
(AGENPARL) – lun 20 novembre 2023 In collaborazione con
INDAGINE INTERNAZIONALIZZAZIONE 2023
LE IMPRESE PIEMONTESI NEL PANORAMA GLOBALE
INDICE
Ambizione piemontese, orizzonte globale
Executive summary
1. Indagine Internazionalizzazione 2023
1.1 Dati e risultati
1.2 Strumenti e agevolazioni, i più utilizzati in Piemonte
1.3 L’export piemontese a cura di Unioncamere Piemonte
1.4 Le soluzioni di SACE per le imprese piemontesi a cura di Sace
2. Strategie di internazionalizzazione
2.1 Confindustria nel mondo
2.2 Il Nordovest sbarca a Bruxelles
2.3 Le azioni del sistema confindustriale in Piemonte
2.4 Incentivi sistema Piemonte
3. Scenari, trend e prospettive
3.1 Il contesto globale e l’export nel 2024
3.2 L’Italia e la crescita possibile
3.3 Focus sul Piemonte
APPENDICI
Metodologia e analisi del campione
Credits
Pubblicato il 20 novembre 2023.
Ambizione piemontese, orizzonte globale
di Marco Gay e Alessandro Battaglia
Questa indagine racconta il cuore pulsante dell’imprenditoria piemontese, che non
alza la voce ma che ogni giorno vive in Europa e oltre il suo orizzonte naturale. Il
capitale umano, le persone, sono il collante e l’abilitatore in ogni singolo ufficio,
impianto e stabilimento. E ancora di più, quando si va all’estero a vendere, quel
capitale di conoscenze è quello che fa la differenza, è il valore aggiunto di quello che
produciamo nel nostro Piemonte. Anche grazie a questo sforzo quotidiano siamo la
quarta regione italiana per export. È un risultato che si costruisce giorno dopo giorno,
che origina anche nelle nostre scuole e università, e poi prosegue nelle aziende dove
aggiornamento, investimenti e formazione sono continui.
Per rafforzare questo percorso nel 2020 come Confindustria Piemonte abbiamo
istituito la ‘Commissione Internazionalizzazione e Attrazione Investimenti’ composta
da imprenditori nominati da ciascuna delle otto nostre territoriali piemontesi, e dal
gruppo di lavoro dei funzionari, con l’obiettivo di rappresentare in modo sempre più
unitario e coordinato gli interessi, le necessità e le prospettive delle aziende
piemontesi. Internazionalizzazione e attrazione investimenti, innanzitutto, ma anche
promozione e sviluppo di progetti, elaborazione di proposte da condividere con la
Regione Piemonte e gli altri stakeholder. Nel 2021 abbiamo poi sottoscritto il
‘Protocollo di intesa per il consolidamento e l’attrazione degli investimenti esteri’
insieme a Confindustria – ABIE (Advisory Board Investitori Esteri) e Regione Piemonte,
per la retention e l’espansione degli investimenti delle imprese estere come partner
indispensabili per lo sviluppo dell’economia. Abbiamo inoltre partecipato
all’organizzazione di progetti internazionali e multi-confindustriali per lo sviluppo del
business all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese piemontesi in
collaborazione con le Confindustrie regionali di Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia.
Mentre con Confindustria e Ice Agenzia abbiamo partecipato a ‘Progetto Canada Education & Business Program’ e ‘Road to Asean’ con focus su Vietnam, Indonesia e
Singapore. Il 18 ottobre 2022 poi insieme a Confindustria e all’Osservatorio Imprese
Estere (OIE) abbiamo organizzato il convegno ‘Le imprese a capitale estero e il rilancio
del territorio’ durante il quale è stato presentato l’approfondimento dedicato alla
Regione Piemonte nell’ambito del Volume ‘Le imprese estere in Italia: il ruolo nelle
economie regionali’. Infine, a metà settembre di quest’anno, abbiamo aperto un ufficio
condiviso con Confindustria Liguria e Valle d’Aosta a Bruxelles, per portare
direttamente nel cuore dell’Europa le 7.500 imprese del Nord Ovest che
rappresentiamo.
Passi concreti, quindi, per sviluppare al meglio il tesoro che riportano i dati di questa
prima edizione di questa ‘Indagine Internazionalizzazione’ di Confindustria Piemonte,
che avrà cadenza biennale e intende restituisce una fotografia delle attività, delle
strategie e dei trend che le imprese mettono in pratica, quando decidono di varcare i
confini nazionali ed affermarsi nei mercati esteri. Un lavoro tanto più importante in
questa fase delicata, dove registriamo una frenata da parte dei nostri partner
principali, Germania e Francia, e in cui il contesto macroeconomico e finanziario è
complesso.
Anche per questi motivi, come rappresentanti degli imprenditori, siamo sempre più
convinti che sia decisivo monitorare le trasformazioni e capire gli orientamenti delle
imprese, implementare i momenti di confronto sui temi di attualità internazionale.
Perché è sempre fondamentale essere presenti all’estero, esplorare nuovi mercati e
conquistare nuovi fatturati ma farlo con qualità, innovazione e dedizione. L’auspicio è
che questo ulteriore progetto si consolidi e che possa dare risposte concrete a chi sta
avviando nuovi percorsi internazionali.
