera realizzate in camera a canne. Le pareti presentano invece come negli altri casi un intonaco di tipo cementizio.
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Il progetto prevede la restituzione cromatica e materica delle superfici conservate delle volte. A tal fine, come negli altri
casi, sarà eseguita un’ulteriore campagna di saggi stratigrafici per verificare la presenza di intonaci antichi sulle pareti.
Si procederà poi con la rimozione degli scialbi delle volte e a seguire ai consueti interventi conservativi ed estetici.
Corridoio ovest delle camerate
Il saggio eseguito sulla volta e pareti ha evidenziato la presenza di intonaci antichi di circa 1 cm sulle volte a botte
realizzate in camera a canne. Le pareti presentano invece un intonaco di tipo cementizio.
Si prevede anche qui la restituzione cromatica e materica delle superfici conservate delle volte. A tal fine, come negli
altri casi, sarà eseguita un’ulteriore campagna di saggi stratigrafici per verificare la presenza di intonaci antichi sulle
pareti. Si procederà poi con la rimozione degli scialbi delle volte e sulle cornici, cui si darà seguito ai consueti interventi
conservativi ed estetici.
Corridoio nord delle camerate
Il saggio eseguito sulla volta e pareti ha evidenziato la presenza di intonaci antichi sulle volte a botte realizzate in camera
a canne. L’ intonaco antico in malta di calce ha uno spessore di circa 1 cm. Le pareti presentano un intonaco cementizio.
Il progetto prevede la restituzione cromatica e materica delle superfici conservate delle volte. A tal fine, come negli altri
casi, sarà eseguita un’ulteriore campagna di saggi stratigrafici per verificare la presenza di intonaci antichi sulle pareti.
Si procederà poi con la rimozione degli scialbi delle volte e sulle cornici, cui si darà seguito ai consueti interventi
INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO SISMICO DI EDIFICIO DICHIARATO DI INTERESSE CULTURALE AI SENSI DEL
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conservativi ed estetici.
PROGETTO ARCHITETTONICO – INTERVENTI DI RISANAMENTO CONSERVATIVO
L’intervento di risanamento conservativo di pari passo agli interventi strutturali di miglioramento sismico, descritti nel
paragrafo successivo, è volto principalmente al recupero dell’aspetto originario e autentico del complesso che ne
determina il carattere di pregio, nonché al restauro pittorico e degli elementi decorativi fissi che sono parte integrante
della struttura.
La progettazione si è concentrata su tre macrocategorie di interventi:
1. Demolizione delle appendici e dei volumi aggettanti rispetto al nucleo principale;
2. Rimodulazione delle quote di calpestio di piano terra;
3. Razionalizzazione degli spazi interni;
4. Superamento barriere architettoniche e implementazione del tessuto connettivo orizzontale e verticale.
Demolizione delle appendici e dei volumi aggettanti rispetto al nucleo principale
Il prospetto principale ad est viene ripulito attraverso la demolizione dell’edificio mono-piano realizzato nella seconda
metà del 900. L’appendice che ad oggi ospita alcuni locali di servizio è addossata su un lato al muro di recinzione
realizzato in mattoni e pietre faccia a vista e chiude parzialmente due dei quattro finestroni del salone antistante. Da
questi locali si accede tramite una scala piuttosto angusta ai locali voltati interrati. Le demolizioni in questo lato
interessano anche una tettoia lignea addossata sul lato opposto dello stesso muro di cinta. Anche in questo caso,
l’elemento, incoerente e senza alcuna valenza estetica, ostruisce in maniere significativa il portone d’ingresso principale
al chiostro affrescato.
Il progetto prevede la realizzazione di una tettoia lignea di modeste dimensioni perfettamente inserita sul prospetto in
esame con la funzione principale di protezione dell’ingresso ai locali interrati.
Anche i prospetti del cortile interno a nord subiscono delle lievi modifiche consistenti nella introduzione di setti in muratura
portante e una tramezzatura per il frazionamento dei locali tecnici e di servizio e alla demolizione di due locali in aggetto
a piano primo con conseguente trasformazione delle porte per accedervi in finestre.
È previsto anche il completo rifacimento della copertura dei locali di piano terra con travi in legno e pianelle.
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Gli interventi sopra descritti quindi riconducono le facciate principali del complesso alle caratteristiche
materiche e morfologiche della tradizione.
A seguire alcune immagini estratte dagli elaborati del progetto architettonico e delle demolizioni-ricostruzioni.
Stralcioprospettoest,demolito?ricostruito
Stralcioprospettoest,progettoarchitettonico
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Stralciocorteinternaanord,demolito?ricostruito
Stralciocorteinternaanord,progettoarchitettonico
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Rimodulazione delle quote di calpestio di piano terra
L’intervento previsto a piano terra, oltre alla rimodulazione degli spazi interni e alla chiusura/apertura di vani porta, si
concentra principalmente sulla variazione delle quote di calpestio dei locali di lato nord est e sulla conservazione e
restauro dei pavimenti del porticato e del chiostro interno.
