[lid] Felice ROMANO, Segretario generale del SIULP, e Giuseppe TIANI, Segretario generale del SIAP commentano l’annuncio dell’innovativo accordo relativo all’insediamento di una sorta di CPR in Albania: “Tutti sanno che la gestione del complesso fenomeno dell’immigrazione richiede risposte articolate e complesse sottolineano i due leader sindacali – giacché coinvolge non solo il nostro Paese ma l’intera Europa e gli Stati che affacciano sul bacino del mediterraneo. Un aspetto è ormai chiaro a tutti: per contrastare i trafficanti di esseri umani che lucrano sulle condizioni di vita e sulle disgrazie che sono alle origini delle migrazioni, dovendo gestire i flussi che approdano sul nostro territorio e su quello europeo più in generale, occorrono risorse economiche e personale specializzato per affrontare al meglio le complessità che tale problematica comporta. Ecco perché il progetto del Governo di voler costituire un CPR per ogni regione consentirebbe, quantomeno, di far cessare il nomadismo delle Forze di Polizia costrette a percorrere in lungo e in largo la nostra penisola per accompagnare i cittadini stranieri approdati sulle coste per decongestionare i luoghi di arrivo. Abbiamo reiteratamente richiesto assunzioni ad hoc per la gestione di questi centri, considerato che, oggi, quelli già operanti gravano sulle Questure dei territori ove insistono e sottraggono personale al controllo del territorio e alla sicurezza di quei cittadini”.
“Una situazione, quella appena evidenziata, che se non supportata con nuove immissioni di personale appositamente dedicato porterà, necessariamente, alla chiusura di uffici per carenza di personale. Atteso che già oggi siamo in deficit di oltre 11mila unità a cui si aggiungano le migliaia di pensionamenti che ogni anno depauperano il dato, andamento questo che porterà ad avere, entro il 2030, 40mila poliziotti pensionati dei 92mila oggi in servizio”.
“Apprendiamo dai mass media che è stato sottoscritto un accordo con l’Albania per istituire in quel paese un centro dove sistemare e trattare gli immigrati clandestini che giungono nel nostro territorio. Pur non volendo entrare nel merito delle motivazioni politiche di tale scelta politica, non possiamo esimerci dal manifestare la nostra perplessità e preoccupazione, considerato che nessuno ha fatto cenno ai costi relativi alle risorse umane che dovranno essere inviate in missione all’estero per garantire la sicurezza e la funzionalità di questo centro e alle problematiche discendenti dai profili giuridici rispetto al nostro ordinamento e a quelli internazionali che pure insistono sul fenomeno. Preoccupazione, quest’ultima che si aggiunge alle ombre che abbiamo riscontrato nella lettura attenta della bozza della legge di stabilità inviata al Parlamento per la relativa approvazione, atteso che è stata accompagnata anche dalla premessa che non ci saranno emendamenti al testo licenziato dal governo”.
“Nell’emananda legge di stabilità, relativamente al Comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico – sottolineano i leader sindacali – non abbiamo rinvenuto alcun finanziamento per procedere all’arruolamento di risorse dedicate ai nuovi e incombenti compiti che scaturiscono dal ripristino delle frontiere Schengen per la cosiddetta rotta balcanica, per garantire il funzionamento degli istituendi CPR, compreso quello annunciato che vedrà la luce in Albania, né quelli occorrenti per mezzi e strumenti necessari a mantenere e rafforzare la lotta alla criminalità organizzata e non”.
“Abbiamo riscontrato, invero, solo il finanziamento per il rinnovo del contratto di lavoro relativo al triennio 2022/2024 senza, peraltro, conoscere ancora quale sarà la ripartizione di queste risorse tra i vari comparti interessati e se in esso vi sono anche le risorse per riconoscere la specificità del nostro comparto che garantisce l’operatività della funzione di polizia e di difesa e soccorso, nonché la tutela del personale, il quale, per mantenere l’efficienza fisica richiesta per l’assolvimento della mission istituzionale, subisce gravi penalizzazioni in termini retributivi e previdenziali che il Governo si è impegnato a sanare per garantire operatività e funzionalità del sistema sicurezza difesa e soccorso pubblico”.
“Ed è proprio con queste preoccupazioni – concludono SIULP e SIAP – pur volendo essere fiduciosi che nessuno pensi di poter tagliare ancora sulla sicurezza anche in relazione alle tensioni provenienti dagli scenari guerra che sono alle porte del nostro Paese, attendiamo l’incontro di giovedì 16 p.v. con la premier Meloni nel corso del quale, auspichiamo, ci saranno dati tutti i chiarimenti del caso e le necessarie rassicurazioni sulla reale volontà del Governo riguardo i temi della sicurezza e della difesa dei nostri cittadini e del nostro Paese”.