
[lid] I prezzi sono in calo dopo che i rapporti della US Energy Information Administration hanno accumulato scorte di petrolio greggio nel paese, segnalando debolezza della domanda.
I prezzi del petrolio sono scesi giovedì a causa dei dati deboli sulla domanda negli Stati Uniti e dei timori che i segnali di recessione in Cina possano frenare anche la domanda di petrolio del paese.
Il greggio Brent, punto di riferimento internazionale, è stato scambiato a 80,78 dollari al barile alle 10:59 ora locale (07:59 GMT), in calo dello 0,49% rispetto al prezzo di chiusura di 81,18 dollari al barile della precedente sessione di negoziazione di mercoledì.
Il benchmark americano, il West Texas Intermediate (WTI), è stato scambiato nello stesso periodo a 75,83 dollari al barile, in calo dell’1,08% rispetto alla chiusura di mercoledì di 76,66 dollari al barile.
Entrambi i benchmark hanno continuato la loro tendenza al ribasso durante i primi scambi asiatici a causa dei segnali di indebolimento della domanda di petrolio nei due maggiori paesi consumatori di petrolio, Stati Uniti e Cina.
Secondo l’Energy Information Administration (EIA), le scorte commerciali di petrolio greggio negli Stati Uniti sono aumentate di circa 3,6 milioni di barili a 439,4 milioni di barili, rispetto alle aspettative dell’American Petroleum Institute di un aumento di circa 1,3 milioni di barili.
Inoltre, un rapporto pubblicato mercoledì ha rivelato che l’indice manifatturiero della Fed di New York a novembre è salito al livello più alto da aprile, superando le stime del mercato.
Secondo la Federal Reserve Bank di New York, l’indice Empire State Manufacturing, che misura le condizioni generali dell’economia di New York, è balzato di 13,7 punti questo mese dai -4,6 punti di ottobre a 9,1 punti, ben al di sopra delle previsioni.
L’indice di mercato era previsto a -2,8 punti. Letture sopra lo zero indicano condizioni in miglioramento, mentre quelle sotto mostrano condizioni in peggioramento.
Gli analisti prevedono che la Fed manterrà i tassi di interesse costanti alla riunione di dicembre, in base ai prezzi nei mercati finanziari, ma si aspettano che la banca inizi a tagliare i tassi di interesse a giugno del prossimo anno.
La presidente della Federal Reserve Bank di San Francisco, Mary Daly, ha descritto gli ultimi dati sull’inflazione come “molto incoraggianti” e ha accennato a “ulteriori aumenti dei tassi di interesse” mentre la banca centrale continua la sua lotta contro l’inflazione.
Nonostante l’intervento del governo, i prezzi delle case nelle principali città della Cina – il paese che è sia il più grande importatore di petrolio al mondo che il secondo più grande consumatore di petrolio – hanno registrato il calo più grande in più di nove anni in ottobre. Anche il mercato petrolifero risente di questi dati deboli, con un calo della domanda che porta ad un abbassamento dei prezzi.
Tuttavia, i recenti rapporti dell’OPEC e dell’Agenzia internazionale per l’energia che mostrano previsioni positive sull’economia cinese e sulle prospettive della domanda di petrolio hanno alleviato queste preoccupazioni e limitato ulteriori cali dei prezzi.