Marco Gay
Presidente Confindustria Piemonte
Alessandro Battaglia
Delegato all’internazionalizzazione di Confindustria Piemonte
Executive summary
Lo scenario
Il commercio mondiale di beni, secondo il Centro Studi Di Confindustria nel 2023 calerà
dell’1%, stima fortemente rivista dalle previsioni di marzo quando si prevedeva una
crescita del 2%. Nei primi 7 mesi si è registrata una contrazione dello 0,1%. Anche in
Italia nella prima parte del 2023 lo scenario è mutato. Nel secondo trimestre le
esportazioni sono diminuite dello 0,6%, anche se su base annua in valore assoluto la
crescita è stata del +4,2% per colpa dell’inflazione. Il Rapporto Export di SACE 2023 di
giugno prevede che nel 2023 le esportazioni supereranno i 660 miliardi di euro con una
crescita del 6,8%, per poi proseguire nel 2024 con una crescita del 4,6% e per il biennio
2025-2026 del 3,8%. Anche un recente studio Prometeia-Intesa Sanpaolo evidenzia
una forte ripresa nel 2024 e 2025, quando la bilancia commerciale sarà attiva per 106
miliardi, pari a circa il 5% del Pil. Le esportazioni piemontesi nel 2023 supereranno i 60
miliardi di euro, confermando la quarta posizione tra le regioni piemontesi, dopo un
primo semestre che si è chiuso con una crescita del 15,6% rispetto al 2022 a quota 32,8
miliardi di euro.
Il campione
La prima indagine biennale ‘Le imprese piemontesi nel panorama globale’ che ha
coinvolto 610 aziende, condotta nel 2023 da Confindustria Piemonte in collaborazione
con le Confindustrie territoriali piemontesi. Per la redazione del rapporto hanno
collaborato Sace e Unioncamere Piemonte.
I dati dell’indagine
Negli ultimi tre anni il 55% delle imprese piemontesi dichiara che la propria quota di
fatturato estero è rimasta stabile, il 36% che è aumentata e solo per l’9% denuncia un
calo. In termini di valore, l’export nel 2022 ha pesato sul 37,6% del fatturato, dato che
sale al 63% limitando l’analisi al 50% delle imprese più attive all’estero. Analizzando il
numero di Paesi con cui le imprese operano, il 38,2% serve è attivo in oltre 10 Paesi, il
28% tra 5 e 10 Paesi ed il 33,7% ha rapporti con meno di 5 Paesi. E tra le imprese che
servono oltre 10 Paesi, nel 59% dei casi si tratta di piccole, nel 35% di medie e solo nel
6% di grandi imprese. Le esportazioni nel 2023 sono cresciute o sono rimaste stabili
per il 72% delle piccole imprese piemontesi, il 25% delle medie e il 3% grandi aziende.
A livello geografico le imprese internazionalizzate che hanno partecipato all’indagine,
sono più presenti a Torino e Cuneo (rispettivamente 24,5% e 20,9%), seguono poi le
aziende appartenenti alle associazioni di Novara-Vercelli-Valsesia (19,5%), Biella
(12,1%), Alessandria (11,3%), Canavese (6,6%), Asti (2,7%) ed infine il Verbano-CusioOssola (2,5%). Analizzando le modalità attraverso cui le imprese hanno deciso di
lavorare con i mercati esteri, l’attività maggiormente diffusa è l’esportazione diretta
rappresentata dal 42% delle imprese. Seguono le importazioni di materiali e
componenti, adottata per il 19%, l’esportazione in regime subfornitura al 14% e la
vendita tramite proprie filiali esterne al 9%. Tra gli strumenti esistenti per favorire i
processi di internazionalizzazione l’utilità maggiore è attribuita alla ricerca di
controparti estere ritenuta di maggiore interesse per il 28,8%, le imprese, a seguire
molto apprezzati le organizzazioni di incontri B2B con un riscontro pari al 18,1% e le
consulenze tecniche per il 14,1%. A seguire il supporto per la partecipazione a missioni
commerciali all’estero (11,6%) e l’assistenza nella ricerca di finanziamenti agevolati
(11,4%). Per quanto attiene alle agevolazioni utilizzate negli ultimi quattro anni, le
imprese piemontesi hanno utilizzato maggiormente i voucher per fiere estere, che
risultano adoperati per il 27,3%, a seguire l’adesione ai Progetti Integrati di Filiera (PIF)
per il 17,8% delle imprese, per l’11,4% i Contratti di Sviluppo del Mise e gestiti da
Invitalia, per il 10,6% le agevolazioni ICE.
1. Indagine Internazionalizzazione 2023
1.1 Dati e risultati
Obiettivi e caratteristiche delle imprese partecipanti all’indagine
La prima indagine biennale ‘Le imprese piemontesi nel panorama globale’ condotta nel
2023 da Confindustria Piemonte insieme alle 8 Associazioni Territoriali è stata divulgata
a tutte le imprese del sistema piemontesi pari a 5600 aziende e hanno risposto l’11%
delle imprese pari a 610.
Il campione delle imprese ben si distribuisce nelle risposte su tutti i territori. Il dato di
risposta per Associazione di territorio, (in ordine decrescente) è costituito da: il 26,6%
Torino, il 23,6% Cuneo, il 17,7% Novara-Vercelli-Valsesia, l’11,1% Biella, l’8,9%
Alessandria, il 6,7% Canavese, il 3% Asti e il 2,5% Verbano-Cusio-Ossola.
