
(AGENPARL) – mar 21 novembre 2023 Grazie al fronte unito delle opposizioni (una volta tanto!), il ministro
Tajani è stato oggi costretto ad annunciare in Parlamento che l’Accordo
Italia/Albania per l’apertura di due centri di detenzione per migranti nel
Paese delle aquile sarà oggetto di ratifica parlamentare. Solo due
settimane fa la responsabile immigrazione di FdI, Sara Kelany, dichiarava
alla stampa: “Da quello che ci è dato sapere (l’Accordo, ndr) non ha
bisogno di passaggio parlamentare”.
Ci auguriamo che in sede di ratifica il governo si chiarisca le idee su
quali soggetti saranno deportati in Albania. Nelle sue comunicazioni di
oggi alla Camera Tajani ha parlato di due situazioni personali e giuridiche
del tutto incompatibili fra loro: la prima è quella di coloro che saranno
raccolti in mare aperto da navi dello Stato italiano e per cui il “Decreto
Cutro” prevede che in 28 giorni debba essere conclusa la pratica di
accoglimento o respingimento della richiesta di asilo, incluso un ricorso
al magistrato. Ma Tajani ha dichiarato che in Albania potranno finire anche
“persone in attesa di rimpatrio dopo l’accertamento dell’assenza dei
requisiti per il soggiorno in Italia”. Si tratta di persone che si trovano
già in Italia, su cui pende l’ordine di espulsione, che domande e ricorsi
li hanno già fatti. E sono quelli che in teoria possono essere trattenuti
in un Cpr fino a 18 mesi.
Se così fosse, il “turn over albanese” ipotizzato dalla premier Meloni
(36.000 persone all’anno, 3.000 al mese) sarebbe solo una pia (neanche
tanto) illusione.
Lo dichiarano in una nota Massimiliano Iervolino-Segretario Radicali
Italiani-Igor Boni-Presidente Radicali Italiani-Giulio Manfredi-Giunta
Radicali Italiani
*Comunicazione Radicali Italiani*
Firma – radicali.it