
(AGENPARL) – ven 01 dicembre 2023 CGIL SICILIA
UFFICIO STAMPA
COMUNICATO STAMPA
Scuola: Cgil e Flc, raccolte già 4 mila firme per dire no al taglio in
Sicilia di 102 istituzioni scolastiche
Mannino e Rizza: “Il governo regionale impugni il provvedimento.
Inaccettabile che si pensi di far cassa sul futuro dei giovani”.
Martedì la conferenza regionale sul dimensionamento
Palermo, 1 dic- Sono quasi 4 mila in pochi giorni le firme in calce alla
petizione della Flc Cgil Sicilia contro il progetto del governo di
dimensionamento scolastico, che in tre anni taglierà in Sicilia 102
scuole. “E’ il segno del dissenso – dicono i segretari generali
regionali della Cgil e della Flc Alfio Mannino e Adriano Rizza- rispetto
a una misura che renderà ancora più fragile un sistema di istruzione
pubblica che, al contrario, andrebbe rafforzato con adeguati
investimenti”. Con la petizione, lanciata lunedì, il sindacato chiede al
governo di fare marcia indietro. E all’esecutivo regionale di impugnare
il decreto legislativo, “come hanno fatto altre regioni”. Mannino e
Rizza rilevano in una nota che “paradossalmente la Sicilia viene ancora
più penalizzata rispetto al resto di Italia. Il taglio infatti è
superiore al 10% deciso su scala nazionale, con 102 autonomie
scolastiche in meno nel triennio sulle attuali 802”. La mannaia,
sottolineano Mannino e Rizza, “si abbatte su una regione che è ai primi
posti per povertà educativa”. La dispersione scolastica, ricordano Cgil
e Flc, “si attesta in Sicilia al 21% con punte del 25%, rispetto a una
media nazionale dell’11,5%. Nel 2022 l’Italia è quinta tra i Paesi Ue
per abbandoni scolastici precoci, col grande contributo della Sicilia,
dove il 22,4% dei giovani con meno di 18 anni, 10 punti percentuali al
di sopra della media nazionale, lascia la scuola senza diploma o
qualifica professionale. “Una scuola carente di strutture, come
laboratori o palestre, e servizi a supporto come i trasporti” dicono
Mannino e Rizza. “Basti pensare che il 16,5% degli edifici statali sono
classificati come vetusti. La carenza di servizi e di personale-
aggiungono- fa sì che mentre a livello nazionale il 38% delle scuole
offre il tempo pieno, il dato crolla al 6,5% a Palermo alla primaria, al
10,4% alla secondaria, a Catania rispettivamente al 9,5% e al 5,1%,
mentre va meglio a Messina con il 20,3%e il 31,3%”. “Tutto questo in un
contesto regionale che vede crescere la povertà e il disagio sociale”,
osservano i due dirigenti sindacali. “Il sistema istruzione della
Sicilia- ribadiscono- ha bisogno di investimenti, non di tagli che
finirebbero col penalizzare le zone più fragili come le aree interne, le
zone montane, le piccole isole. Le reggenze che il governo vuole
eliminare si aboliscono con nuove assunzioni, per rendere più forte e
più strutturato il sistema scolastico meridionale. Non si può pensare di
fare cassa- sottolineano- condizionando così pesantemente il futuro
delle giovani generazioni”. Intanto martedì si terrà la conferenza
regionale per l’organizzazione della rete scolastica del prossimo anno.
“Contiamo di portare a quel tavolo ancora più firme- concludono Mannino
e Rizza- affinchè ci sia un intervento del governo regionale che induca
l’ esecutivo nazionale al ripensamento”.
2023 dac