Per classe dimensionale, rileviamo che esso si compone del 79%, da piccole imprese,
per il 18% di medie imprese ed il 2% è costituito da grandi imprese.
Il dato dimensionale è fedele alla reale composizione del tessuto manifatturiero
associato al sistema confindustriale piemontese, in gran parte costituito da PMI e la
riposta delle PMI all’indagine conferma il grande interesse nei processi e nella crescita
di internazionalizzazione.
Gli obiettivi che ci siamo posti nel condurre questa indagine Internazionalizziamone in
Piemonte principalmente sono:
? Restituire la presenza delle imprese sui mercati esteri, tipologie di rapporti con
l’estero, il fatturato e l’individuazione dei Paesi di interesse per nuovi progetti
commerciali;
? Fotografare i trend e le strategie che le imprese attuano e intendono attuare sui
mercati globali;
? Indirizzare progetti imprenditoriali all’estero;
? Orientare le misure a supporto del processo di internazionalizzazione delle
Imprese elaborate dai policy makers;
? Valutare i servizi offerti sul tema e le agevolazioni utilizzate;
? Confermare l’indagine come un progetto strutturale del sistema confindustriale,
con cadenza biennale.
Abbiamo poi suddiviso il campione per filiere produttive.
Dal grafico a seguire notiamo che il settore impianti/edilizia/costruzioni ha risposto per
il 13,1%, l’abbigliamento/moda/tessile è pari al 10,8%, la filiera dell’automotive al
10,6%, i servizi alle imprese con il 10%, a seguire la filiera relativa ai prodotti in metallo
e lavorazioni meccaniche al 7,4%, l’agroalimentare al 7,4%, seguono
chimico/gomma/plastica al 5,9 e ICT/new media al 4,7%.
Filiere di appartenenza
EDILIZIA/ COSTRUZIONI/ IMPIANTI
13,1%
ABBIGLIAMENTO/ MODA/ TESSILE
10,8%
ALTRO
10,6%
AUTOMOTIVE/MACCHINE OPERATRICI MOBILI
10,3%
SERVIZI ALLE IMPRESE
10,0%
PRODOTTI IN METALLO E LAVORAZIONI MECCANICHE
AGROALIMENTARE
CHIMICO/ GOMMA/ PLASTICA
ICT/ NEW MEDIA
STAMPA/ EDITORIA
BIOMEDICALE/ FARMACEUTICO/ SANITÀ
ENERGETICO/ AMBIENTALE
GRANDE DISTRIBUZIONE (GDO)
MEZZI E SISTEMI DI PRODUZIONE
LOGISTICA/ INTERMODALITÀ/ TRASPORTI
ARREDAMENTO/ CASA
LUSSO/ ALTO DI GAMMA
CULTURA/ TEMPO LIBERO/ SPORT
TURISMO/ SERVIZI ALLA PERSONA
COSMETICA/ DETERGENTI/ PRODOTTI PER LA PULIZIA
AEROSPAZIO
FERROVIARIO
10,0%
12,0%
14,0%
Analisi dati
? Rapporti con l’estero
La prima domanda posta alle imprese è stata quella di sapere se avessero già relazioni
o attività con l’estero. Le imprese internazionalizzate, ovvero quelle che intrattengono
rapporti con i mercati internazionali, corrispondono al 61% del campione di questa
indagine e il 23% ha dichiarato l’intenzione di guidare la propria attività a relazioni di
export.
Di questo 61% corrispondono per classe dimensionale al 70,6% piccole, 25,8% medie
ed il 3,6% grandi.
In riferimento alla loro distribuzione territoriale, le imprese già internazionalizzate che
hanno partecipato all’indagine, sono più presenti a Torino e Cuneo (rispettivamente
24,5% e 20,9%), seguono le aziende appartenenti alle associazioni di Novara-VercelliValsesia (19,5%), Biella (12,1%), Alessandria (11,3%), Canavese (6,6%), Asti (2,7%) ed
infine il Verbano-Cusio-Ossola (2,5%).
Imprese internazionalizzate appartenenti alle associazioni territoriali.
24,5%
20,9%
19,5%
12,1%
11,3%
TORINO
CUNEO
NOVARA
VERCELLI
VALSESIA
BIELLA
ALESSANDRIA
CANAVESE
VERBANO
CUSIO OSSOLA
? Quali tipologie di rapporti le imprese intrattengono con l’estero
Analizzando le modalità attraverso cui le imprese hanno deciso di lavorare con i mercati
esteri, l’attività maggiormente diffusa è l’esportazione diretta rappresentata dal 42%
delle imprese. Seguono le importazioni di materiali e componenti, adottata per il 19%,
l’esportazione in regime subfornitura al 14% e la vendita tramite proprie filiali esterne
al 9%. La produzione diretta tramite sedi o stabilimenti corrisponde al (6,5%), l’acquisto
di impianti e tecnologie all’estero (3,9%), la presenza commerciale tramite uffici di
rappresentanza (2%), relazioni in corso con investitori stranieri (1,6%), produzione con
imprese locali (0.8%). Livelli di attuazione nettamente più bassi si rilevano per le joint
venture con vendita e/o con produzione all’estero (0,3%), ed infine, la produzione
affidata in licenza ed il franchising all’estero non hanno riscontrato risposte da parte
del campione in esame.