Ciò è stato mosso soprattutto dalla volontà di Padre Ferdinando Campana (rappresentante legale dell’Ente Morale
Provincia Picena San Giacomo della Marca, proprietario dell’immobile) di riproporre i salti di quota tra porticato, chiostro
e locali attigui presenti in antichità. È stata quindi condotta una campagna di saggi per verificare a che quota si
attestassero i vecchi pavimenti (graniglie e mono-cotture risalenti agli anni ’50) e se quindi l’intervento fosse compatibile
agli interventi strutturali previsti.
L’abbassamento riguarda quindi i due saloni principali che si affacciano sul porticato del chiostro, i locali destinati a
servizi e cucine e una saletta sul lato ovest. Tutti gli altri vani di piano terra rimangono alle quote in essere ma al di fuori
del porticato e del chiostro dove i pavimenti vengono conservati e restaurati, per tutti gli altri (in quanto non originali né
di pregio) se ne prevede comunque la sostituzione con piastrelle di cotto fatto a mano.
Per garantire l’accessibilità di piano terra il progetto prevede la realizzazione ove possibile di rampe per disabili. I nuovi
livelli consentono, senza soluzione di continuità, di accedere al nuovo complesso eretto dopo gli eventi sismici del 2016
attualmente dimora dei frati li residenti. Anche il piazzale della corte interna a nord subisce delle lievi modifiche relative
all’andamento altimetrico che per far sì che la zona antistante i locali di servizio sia pianeggiante e quindi fruibile.
Razionalizzazione degli spazi interni
Piano terra
Gli interventi a piano terra si riducono sostanzialmente alla demolizione di alcuni tratti localizzati di muratura per la
creazione di vani porta o analogamente alla chiusura di porte esistenti con elementi portanti per rispondere alle necessità
di progetto e di fruibilità degli spazi interni come, ad esempio, la messa in comunicazione del refettorio (vano 2) con il
locale antistante (vano 14) un tempo comunicanti (come da testimonianze della proprietà).
Per quanto riguarda la zona a sud, appartenente strutturalmente alla fabbrica della chiesa, per volontà della committenza
e per consentire di raggiungere in modo accessibile i piani superiori, si è creato un nuovo vano di distribuzione verticale
con l’affiancamento di un ascensore/monta lettiga.
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Piano primo
A piano primo, a causa degli interventi previsti all’estradosso dei solai di calpestio, si demoliscono e ricostruiscono tutte
le murature non portanti ma non necessariamente sullo stesso sedime cercando di razionalizzare al massimo gli alloggi.
Le nuove tramezzature saranno realizzate in cartongesso (la medesima soluzione sarà adottata anche a piano secondo)
La progettazione è stata condotta con l’intento di creare spazi funzionali e camere dotate tutte di servizi interni e area
guardaroba. In alcuni casi si prevedono veri e propri alloggi dove oltre a camera, bagno e guardaroba si aggiunge un’area
per lo studio. Tutte le stanze sono poi dotate di illuminazione naturale.
A questo piano, come a piano secondo, si sono scelte delle aree per la creazione di sale per la socializzazione e per i
servizi comuni.
Piano secondo
A piano secondo, a causa degli interventi previsti all’estradosso dei solai di calpestio, si demoliscono e ricostruiscono
gran parte delle muratura non portanti interne, salvo la muratura così detta di spina.
Questo per lasciare nella configurazione architettonica e funzionale del piano l’impronta della vecchia distribuzione. La
muratura, seppur di spessore maggiore rispetto alla comune tramezzatura, è comunque realizzata prevalentemente in
laterizio ad alta percentuale di foratura salvo che per l’elemento d’angolo dove sono stati utilizzati anche elementi pieni.
Il progetto strutturale di miglioramento sismico prevede perciò di intervenire con un placcaggio diffuso tramite
applicazione di tessuto per il rinforzo sismico.
Per riproporre il caratteristico impianto planimetrico a croce (presente tra l’altro a piano primo) viene realizzata una zona
distributiva in affiancamento al muro di spiana preservato sull’ala di sud-est. Il corridoio viene prolungato anche fino al
prospetto nord-est con la creazione apposita di una finestra ad arco come tutte quelle posizionate sulla testa del vano
sugli altri lati. In questo modo si ripropone l’assetto a croce tradizionale e si fornisce illuminazione naturale oltre che la
percezione, prima assente, degli spazi esterni.
Come per il piano primo la progettazione è stata condotta con l’intento di creare spazi funzionali e camere dotate tutte
di servizi interni e area guardaroba. Le camere di metratura maggiore vengono inoltre pensate con una zona studio.
