[lid] Siamo veramente alla frutta, l’ultimo provvedimento riguarda la chiusura della caccia al cinghiale nella zona interessata dove bivaccano i due orsetti di Amarena che il Parco Nazionale non è stato in grado di catturarli subito dopo la morte della madre. I due orsetti da agosto non hanno cambiato zona, sono rimasti stanziali tra la località sperone, Aschi e Casale d’Aschi, una zona circoscritta dove gli orsetti mangiano indisturbatamente cibandosi di animali domestici come da insegnamento della madre conseguenziale. Per la tutela degli orsetti scende in campo l’assessore che invece di scagliarsi contro la gestione del Parco ha sospendere solo la caccia al cinghiale, lasciando tutte le altre attività venatorie con l’ausilio del cane. Noi agricoltori ci chiediamo perché solo al cinghiale visto l’emergenza sanitaria e i danni nei campi del fucino? Non sappiamo chi consiglia il nostro assessore, ma una cosa è certa, non si intende né di caccia e né di territorio. La zona dove gli orsetti fanno le loro scorribande, la caccia al cinghiale si è aperta il 1 di ottobre come da calendario venatorio redatto dal suo assessorato, che tra l’altro non rispetta la percentuale delle aree protette, quindi il provvedimento arriva con un mese di ritardo. I cacciatori di cinghiali assegnatari di quella zona avevano già evitato di cacciare in quella località proprio per la tutela degli orsetti, ma il nostro assessore chiude una zona ancora più vasta interessata da tre comuni marsicani. Come sempre i cacciatori ed in particolare i cinghialai sono i primi a tutelare la fauna fattivamente e non con azioni tardive e mediatiche, ma con i fatti evitando di cacciare in quella zona. Resta il fatto però che il commissario nominato dal governo per la peste suina ha chiesto di abbattere 28.000 cinghiali con azioni di contenimento anche dentro le aree protette per fare un vuoto sanitario al fine di arginare il dilagare dell’infezione che potrebbe compromettere la zootecnia suinicola, si vede che al nostro assessore tiene più fare bella figura mediatica che non tutelare la zootecnia e l’agricoltura. Ma perché la regione Abruzzo ha incassato i soldi dei cacciatori a settembre, quando l’orsa è stata abbattuta ad agosto e chiude la caccia al cinghiale a novembre?
Lo dichiara Cospa Abruzzo in una nota