
(AGENPARL) – sab 11 novembre 2023 CONTINUANO LE FOLLIE NELLE CARCERI MINORILI DEL PAESE. NOTTE DI FUOCO A
CASAL DEL MARMO, ROMA. DETENUTI APPICCANO FUOCO ALLE CELLE E AGGREDISCONO
POLIZIOTTO PENITENZIARIO, ORA RICOVERATO AL GEMELLI. FERMA LA CONDANNA DEL
SINDACATO CNPP. ———— ROMA, 11 nov 2023 – Una condizione kafkiana negli
Istituti Penali per Minorenni del Paese: tra evasioni, incendi, aggressioni
e problematiche varie che, ab illo tempore, attanagliano il buon andamento
organizzativo e gestionale. La notte scorsa, si è consumato un ennesimo
evento critico che, inequivocabilmente, ha compromesso l’ordine, la
sicurezza e l’incolumità psico-fisica del personale di Polizia
Penitenziaria. A Casal del Marmo, Roma, i detenuti hanno appiccato fuoco,
provocando ingenti danni, e hanno aggredito fisicamente un poliziotto
penitenziario che ora è ancora ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma.
Non possiamo più assistere al silenzio dell’Amminsitrazione Penitenziaria
dinanzi a queste situazioni – chiosano Domenico Pelliccia e Giuseppe Merola
della Federazione Sindacati Autonomi CNPP – che condannano fermamente
quanto sta accadendo nelle strutture penali per minorenni. Il nostro vivo
apprezzamento per il Comando di Reparto di Polizia Penitenziaria dell’IPM
di Roma, capitanato dal 1 Dirigente Rosario Moccaldo, che nonostante le
fatiche è riuscito a limitare i danni,con una non comune professionalità.
Non basta solo esprimere vicinanza e solidarietà, appare ormai troppo
pleonastico e lapalissiano, ma chiediamo con forza che vengano riviste le
politiche gestionali della popolazione detenuta di tutte le articolazioni
del Paese. Occorrono serie analisi rispetto a diversi aspetti, partendo
dalla detenzione dei detenuti ultra ventunenni e coloro che non rispondono
alle offerte trattamentali – continuano i sindacalisti – Politica ed
Istituzioni devono aprire un tavolo di confronto con le parti sociali, al
fine di addivenire in soluzioni equilibrate per gli assetti organizzativi,
coniugando sicurezza e trattamento, oltre a rafforzare l’esecuzione penale
esterna. Servono risposte, non promesse – concludono –