Tutte le stanze sono poi dotate di illuminazione naturale.
Per quanto riguarda il solaio di copertura si mantiene quello dell’ala di sud-est costituito da capriate in acciaio e struttura
superiore in legno e pianelle mentre si demolisce completamente l’impianto a sud-ovest in latero-cemento dove è
presente anche il solaio di calpestio di piano sottotetto.
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La nuova copertura viene fatta geometricamente equivalente allo stato di fatto ma per uniformare tutto il piano si realizza
anch’essa con capriate in acciaio e struttura superiore in legno e pianelle.
Si prevede poi per tutto il piano un controsoffitto in cartongesso.
Si riportano di seguito gli stralci delle sezioni di progetto interessate dagli interventi previsti a piano secondo:
StralciosezioneBB’,progettoarchitettonico
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StralciosezioneEE’,progettoarchitettonico
Superamento barriere architettoniche e implementazione del tessuto connettivo orizzontale e verticale
L’intervento di risanamento conservativo del convento ha avuto come obbiettivo principale anche quello del superamento
delle barriere architettoniche e il miglioramento diffuso dei collegamenti orizzontali.
L’accessibilità a piano terra è garantita con l’inserimento di rampe per disabili che superano i lievi salti di quota fra
porticato del chiostro e sale limitrofe.
Con la progettazione del vano ascensore/monta lettiga nella zona di confine con la fabbrica della chiesa, a sud-ovest, si
superano le barriere architettoniche e si garantisce l’accessibilità a qualsiasi livello costruito. Con tale intervento si
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raggiungere, senza soluzione di continuità, anche la chiesa dal convento a piano primo (ora invece è necessario
percorrere una scala).
Stralciopiantadipianoterraconinserimentovanodistributivo,progettoarchitettonico
In generale, quindi, l’intervento si propone di implementare e migliorare il tessuto connettivo orizzontale e verticale.
In conclusione, per entrambi i piani destinati agli alloggi sono stati previste camere per disabili e analogamente almeno
un servizio di piano accessibile.
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Infissi esterni e interni
Per quanto riguarda gli infissi esterni il progetto prevede lo smontaggio e la sostituzione di tutte le finestre. I nuovi infissi
saranno con telaio in legno massello e riproporranno la tipologia più diffusa e tradizionale presente: finestra a due ante
e tre specchiature (salvo quelle dei saloni di piano terra che per le loro particolari dimensioni verranno riproposte con la
medesima geometria). Non verranno ripristinati invece i sistemi di oscuramento esterni (persiane e serrande) ora
presenti in modo caotico e non sempre razionale. Al loro posto si opterà per le ante d’oscuro per tutte le finestre e a tutti
i piani, sempre in legno massello, che riproporranno fedelmente le specchiature della finestra su cui verranno installate.
Le grandi vetrate ad arco del chiostro per l’importante valenza estetica verranno invece conservate attraverso un attento
smontaggio, trattamento del telaio in ferro, riverniciatura, sostituzione delle vetrate e rimontaggio.
Le Porte verranno nella maggior parte dei casi sostituite con infissi di analoghe caratteristiche salvo che per alcune
tipologie di piano terra concentrate principalmente sui vani che si affacciano sul porticato del chiostro interno e di piano
primo localizzate nella zona del corridoio di lato nord-ovest e sud-ovest. In entrambi i casi si tratta di porte in legno
massello con bugne e inserti in vetro o legno.
PROGETTO STRUTTURALE – Interventi di miglioramento sismico sulle strutture verticali ed orizzontali
Gli interventi previsti sono così riassumibili:
– Interventi sui solai piani, sulle volte e sulle coperture dell’edificio esistente:
demolizione della appendice mono-piano addossata al fronte principale e al muro di cinta, lato sud-est, e
ricostruzione di tettoia in legno;
demolizione della copertura dei locali tecnici e per servizi localizzati all’interno della corte e rifacimento della
medesima in legno e pianelle;
irrigidimento e consolidamento delle volte in laterizio (a botte e a crociera) di piano terra e primo mediante
applicazione all’estradosso di rinforzi di rete diffusa in fibra di basalto e acciaio inox ancorati alle murature
d’ambito (risvolto), previo svuotamento e successivo riempimento in materiale leggero. l’intervento si completa
con realizzazione di nuova soletta in c.a. e cordolatura metallica.
