
(AGENPARL) – gio 30 novembre 2023 Cia-Agricoltori: un Piano per “Salvare l’agricoltura per salvare il futuro”
Accrescere peso economico e forza negoziale dell’agricoltura; incentivare
ruolo e presidio ambientale del settore; mettere l’agricoltura al centro
dei processi di sviluppo delle aree interne; salvaguardare servizi e
attività sociali vitali per i territori rurali; consolidare la crescita
dell’export agroalimentare Made in Italy. Queste le cinque mosse da cui
parte il Piano nazionale per l’Agricoltura e l’Alimentazione lanciato da
Cia-Agricoltori Italiani in occasione della sua Assemblea annuale, a Roma
all’Auditorium Antonianum, dove più di 500 delegati provenienti da tutta
Italia si sono ritrovati sotto lo slogan “Salvare l’agricoltura per salvare
il futuro”, alla presenza dei ministri Francesco Lollobrigida e Matteo
Salvini, della segretaria del Pd Elly Schlein e del presidente della
Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, e con il messaggio dedicato del
ministro Antonio Tajani. La delegazione della Cia dalla Basilicata, guidata
dal presidente Giambattista Lorusso e dal coordinatore Donato Distefano,
dando continuità alle azioni messe in campo dopo l’assemblea regionale del
6 settembre scorso (con la presenza del presidente nazionale Cristiano
Fini) sottolinea la necessità di riprendere e riproporre le indicazioni
fornite anche a livello di singole Regioni a partire dalla Basilicata e
ancor più nelle Regioni del sud. Proprio il Mezzogiorno – è stato sostenuto
– è il territorio nel quale l’agricoltura può fornire il suo contributo
plurimo partendo dalla redditività e dalla occupazione. Di qui l’esigenza
di garantire la manutenzione del territorio, ottimizzare le strutture sia
viarie che irrigue, favorire un sistema di copertura assicurativo oggi ai
minimi termini (solo il 20% delle aziende assicurate si trovano nelle
regioni del sud Italia). Inoltre, la proposta particolarmente avvertita
nella nostra Regione in materia di contrasto ai cinghiali. Particolare
attenzione è stata dedicata alla “questione aree interne”. Secondo Cia, per
contrastare l’abbandono e il depauperamento dei territori marginali, serve
una programmazione organica, con obiettivi definiti e monitoraggio
costante, per le infrastrutture sia fisiche che
digitali. Va anche riorganizzato il sistema della governance agricola
territoriale, partendo dai Gal, i Consorzi e le Camere di commercio.
Inoltre, è indispensabile favorire l’abitabilità nelle aree interne, con
interventi di fiscalità agevolata, accesso al credito e liquidità per fare
impresa nel settore primario. Bisogna, quindi, definire una legge quadro
per valorizzare e incentivare la dimensione familiare dell’attività
agricola nelle zone rurali e finalizzare una normativa nazionale per lo
sviluppo dell’imprenditoria giovanile e femminile. Indispensabili strumenti
più flessibili e moderni per fare incontrare domanda e offerta di lavoro,
oltre a una revisione della legge quadro sull’agricoltura sociale per il
completo riallineamento tra le regioni. Infine, è strategico rilanciare il
legame tra agricoltura e attività economiche locali, prima tra tutte il
turismo, con nuovi fondi dedicati agli agriturismi e ai progetti sulle
Comunità del cibo. Diventa tra l’altro necessario adeguare il sistema
pensionistico agricolo, portando gli assegni al minimo a 780 euro e
introducendo la pensione di garanzia per i giovani agricoltori. In
parallelo, nelle aree rurali e montane, bisogna riorganizzare i servizi
pubblici essenziali, ad esempio tramite una “Strategia Nazionale sulla
Medicina Territoriale” con particolare attenzione al ruolo della
telemedicina. Altrettanto importanti sono gli incentivi fiscali sul costo
di locazione degli immobili a uso abitativo per gli operatori sanitari,
sociosanitari e scolastici. Occorre, inoltre, promuovere, negli istituti
agrari e alberghieri, percorsi di formazione finalizzati all’inserimento
lavorativo nelle aziende agrituristiche.
IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE – “Senza un’agricoltura in salute, viene
compromesso il diritto a un’alimentazione sana, sostenibile e accessibile a
tutti -ha detto in apertura dei lavori il presidente di Cia, Cristiano
Fini-. Ma il settore ora vive una crisi generalizzata, tra tante emergenze
che acutizzano il divario tra i prezzi pagati agli agricoltori e quelli
sugli scaffali dei supermercati, con aumenti che superano anche il 400% dal
campo alla tavola”. Per questo, ha continuato Fini, “Cia si candida come
interlocutore delle istituzioni per definire il Piano agricolo nazionale
sempre annunciato, ma mai realizzato, in grado di invertire la rotta,
collocando finalmente il settore primario tra i protagonisti della filiera
agroalimentare, un colosso da circa 550 miliardi di fatturato in cui
l’agricoltura prende però solo l’11%”. In questo percorso “l’Italia e,
soprattutto, l’Europa devono essere dalla nostra parte, abbandonando
posizioni e regolamenti ideologici anche in vista delle prossime elezioni
Ue. D’altronde -ha chiosato Fini- se non c’è agricoltura, il Made in Italy
non può esistere, scompare il presidio del territorio e le aree interne
muoiono. Un rischio che il Paese non può correre”.