Guardando più nel dettaglio chi ha riposto di intrattenere attività di esportazione
dirette (pari al 41,9%), di queste il 54,1% utilizza esclusivamente canali di vendita diretta
interagendo direttamente con il cliente ed il mercato estero di riferimento, mentre, la
restante parte (45,9%), associa all’attività diretta di export altre modalità/attività, che
nei casi maggiori riguarda l’importazione di materiali e componenti, e l’esportazione
indiretta in regime di subfornitura.
Tipologia di rapporto con l’estero
ESPORTAZIONE DIRETTA
41,9%
IMPORTAZIONI MATERIALI E COMPONENTI
19,4%
ESPORTAZIONE IN SUBFORNITURA
14,2%
VENDITA CON PROPRIE FILIALI ESTERE
PRODUZIONE IN SEDI O STABILIMENTI
ACQUISTO DI IMPIANTI E TECNOLOGIE DALL’ESTERO
UFFICI DI RAPPRESENTANZA COMMERCIALE
PRESENZA DI INVESTITORI STRANIERI
PRODUZIONE ATTRAVERSO IMPRESE LOCALI
JOINT VENTURE CON PRODUZIONE ALL ESTERO
JOINT VENTURE CON VENDITA ALLESTERO
PRODUZIONE AFFIDATA IN LICENZA
FRANCHISING ALL ESTERO
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
30,0%
35,0%
40,0%
45,0%
? Quote di fatturato realizzato all’estero nel 2022
In termini di valore, l’export nel 2022 ha pesato sul 37,6% del fatturato, dato che sale
per il 52% del campione di imprese che hanno rapporti internazionali che registra il 63%
di fatturato all’estero in media.
Il 27% delle imprese hanno dichiarato che l’attività export incide sul fatturato oltre il
60% del loro totale, il 25% registra un fatturato estero compreso tra il 30% ed il 60% e,
per il 23% la quota di fatturato ha pesato tra il 10% ed il 30%. Infine, il 25% delle imprese
internazionalizzate ha registrato meno del 10% del fatturato estero.
Quota di fatturato realizzato all’estero nel 2022
MENO DEL10%
DA 10 A 30%
DA 30 A 60%
OLTRE 60%
Il fatturato è stato condizionato negli ultimi anni?
Relativamente agli ultimi tre anni, il 55% delle imprese dichiara che la quota di fatturato
estero è rimasto stabile, per il 36% è aumentata e solo per l’9% è diminuita. Nonostante
negli ultimi tre anni, il quadro globale sia stato critico (pandemia, tensioni geopolitiche,
crisi energetica, alterazione degli scambi commerciali, inflazione ecc.) il dato relativo
alla stabilità e all’aumento del fatturato all’estero è positivo e riguarda il 91%
(55%+36%) delle imprese rispondenti, e corrisponde per classe dimensionale al 72%
piccole imprese, 25% medie e 3% grandi aziende.
Quota di fatturato realizzatao all’estero negli ultimi 3 anni
AUMENTATA
STABILE
DIMINUITA
? Portafoglio Paesi: in quanti Paesi le aziende operano
Per capire l’impronta della presenza all’estero abbiamo chiesto di rispondere sulla base
di range prestabiliti con quanti Paesi le aziende hanno rapporti. Emerge che il 38,2%
servono oltre 10 Paesi, il 28% tra i 5 e i 10 Paesi ed il 33,7% ha rapporti tra 1 e5 Paesi.
Numero Paesi serviti
45,0%
38,2%
40,0%
33,7%
35,0%
28,0%
30,0%
25,0%
20,0%
15,0%
10,0%
MENO DI 5
TRA 5 E 10
OLTRE 10
Analizzando la classe dimensionale, a livello solo numerico emerge che le imprese che
servono oltre 10 Paesi, nel 59% dei casi sono piccole, il 35% medie e l’6% grandi imprese.
Le imprese che hanno risposto di servire tra i 5 e i 10 paesi, sono così distinte: il 79%
piccole, il 17% medie ed il 4% grandi. Infine, le imprese che hanno dichiarato di servire
tra 1 e 5 paesi sono per il 76% piccole imprese, per il 24% medie e nessuna grande
impresa.
? Dove si produce all’estero
Abbiamo chiesto alle imprese piemontesi di indicarci se avevano sedi produttive
all’estero e in quali Paesi Ue e Extra UE.
Emerge che il 6,5% del totale del campione ha sedi produttive all’estero.
Sedi produttive per Paese
Il 16% delle imprese hanno stabilimenti in Francia, il 14% negli Stati Uniti e l’11% in
Germania. A seguire il 10% ha sedi in Cina, l’8% in Polonia e Brasile, segue la Spagna
con il 7%. Sviluppando la voce “altro Paese”, risultano tra le risposte specificate la
Romania, seguono Serbia e Albania, Svizzera e Messico.
? Sedi commerciali
Stessa domanda è stata posta relativamente alla presenza all’estero tramite sedi
commerciali (ci riferiamo vendita con proprie filiali (9%) e uffici di rappresentanza (2%)
e quali fossero i Paesi di riferimento. In linea di massima, si confermano i Paesi
precedenti: a far da capofila la Francia con il 15%, a seguire con entrambi il 13%, la
Germania e gli Stati Uniti, il 10% in Spagna ed in Uk il 9%. Scomponendo la voce “altro
paese”, in Europa troviamo Portogallo, Grecia, Belgio, Olanda, Svizzera, Bulgaria,
Slovenia, Turchia, Albania, Tunisia, Svezia, Danimarca, Lituania, Austria, Rep. Ceca,
Ungheria; extra Ue ci sono Emirati Arabi Uniti ed Arabia Saudita, Canada, Messico,
Argentina e Australia.