realizzazione, in corrispondenza di tutti i piani, di una cordolatura di piano costituita da profili angolari in acciaio
collegati alle murature sottostante mediante perfori;
irrigidimento e consolidamento dei solai piani (laterocemento, acciaio e laterizi, legno e pianelle) alla quota di
calpestio di piano primo e piano secondo mediante soletta armata collaborante in calcestruzzo armato
alleggerito nella maggior parte dei casi collaborante;
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consolidamento di una porzione di copertura in legno e pianelle di piano primo, lato sud-ovest, mediante getto
di soletta armata collaborante in calcestruzzo armato alleggerito;
sostituzione delle travi principali di una porzione dell’impalcato di copertura in legno e pianelle a piano primo,
lato nord-est, e introduzione di una capriata lignea a sostegno della nuova orditura di travi (arcarecci);
demolizione del solaio esistente in laterocemento di piano sottotetto (calpestio) e della copertura di piano
secondo in laterocemento soprastante e conseguente rifacimento di solaio di copertura composto da capriate
in acciaio e struttura lignea superiore (arcarecci e travicelli) collegate alla muratura d’ambito tramite
realizzazione di cordolo in acciaio;
demolizione locale e rifacimento di alcuni controsoffitti in cartongesso di piano primo per adattamento delle
quote interne dovute agli interventi previsti sugli impalcati di piano;
demolizione del controsoffitto presente nella porzione a sud-est di piano secondo e rifacimento per tutto il piano
di controsoffitto in cartongesso ancorato su struttura metallica appositamente predisposta e fissata alle capriate
in acciaio esistenti e nuove.
– Interventi sulle murature dell’edificio esistente:
introduzione di setti in muratura portante e tramezzature in laterizio forato in corrispondenza dei locali di
servizio/tecnici localizzati nella corte interna;
demolizione dei due locali in aggetto di piano primo che si affacciano sulla corte interna e conseguente
trasformazione delle porte per accedervi in finestre con realizzazione di parapetto;
chiusura di alcune nicchie e/o altri vuoti presenti nelle murature, a tutto spessore, per mezzo di mattoni pieni
ben ammorsati ai paramenti esistenti;
recupero delle murature interessate da lesioni passanti con intervento di scuci-cuci;
realizzazione di cuciture armate in corrispondenza di alcuni cantonali di piano terra e primo consistenti in barre
di acciaio iniettate e inserite su perfori predisposti;
stilatura profonda dei giunti sulle murature portanti di piano terra e primo non interessate da interventi di
restauro previa rimozione del materiale presente e incoerente e successiva posa di malta a base di leganti
idraulici;
rinforzo diffuso localizzato su alcuni tratti delle murature portanti mediante applicazione su entrambi i paramenti
di rete in fibra di basalto e microfili di acciaio Inox e connettori in tessuto unidirezionale di fibra di acciaio ad
altissima resistenza;
rinforzo diffuso localizzato su alcuni tratti delle murature portanti mediante applicazione su entrambi i paramenti
di rete in fibra di acciaio galvanizzato collegata mediante diatoni in tessuto unidirezionale di fibra di acciaio ad
altissima resistenza;
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rinforzo delle colonne del chiostro in muratura di mattoni pieni e malta di calce a piano terra in corrispondenza
con l’applicazione di uno strato di rete in fibra di acciaio galvanizzato, le colonne come da progetto di restauro
verranno poi intonacate con scialbatura leggera;
rinforzo delle colonne in muratura di mattoni pieni e malta di calce di piano terra (vano 18) mediante
applicazione di due strati di rete in fibra di acciaio galvanizzato e connettori in tessuto unidirezionale di fibra di
acciaio ad altissima resistenza;
rinforzo delle murature perimetrale di piano terra (vani 15, 16, 18) – allo stato attuale caratterizzate dalla
presenza di un’intercapedine di 20 cm di spessore – mediante allargamento della sezione resistente con
realizzazione di un nuovo paramento in adiacenza in mattoni pieni e malta di calce e collegamenti trasversali
diffusi;
apertura di un vano porta a piano terra e realizzazione di una cerchiatura in acciaio per il ripristino della
resistenza e della rigidezza della parete esistente;
rinforzo delle fasce di piano, superiori e inferiori alle aperture a piano secondo con applicazione di uno strato
di rete in fibra di acciaio galvanizzato applicato su entrambe le facce del paramento e connettori in tessuto
unidirezionale di fibra di acciaio;
placcaggio della muratura di spina di piano secondo realizzata con laterizi ad alta percentuale di foratura salvo
porzioni dove si rileva la presenza anche di mattoni pieni con placcaggio su ambo le facce del paramento con
rete in fibra di basalto e acciaio inox collegata con diatoni passanti;
ispessimento delle murature sottili (spessore 30 cm) di piano secondo per mezzo di una testa di mattoni ben
ammorsati ai paramenti esistenti, ad ottenimento di uno spessore omogeneo di 42 cm per tutte le pareti murarie
perimetrali;
demolizione, in corrispondenza di tutti i piani e ove necessario, dei tramezzi in laterizio forato per consentire di
eseguire gli interventi previsti all’estradosso degli impalcati di piano e realizzazione di pareti nuove divisorie
interne in cartongesso;