
(AGENPARL) – lun 27 novembre 2023 *Matera, Acito (Azione): Appalto nei Sassi, ritardi da Guinness*
“Siamo davanti ad un primato da Guinness: la durata di un appalto pubblico
che si trascina da oltre 27 anni. L’ aggravante: appalto nei Sassi di
Matera patrimonio Unesco dal 1993. Ventisette anni dall’ affidamento
dell’incarico di progettazione del 1996, per il recupero del patrimonio
edilizio finanziato con la legge 179/92. Una parte consistente del Sasso
Caveoso interessato dal cantiere per il recupero edilizio finalizzato a
realizzare 72 alloggi da destinare ad edilizia sociale con un finanziamento
di oltre 9 milioni di euro. Dalla data dell’appalto (2005) ad oggi si sono
succedute varianti che hanno ridotto gli alloggi da 72 a 40 e, infine,
l’ultima proposta del comune di Matera di portare il numero a 7 alloggi con
il recupero di 17 locali non residenziali. Negli anni è cambiata la
classificazione sismica del territorio regionale (2003), complicando le
procedure per le verifiche statiche degli edifici interessati, con la
conseguente necessità di verificare l’idoneità delle opere di
consolidamento eseguite e progettate. Degli oltre 9 milioni del
finanziamento risultano rendicontati e spesi circa 5,5 milioni di euro con
un residuo disponibile di oltre 3,6 milioni di euro. Lavori fermi,
contratto rescisso con l’appaltatore. È di giugno 2020 la relazione del
commissario straordinario nominato dalla regione per fare il punto della
situazione da cui emerge la necessaria approvazione, da parte della giunta
comunale di Matera, della perizia di variante relativa ai sette alloggi da
completare con il recupero dei locali non residenziali. Delibera approvata
ed inviata dal comune di Matera alla regione il 21 luglio 2021 a cui la
Regione Basilicata non ha ancora risposto. Roba di ordinaria
mala-burocrazia. Con più aggravanti. Stato di degrado nel cantiere
recintato da ormai 18 anni, immagine di abbandono ambientale lungo percorsi
interessati da numerosi flussi turistici. Lo stato di degrado non è solo
visivo, con erbacce ed animali poco adeguati alla accoglienza turistica,
ma interessa anche le strutture portanti che, senza interventi di
consolidamento specifico, rischiano di collassare creando problemi non solo
statici ma anche di sicurezza per turisti e residenti. Esistono certamente
le soluzioni, forse non esiste la volontà di affrontarle evidenziando
un’evidente responsabilità, visti i mancati riscontri, degli uffici
regionali. Per la spiccata vocazione turistico ricettiva, la domanda di
immobili, nei Sassi, è superiore all’offerta per cui, paradossalmente, la
revoca del finanziamento regionale non sarebbe una catastrofe ma, con
specifici avvisi pubblici, si potrebbero acquisire candidature di soggetti
pubblici e/o privati interessati a completare i lavori di recupero negli
immobili, con risorse proprie da portare a scomputo come sub-concessionari,
adottando i criteri già collaudati della legge 771/86. Purché si decida,
purché si esca dal limbo asfissiante di questo appalto che ha paralizzato
diversi comparti nei rioni Sassi, facendo crescere paurosamente il degrado
ambientale e statico, con il cantiere sommerso da erba e rifiuti e con
quadri fessurativi su murature messe in sicurezza che, però, ostentano il
proprio rischio in bella evidenza. Se, malauguratamente, si verificasse un
crollo, non cadrebbero solo le strutture, crollerebbe la capacità
attrattiva, franerebbe il Pil, non solo della città di Matera, con buona
pace della diffusa microeconomia privata che ha deciso di investire le
proprie risorse nell’accoglienza turistica e con buona pace del ministro
Salvini che ha promosso il nuovo Codice per ridurre i tempi di
realizzazione degli appalti pubblici”.
Lo dichiara Enzo Acito (Azione), ex consigliere regionale