Sedi commerciali per Paese
? Focus: sedi produttive e sedi commerciali distribuite per filiera e Paese
Abbiamo ritenuto importante approfondire le risposte precedenti (per sede produttive
e per sedi commerciai) per Paese e li abbiamo messi in relazione alle filiere produttive,
che nel caso delle sedi produttive all’estero prendono in esame i paesi maggiormente
indicati: Francia, USA, Germania e Cina.
Sedi produttive: caratterizzazione filiere per Paese
FRANCIA
5,0% 10,0% 15,0% 20,0% 25,0% 30,0% 35,0% 40,0% 45,0% 50,0%
AUTOMOTIVE/MACCHINE OPERATRICI MOBILI
14,3%
EDILIZIA/ COSTRUZIONI/ IMPIANTI
14,3%
SERVIZI ALLE IMPRESE
14,3%
AGROALIMENTARE
CHIMICO/ GOMMA/ PLASTICA
ENERGETICO/ AMBIENTALE
FERROVIARIO
GRANDE DISTRIBUZIONE (GDO)
AUTOMOTIVE/MACCHINE OPERATRICI MOBILI
41,7%
CHIMICO/ GOMMA/ PLASTICA
16,7%
ABBIGLIAMENTO/ MODA/ TESSILE
MEZZI E SISTEMI DI PRODUZIONE
SERVIZI ALLE IMPRESE
GERMANIA
CHIMICO/ GOMMA/ PLASTICA
30,0%
AUTOMOTIVE/MACCHINE OPERATRICI MOBILI
20,0%
FERROVIARIO
10,0%
ICT/ NEW MEDIA
10,0%
SERVIZI ALLE IMPRESE
10,0%
AUTOMOTIVE/MACCHINE OPERATRICI MOBILI
44,4%
ABBIGLIAMENTO/ MODA/ TESSILE
11,1%
CHIMICO/ GOMMA/ PLASTICA
11,1%
EDILIZIA/ COSTRUZIONI/ IMPIANTI
11,1%
SERVIZI ALLE IMPRESE
11,1%
Anche nel caso delle sedi commerciali, abbiamo approfondito la caratterizzazione delle
filiere in riferimento ai Paesi che sono stati maggiormente indicati: Francia, Germania,
USA e Spagna.
Sedi commerciali: caratterizzazione filiere per Paese
10,0%
20,0%
19,2%
AUTOMOTIVE/MACCHINE OPERATRICI MOBILI
19,2%
CULTURA/ TEMPO LIBERO/ SPORT
FERROVIARIO
GRANDE DISTRIBUZIONE (GDO)
MEZZI E SISTEMI DI PRODUZIONE
SERVIZI ALLE IMPRESE
40,0%
21,7%
CHIMICO/ GOMMA/ PLASTICA
17,4%
ABBIGLIAMENTO/ MODA/ TESSILE
GERMANIA
35,0%
AGROALIMENTARE
AUTOMOTIVE/MACCHINE OPERATRICI MOBILI
13,0%
AGROALIMENTARE
FERROVIARIO
GRANDE DISTRIBUZIONE (GDO)
ICT/ NEW MEDIA
MEZZI E SISTEMI DI PRODUZIONE
SERVIZI ALLE IMPRESE
AUTOMOTIVE/MACCHINE OPERATRICI MOBILI
30,4%
ABBIGLIAMENTO/ MODA/ TESSILE
30,0%
11,5%
EDILIZIA/ COSTRUZIONI/ IMPIANTI
13,0%
AGROALIMENTARE
CHIMICO/ GOMMA/ PLASTICA
EDILIZIA/ COSTRUZIONI/ IMPIANTI
ARREDAMENTO/ CASA
GRANDE DISTRIBUZIONE (GDO)
MEZZI E SISTEMI DI PRODUZIONE
SERVIZI ALLE IMPRESE
AUTOMOTIVE/MACCHINE OPERATRICI MOBILI
35,3%
CHIMICO/ GOMMA/ PLASTICA
SPAGNA
25,0%
ABBIGLIAMENTO/ MODA/ TESSILE
CHIMICO/ GOMMA/ PLASTICA
FRANCIA
15,0%
17,6%
ABBIGLIAMENTO/ MODA/ TESSILE
AGROALIMENTARE
FERROVIARIO
GRANDE DISTRIBUZIONE (GDO)
MEZZI E SISTEMI DI PRODUZIONE
SERVIZI ALLE IMPRESE
? Francia e Germania primi partner
Sia nel caso della presenza di sedi produttive che della localizzazione di sedi
commerciali, i mercati europei si confermano i principali Paesi di riferimento, su tutte
Francia e Germania, per ovvie ragioni di vicinanza geografica ed economica. Invece,
per i Paesi non europei si confermano Stati Uniti e Cina, i driver economici più
importanti a livello globale.
