
(AGENPARL) – gio 16 novembre 2023 *Scuola, sciopero del 17 novembre. Lavoratori e studenti uniti contro
definanziamento e privatizzazione*
Roma, 16 novembre – Le battaglie e le ragioni di lavoratrici e lavoratori,
studentesse e studenti, in occasione dello *sciopero del 17 novembre* e
della giornata di mobilitazione internazionale degli studenti, si
fonderanno in una stessa data. Infatti, a poco più di un anno
dall’insediamento del ministro Valditara e alla luce degli insufficienti
stanziamenti nella legge di bilancio per il contratto e agli assenti fondi
per il diritto allo studio, l’idea di scuola del Governo appare sempre più
povera, divisa e precaria. Riforme come l’autonomia differenziata, il
dimensionamento scolastico con il taglio di quasi 900 istituti, l’alto
tasso di lavoro precario, le riforme della condotta e della filiera tecnico
professionale, rischiano di rendere la scuola un moltiplicatore di
disuguaglianze, subordinato alle logiche del mondo delle aziende e dei
privati. Per tutti questi motivi le lavoratrici e i lavoratori della
Conoscenza si fermeranno il 17 novembre per lo sciopero nazionale e
scenderanno in piazza con studenti e studentesse.
La *segretaria generale della FLC CGIL* *Gianna Fracassi *dichiara:
“Scioperiamo
per contrastare il definanziamento dei settori della conoscenza in questo
Paese. Nella scuola è in atto una vera e propria *spending review* che si
tradurrà, col dimensionamento, in un taglio lineare che rischia di
sguarnire il sistema dell’istruzione soprattutto nei territori più deboli
come il Sud e le aree interne. Saremo in piazza anche contro il tentativo
di privatizzare interi pezzi della conoscenza tramite l’entrata dei privati
nella governance degli istituti con l’introduzione della nuova filiera
tecnico-professionale. Una riforma che piega alle esigenze dell’imprese il
sistema dell’istruzione negandone la vera funzione che è quella di formare
cittadini critici e consapevoli. Le risorse in legge di bilancio per
rinnovare i nostri contratti sono insufficienti e non si affronta il tema
della stabilizzazione dei 200 mila precari della scuola. Un lavoro stabile
è un diritto per il lavoratore e garantisce continuità e qualità
dell’offerta didattica. Scioperiamo infine, perché riteniamo ingiusto e
illegittimo il disegno di autonomia differenziata che è attualmente in
discussione in Parlamento e che rischia di portare a un sistema fatto di
tante scuole diverse, con i diritti a geometria variabile a seconda del
territorio in cui si vive”.
*Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Unione Degli Studenti*
sottolinea: “Scendiamo in piazza il 17 novembre per portare all’attenzione
della politica e del Paese tutto le richieste del manifesto nazionale *I
diritti non si meritano*, frutto di momenti assembleari e di confronto tra
gli studenti di tutto il Paese. Ribadiamo che l’istruzione non si merita, è
un diritto di base, e lo rivendichiamo con forza: il diritto ad
un’istruzione completamente gratuita, con una Legge nazionale sul diritto
allo studio e almeno il 5% del PIL all’istruzione; il diritto ad una scuola
non subordinata alle aziende e ai privati, con l’ abolizione dei PCTO e
delle forme di Alternanza Scuola – Lavoro in favore dell’istruzione
integrata; il diritto a spazi sicuri ed adeguati, con interventi massivi
sull’edilizia scolastica; il diritto ad una scuola tutelante, con una
riforma della didattica e della valutazione ed interventi per la tutela del
benessere psicologico; il diritto a decidere nelle nostre scuole, con il
potenziamento della rappresentanza studentesca ed un nuovo Statuto dei
diritti degli studenti e delle studentesse”.
Per la *Rete degli Studenti Medi, Paolo Notarnicola *ribadisce: “Ogni
giorno il futuro della nostra generazione diventa sempre più precario.
Vediamo avanzare la crisi climatica e conflitti globali, e lo spazio per
noi è pari a zero: veniamo educati ad un lavoro povero e precario, mancano
fondi per garantire la tutela del benessere psicologico nella sanità
pubblica e il diritto allo studio è di fatto negato. Non resteremo a
guardare in silenzio mentre il Governo disinveste nei giovani. A partire
dalla finanziaria serve stanziare fondi per garantire l’accesso
all’istruzione, serve investire in edilizia, serve fermare le riforme che
stanno svuotando di senso e privatizzando la formazione nel nostro Paese.
Il 17 scenderemo in piazza in tutto il Paese insieme ai lavoratori dell’FLC
CGIL, perché non accetteremo decisioni prese sulla nostra pelle, non
resteremo a guardare!”.
*Ufficio stampa Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL Nazionale*
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