(AGENPARL) - Roma, 7 Novembre 2023(AGENPARL) – mar 07 novembre 2023 All’attenzione del Presidente della Repubblica: Morti sul lavoro è il Lazio
la Regione più virtuosa d’Italia per il numero di morti sui Luoghi di
lavoro (escluso itinere) in rapporto al numero di abitanti, meglio di tutte
le altre anche Liguria e Lombardia, questo perché sono regioni con un forte
terziario. E’ ora di fare chiarezza sui lavoro sul lavoro, come qualità e
dimensioni delle tragedie: l’Osservatorio Indipendente di Bologna è stato
il primo ed è ancora l’unico Osservatorio che registra tutti i morti sul
lavoro e non solo gli assicurati a INAIL, altri hanno cominciato dopo, ma
elaborano i morti che diffonde INAIL
1)   I morti sul lavoro che diffonde INAIL sono solo quelli che gli
arrivano dal territorio e sono SOLO i suoi assicurati, oltre 4milioni di
lavoratori hanno assicurazioni diverse e a questi occorre aggiungere i
morti in nero, quindi quando INAIL li diffonde ai media non dice
chiaramente che sono solo una parte dei morti sul lavoro, il 40% dei morti
sui Luoghi di lavoro non sono assicurati a INAIL.
2)   Occorre tenere distinti chiaramente i morti sui Luoghi di Lavoro da
quelli che muoiono in itinere, mettendoli insieme si fa solo una grande
confusione: categorie dell’industria che hanno un numero molto elevato di
addetti, sembrano le meno sicure, ma se si separano dai lavoratori che
muoiono sulle strade ci si accorge che sono quelle che hanno meno morti sul
lavoro, e le risorse dello Stato vanno soprattutto a loro: a chi gestisce
la Sicurezza e organizza iniziative di varia natura, dove ce n’è meno
bisogno. La stragrande maggioranza dei morti sul lavoro sono concentrate
nelle piccole e piccolissime aziende, nell’artigianato e nei servizi, dove
questo denaro praticamente non arriva. Questo punto richiede la massima
chiarezza, non si possono spendere i soldi che vengono detratti dalle buste
paghe dei lavoratori solo per far arricchire chi gestisce queste
ingentissime risorse.
3)   Lo Stato controlla come vengono spesi questi soldi? A chi vanno?
Esiste un Ente indipendente che controlla?
4)   Oltre 7000 lavoratori sono morti in questi 16 anni senza avere
neppure “l’onore” di essere considerati caduti sul lavoro, sono spariti nel
nulla perché non c’è stato nessun organo dello Stato che li ha monitorati:
solo gli schiacciati dal trattore sono stati oltre 2600 in questi 16 anni,
ma nessuno dello Stato se ne accorge, neppure il Ministero dell’Agricoltura
si è mai sentito dire una sola parola su questa strage che uccide nonni,
figli, padri, nipoti e creatura innocenti, come il povero Dante che è morto
pochi giorni fa a 14 anni; se il padre e la madre, che saranno distrutti
dall’angoscia: avranno il senso di colpa per il resto della loro vita, ma
se avessero saputo che anche quest’anno prima del loro povero figlio già
altri 150 avevano perso la vita prima di lui con questo “mostro” che
chiamano trattore forse avrebbero prestato molta più attenzione, così anche
per gli altri schiacciati e i loro famigliari. A mio parere ci sono gravi
responsabilità dello Stato che avrebbe dovuto allarmare chi li guida e i
loro famigliari.
5)   Se si contano tutti i morti sui Luoghi di lavoro e non solo gli
assicurati all’INAIL si nota un vero drammatico dato: un morto su tre sui
luoghi di lavoro è un ultrasessantenne, possibile che in una nazione
considerata civile non faccia nessuna distinzione tra chi svolge un lavoro
pericoloso, per sé e per gli altri, come per esempio nell’autotrasporto, e
manda in pensione con lo stesso numero di anni che svolge un lavoro
impiegatizio: chi ha più di 60 anni, ha i riflessi poco pronti, non ci
sente più bene, la vista è calata ecc. Sono andato a vedere i morti che
avevo registrati il primo anno di monitoraggio: nel 2008 ci furono 67
morti che morirono sui luoghi di lavoro, quest’anno al 30 ottobre sono già
303, questo qualcosa vorrà pur dire; vecchi che continuano a lavorare per
le magre pensioni, spesso in nero perché perdono il lavoro in tarda età e
non hanno ancora maturato il diritto d’andare in pensione .
		