D istribuzione per Paes e
FRANCIA
GERMANIA
POLONIA BRASILE
SPAGNA
INDIA
SEDI COMMERCIALI
10,2%
11,4%
13,4%
13,6%
13,4%
15,9%
15,1%
SEDI PRODUTTIVE
RUSSIA GIAPPONE
? Dove vorrei esportare
Una volta individuati i principali modelli dell’internazionalizzazione delle imprese
piemontesi, ci siamo diretti verso il futuro rappresentando i Paesi verso cui le imprese
piemontesi intendessero avviare progetti futuri e quindi indirizzare le proprie attività di
commercio estero. Anche in termini di proiezioni future si evidenzia una certa
continuità con le strategie adottate fino ad ora, le imprese rispondenti confermano che
il mercato principale di riferimento è quello europeo, sul podio Francia (16%),
Germania (15%) e Spagna (12%). Per i Paesi non comunitari, i dati esprimono la
preferenza verso gli Stati Uniti (12%), UK (9%) e Cina (7%).
Paesi dove si intendono avviare progetti futuri
18,0%
16,0%
14,0%
12,0%
10,0%
15,6%
15,3%
11,9%
11,7%
? Focus per filiera e Paese con cui avviare progetti futuri
Abbiamo approfondito il dato di risposta rispetto alle filiere produttive che intendono
avviare progetti futuri in Francia, Germania, USA, Spagna, UK e Cina.
Progetti futuri: caratterizzazione filiere per Paese
10,0%
15,0%
20,0%
FRANCIA
AUTOMOTIVE/MACCHINE OPERATRICI MOBILI
25,0%
20,0%
ABBIGLIAMENTO/ MODA/ TESSILE
15,0%
AGROALIMENTARE
15,0%
EDILIZIA/ COSTRUZIONI/ IMPIANTI
STAMPA/ EDITORIA
CHIMICO/ GOMMA/ PLASTICA
ICT/ NEW MEDIA
SERVIZI ALLE IMPRESE
ARREDAMENTO/ CASA
LUSSO/ ALTO DI GAMMA
ENERGETICO/ AMBIENTALE
LOGISTICA/ INTERMODALITÀ/ TRASPORTI
MEZZI E SISTEMI DI PRODUZIONE
AUTOMOTIVE/MACCHINE OPERATRICI MOBILI
28,8%
AGROALIMENTARE
15,3%
ABBIGLIAMENTO/ MODA/ TESSILE
10,2%
GERMANIA
CHIMICO/ GOMMA/ PLASTICA
ARREDAMENTO/ CASA
MEZZI E SISTEMI DI PRODUZIONE
EDILIZIA/ COSTRUZIONI/ IMPIANTI
ICT/ NEW MEDIA
BIOMEDICALE/ FARMACEUTICO/ SANITÀ
FERROVIARIO
SERVIZI ALLE IMPRESE
STAMPA/ EDITORIA
AUTOMOTIVE/MACCHINE OPERATRICI MOBILI
22,2%
AGROALIMENTARE
15,6%
ABBIGLIAMENTO/ MODA/ TESSILE
11,1%
MEZZI E SISTEMI DI PRODUZIONE
30,0%
BIOMEDICALE/ FARMACEUTICO/ SANITÀ
CHIMICO/ GOMMA/ PLASTICA
EDILIZIA/ COSTRUZIONI/ IMPIANTI
ICT/ NEW MEDIA
ARREDAMENTO/ CASA
STAMPA/ EDITORIA
TURISMO/ SERVIZI ALLA PERSONA
35,0%
Progetti futuri: caratterizzazione filiere per Paese
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
AUTOMOTIVE/MACCHINE OPERATRICI MOBILI
24,2%
AGROALIMENTARE
18,2%
SPAGNA
ABBIGLIAMENTO/ MODA/ TESSILE
CHIMICO/ GOMMA/ PLASTICA
EDILIZIA/ COSTRUZIONI/ IMPIANTI
ARREDAMENTO/ CASA
COSMETICA
ICT/ NEW MEDIA
LUSSO/ ALTO DI GAMMA
MEZZI E SISTEMI DI PRODUZIONE
AUTOMOTIVE/MACCHINE OPERATRICI MOBILI
21,2%
ABBIGLIAMENTO/ MODA/ TESSILE
18,2%
AGROALIMENTARE
CHIMICO/ GOMMA/ PLASTICA
EDILIZIA/ COSTRUZIONI/ IMPIANTI
ARREDAMENTO/ CASA
ICT/ NEW MEDIA
TURISMO/ SERVIZI ALLA PERSONA
STAMPA/ EDITORIA
AUTOMOTIVE/MACCHINE OPERATRICI MOBILI
23,1%
AGROALIMENTARE
15,4%
ABBIGLIAMENTO/ MODA/ TESSILE
11,5%
ARREDAMENTO/ CASA
CHIMICO/ GOMMA/ PLASTICA
EDILIZIA/ COSTRUZIONI/ IMPIANTI
ENERGETICO/ AMBIENTALE
MEZZI E SISTEMI DI PRODUZIONE
SERVIZI ALLE IMPRESE
30,0%
? Paesi di approvvigionamento
Abbiamo intervistato le imprese in termini di fornitura. Ci siamo riferiti al 2021 per
determinare dove le imprese hanno acquistato beni intermedi / materie prime o servizi
per la produzione.
La risposta prevalente per il mercato di approvvigionamento è l’Italia per il 61,9% degli
acquisti di materie prime, beni intermedi o servizi coinvolge, di cui il 32,3% sceglie il
Piemonte. I Paesi dell’UE sono stati indicati dal 23% ed il 15,1%% i paesi extra-UE.
Dove le imprese acquistano beni servizi e materie prime
35,0%
32,3%
29,6%
30,0%
23,0%
25,0%
20,0%
15,1%
15,0%
10,0%
IN ALTRE REGIONI ITALIANE
IN PIEMONTE
IN PAESI UE
IN PAESI EXTRA-UE
? Provenienza della committenza per la subfornitura
Ragionando in termini di mercato, abbiamo chiesto di indicarci per quanto riguarda i
lavori su commessa la provenienza. È emerso che il 66,2% delle imprese lavora con
contratti di subfornitura in Italia. Infatti, committenti italiani generano una parte
consistente del volume di lavoro riconducibile a tale rapporto: il 66,2%, di cui la
committenza piemontese prevale registrando il 33,4%. Seguono, gli altri committenti
dell’UE con il 20,6% e la committenza extra europea con il 13,2% della preferenza.
Provenienza della committenza per la subfornitura
40,0%
35,0%
30,0%
25,0%
20,0%
15,0%
10,0%
33,4%
32,8%
20,6%
13,2%
PIEMONTE
ALTRE REGIONI ITALIANE
PAESI UE
PAESI EXTRA-UE
In entrambi i casi, è positivo il dato relativo all’utilizzo delle filiere italiane e locali, ed
inoltre si confermano le tradizionali relazioni lungo le filiere europee. Tra le motivazioni
potrebbero esserci l’aumento delle tensioni globali geopolitiche che hanno condotto
verso la riconfigurazione delle catene di fornitura, prediligendo i fornitori italiani ed
europei. L’obiettivo è rafforzare le filiere produttive piemontesi, aumentarne la
competitività e la capacità di controllo della catena del valore.
Confronto provenienza fornitura e committenza
APPROVVIGIONAMENTO
40,0%
35,0%
30,0%
33,4%
29,6%
32,3%
SUBFORNITURA
32,8%
23,0%
25,0%
20,6%
20,0%
15,1%
15,0%
13,2%
10,0%
PIEMONTE
ALTRE REGIONI ITALIANE
PAESI UE
PAESI EXTRA-UE
? Reshoring
L’indagine analizza anche il tema del reshoring, chiedendo alle imprese partecipanti se
avessero intenzione di riportare in Piemonte una o più sedi attualmente localizzate
all’estero. Il 2% del campione ha manifestato l’intenzione di chiudere uno o più impianti
di produzione all’estero e rilocalizzarli in Piemonte, mentre l’1% sta effettivamente
considerando l’opportunità. Abbiamo anche chiesto di indicarci quali “condizioni”
ritenessero utili per fare leva sul fenomeno del reshoring e più in generale per
l’attrazione investimenti.
Le imprese piemontesi auspicano lo snellimento delle procedure burocratiche ed il
costo del lavoro più competitivo, rispettivamente il 29,1% ed il 21,3%. Seguono la messa
in campo di agevolazioni fiscali (18,1%), costi energetici più competitivi (16%) e
l’attivazione di forme di detassazione (14,6%).
Condizioni utili al reshoring
PROCEDURE BUROCRATICHE SNELLE
29,1%
COSTO DEL LAVORO COMPETITIVO
21,3%
AGEVOLAZIONI FISCALI
18,1%
COSTI ENERGETICI COMPETITIVI
16,0%
DETASSAZIONI
14,6%
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
30,0%
35,0%
Il tema del reshoring è oggetto di attenzione da parte del Governo in quanto da una prima analisi del
testo dello schema di Schema di decreto legislativo recante attuazione della riforma fiscale in materia di
fiscalità internazionale* che è stato sottoposto all’esame del Parlamento, nella versione trasmessa in
Di seguito un accenno sui punti più rilevanti della disciplina sul reshoring attualmente prevista dal
predetto schema di Decreto:
10 anni l’obbligo di permanenza delle grandi imprese post-rientro
non concorrenza alla formazione della base imponibile ai fini dell’IRES e dell’IRAP del 50% dei
redditi imponibili derivanti da attività economiche trasferite da Paesi UE o SEE nel territorio
italiano;
Sotto questo punto di vista, il riferimento alle attività economiche pare volutamente generico,
poiché sembrerebbe allo stato ricomprendere anche rami aziendali od operazioni straordinarie
transfrontaliere che li contengano, nonché attività d’impresa esercitate da società appartenenti
allo stesso gruppo;
la predetta agevolazione troverebbe applicazione a partire dal periodo d’imposta in corso al
momento in cui avviene il trasferimento, e per i cinque periodi d’imposta successivi, innalzati a
dieci per le grandi imprese, da individuarsi sulla base dei parametri dettati dalla
raccomandazione 2003/361/CE della Commissione del 6 maggio 2003 (i.e., 250 dipendenti, 50
milioni di euro di fatturato e 43 milioni di totale di bilancio);
sono escluse le attività esercitate nel territorio dello Stato nei 24 mesi antecedenti il loro
trasferimento, nell’ottica di evitare che siano agevolate attività nuovamente trasferite al solo
fine di beneficiare del vantaggio fiscale;
il contribuente è obbligato a mantenere separata la contabilità idonea a consentire il riscontro
della corretta determinazione del reddito e del valore della produzione netta agevolabile;
l’agevolazione cessa se nei cinque periodi d’imposta successivi alla scadenza del regime
agevolativo, ovvero dieci se trattasi di grandi imprese individuate ai sensi della
raccomandazione 2003/361/CE, c’è un nuovo offshoring, anche parziale, delle attività in
qualsiasi altro Stato (anche UE o SEE), per cui il beneficiario sarà tenuto al pagamento delle
imposte oggetto dello sgravio, unitamente agli interessi (sarebbe invece da escludere il
versamento di sanzioni).
Attenzioneremo l’evolversi dello Schema di decreto legislativo recante attuazione della riforma
fiscale in materia di fiscalità internazionale e delle misure ad esse connesse.
*Fonte del testo in esame:
https://www.camera.it/leg19/682?atto=090&tipoAtto=Atto&idLegislatura=19&tab=2#inizio
1.2 Strumenti e agevolazioni, i più utilizzati in Piemonte
Analisi dati indagine
? Servizi alle imprese per l’internazionalizzazione
Sono molti i servizi delle Confindustrie di territorio e dagli enti preposti come Regione
Piemonte, CEIP, ICE, SACE, Simest, per accompagnare le aziende nei processi di
internazionalizzazione. L’indagine ha quindi voluto indagare sulla tipologia di strumenti
maggiormente utilizzati al fine di indirizzare le strategie verso il potenziamento delle
nostre imprese sui mercati esteri. La conoscenza degli strumenti esistenti per favorire
i processi di internazionalizzazione è la base per potersi affacciare ai mercati esteri e,
nel caso di imprese già internazionalizzate, per effettuare un upgrade volto ad
incrementare il volume d’affari e la competitività sui mercati internazionali.
Abbiamo proposto di indicarci quali tra i servizi all’internazionalizzazione ritenessero
più importanti per favorire le attività all’estero.
La ricerca di controparti estere è stata ritenuta di maggiore interesse per il 28,8%, le
imprese, a seguire molto apprezzati le organizzazioni di incontri B2B con un riscontro
pari al 18,1% e le consulenze tecniche per il 14,1%. A seguire il supporto per la
partecipazione a missioni commerciali all’estero (11,6%) e l’assistenza nella ricerca di
finanziamenti agevolati (11,4%). Infine, di minore interesse invece il supporto per la
segnalazione di opportunità di investimento (7,8%) e le segnalazioni di interesse (4,9%)
e l’assistenza alle gare d’appalto (1,9%). L’1,4% che ha indicato altro servizio, ha
segnalato: le attività di supporto per e-commerce internazionali, i voucher per le fiere
estere, i contratti di licenza ed il controllo dell’affidabilità di potenziali clienti esteri.
Servizi a supporto dell’internazionalizzazione
RICERCA CONTROPARTI ESTERE
28,8%
INCONTRI B2B
18,1%
CONSULENZE TECNICHE
14,1%
PARTECIPAZIONE A MISSIONI ESTERE
11,6%
RICERCA FINANZIAMENTI
11,4%
SEGNALAZIONE OPPORTUNITA’ DI INVESTIMENTO
SEGNALAZIONI DI INTERESSE
ASSISTENZA PER GARE APPALTO
ALTRO SERVIZIO
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
30,0%
35,0%
? Partecipazione a fiere e possesso brevetti
Inoltre, è stato chiesto alle aziende se adottassero la modalità di promozione dei propri
prodotti attraverso la partecipazione a fiere, riscontrando una buona adesione pari al
47% delle imprese rispondenti.
Un’ulteriore domanda ha interessato il possesso di brevetti, per la quale il 30% delle
imprese rispondenti ha dichiarato di possederne.
? Agevolazioni utilizzate negli ultimi 4 anni
Per indirizzare, confermare e aumentare le tipologie di agevolazioni, abbiamo
domandato quali avessero utilizzato negli ultimi quattro anni.
Tra quelle messe in campo, le imprese piemontesi dichiarano di aver utilizzato
maggiormente i voucher per fiere estere, che risultano adoperati per il 27,3%, a seguire
l’adesione ai Progetti Integrati di Filiera (PIF) per il 17,8% delle imprese, per l’11,4% i
Contratti di Sviluppo del Mise e gestiti da Invitalia, per il 10,6% le agevolazioni ICE. Di
minor utilizzo i voucher per temporary export manager per il 5,7%, le agevolazioni dei
FESR per il 5,3% ed infine le Missioni CEIP per il 2,3%. Alla voce “altre agevolazioni” che
vale il 19,7%, le imprese hanno dichiarato di aver utilizzato: i finanziamenti SACE,
Simest, il credito d’imposta, i servizi offerti dalle camere di commercio e da Finpiemonte,
e agevolazioni PNRR.
Agevolazioni utilizzate negli ultimi 4 anni
VOUCHER PER FIERE ESTERE
27,3%
ALTRE AGEVOLAZIONI
19,7%
PROGETTI INTEGRATI DI FILIERA (PIF)
17,8%
CONTRATTO DI SVILUPPO INVITALIA MISE
11,4%
10,6%
VOUCHER PER TEMPORARY EXPORT MANAGER
MISSIONI CEIP
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
30,0%
1.3 L’export piemontese a cura di Unioncamere Piemonte
Il buon andamento registrato anche nel 2023 dal tessuto imprenditoriale regionale
viene sostenuto e confermato dai dati relativi al commercio estero.
Il Piemonte è da sempre caratterizzato da una forte vocazione ai mercati esteri,
testimoniata da un’incidenza dell’export sul Prodotto interno lordo regionale pari al
40%. Proprio per questo una buona performance del commercio estero risulta
determinante per la crescita economica complessiva.