
(AGENPARL) – mar 07 novembre 2023 Gentile collega,
condividiamo di seguito e in allegato il comunicato stampa “Adulti e vaccinati: lo siamo davvero? La ricerca IQVIA, promossa da Viatris, che fotografa percezioni, credenze e comportamenti degli italiani in merito alla vaccinazione antinfluenzale”.
La fascia di popolazione oggetto dell’indagine è responsabile non solo della decisione di vaccinare sé stessa, ma anche, molto spesso, della vaccinazione dei più fragili, in particolare bambini e anziani, per i quali il vaccino è fortemente raccomandato e gratuito. La loro sensibilizzazione e informazione su questo tema è quindi di primaria importanza per ampliare la copertura vaccinale in tutte le fasce della popolazione.
Rimango a disposizione per eventuali approfondimenti.
Grazie,
Lucrezia
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Adulti e vaccinati: lo siamo davvero?
La ricerca IQVIA, promossa da Viatris, che fotografa percezioni, credenze e comportamenti degli italiani in merito alla vaccinazione antinfluenzale
L’83% degli italiani conosce il vaccino antinfluenzale, ma il 72% non lo ha mai effettuato
nella propria vita
1 italiano su 2 ritiene importante proteggersi dall’influenza, anche se solo un terzo teme di esserne colpito in prima persona
MILANO – 7 novembre 2023 – “Ormai sei adulto e vaccinato” si usa dire, ma quanti lo sono veramente? Quanti sono preparati quando si parla di prevenzione contro l’influenza? Quali sono le barriere e le motivazioni che guidano le persone in questo processo decisionale? Per rispondere a queste domande Viatris, azienda globale che opera nell’ambito della salute, ha commissionato a IQVIA la ricerca “Il vaccino antinfluenzale: consapevolezza, credenze, comportamenti degli italiani” condotta nei mesi scorsi su un campione di 1.000 persone. L’indagine è volta a fotografare la percezione, il livello di consapevolezza e i comportamenti in materia di vaccinazione antinfluenzale della popolazione adulta (18-59 anni).
La fascia di popolazione oggetto dell’indagine è responsabile non solo della decisione di vaccinare sé stessa, ma anche, molto spesso, della vaccinazione dei più fragili, in particolare bambini e anziani, per i quali il vaccino è fortemente raccomandato e gratuito. La loro sensibilizzazione e informazione su questo tema è quindi di primaria importanza per ampliare la copertura vaccinale in tutte le fasce della popolazione.
IL 93% DELLA POPOLAZIONE RITIENE DI AVERE AVUTO L’INFLUENZA ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA
L’influenza è una malattia che colpisce circa 1 miliardo di persone al mondo ogni anno[1]. I suoi sintomi possono andare dai più lievi come spossatezza, raffreddore, febbre, fino a raggiungere evoluzioni più gravi come la polmonite1. Secondo i dati IQVIA, quasi la totalità dei rispondenti dice di aver avuto l’influenza almeno una volta nella vita, con una durata media di una settimana. Gli intervistati hanno riconosciuto come l’influenza abbia avuto un impatto significativo su diversi aspetti della loro vita, quali lo stato fisico (51%), gli impegni di tutti i giorni (47%), ma anche gli impegni lavorativi e di studio (45%) e le interazioni sociali e il tempo libero (44%). Non a caso, circa 1 italiano su 2 riconosce l’influenza come una condizione di rischio da cui proteggersi, ma solo poco più di 1/3 teme veramente di esserne colpito durante la stagione invernale.
“Le informazioni che costruiscono l’opinione in merito all’influenza sono la punta di un iceberg: il reale ‘burden’ medico, sociale, economico di questo virus e tutte quelle che sono le sue conseguenze è fortemente sottostimato. L’influenza colpisce una grande fetta della popolazione, fra i 40 e i 50 milioni di individui in Europa ogni anno, causando anche conseguenze gravi fino ad arrivare alla morte per 15.000/70.000 cittadini[2]. Sebbene il 90% dei decessi si verifichi in soggetti over 65[3], risulta fondamentale aumentare la conoscenza in merito a questo virus fra i giovani e gli adulti, e rendere noti gli strumenti che abbiamo a disposizione per prevenire, prima che curare, la malattia, riconoscendo il valore che assume la prevenzione in questo contesto” dichiara Giovanni Gabutti, Coordinatore del Gruppo di Lavoro “Vaccini e Politiche Vaccinali” della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI).
L’83% CONOSCE IL VACCINO ANTINFLUENZALE MA IL 72% NON LO HA MAI FATTO
La ricerca ha analizzato, in secondo luogo, l’opinione degli italiani sul vaccino contro l’influenza. L’83% della popolazione conosce questa possibilità ma soltanto il 28% lo ha fatto almeno una volta nella vita, con un 15% che lo ha effettuato lo scorso autunno. Sebbene ci sia un alto livello di conoscenza rispetto alla vaccinazione antinfluenzale, sono poche le persone che si attivano per proteggersi. Si è quindi indagato su quali sono le fonti di informazione da cui le persone apprendono nozioni sul tema. A esclusione dei professionisti della salute, tra cui medici e farmacisti, che restano un punto di riferimento fondamentale, gli italiani si affidano anche al web e ai media come televisione e giornali.
“In un periodo in cui disinformazione, fake news e confusione sulle fonti sembrano aumentare, educare le persone adulte alla prevenzione è una priorità” dichiara Valeria Fava, Responsabile del coordinamento delle politiche sanitarie di Cittadinanzattiva. “Gli adulti consapevoli di oggi sono gli anziani consapevoli di domani e una loro sensibilizzazione sull’importanza della vaccinazione antinfluenzale può favorire comportamenti responsabili nei confronti dei più fragili e può aumentare i livelli di protezione da un virus insidioso, contribuendo positivamente ad accrescere i livelli di adesione alla vaccinazione. Come associazione, siamo attivi, collaborando e promuovendo iniziative con realtà del territorio e nazionali, al fine di facilitare l’accesso alle informazioni utili e corrette per una cultura attenta alla prevenzione”.
L’85% DEL CAMPIONE NON SI È VACCINATO LO SCORSO AUTUNNO: QUALI SONO LE BARRIERE E LE MOTIVAZIONI ALLA BASE DI TALE COMPORTAMENTO?
L’indagine ha analizzato quali sono le barriere che hanno tenuto l’85% dei rispondenti lontano dalla vaccinazione lo scorso autunno e quali sono invece le motivazioni che potrebbero spingerli a modificare il loro comportamento. La barriera alla vaccinazione più rilevante è il mancato timore dell’influenza: quasi la metà di coloro che non si sono vaccinati l’anno scorso, sostiene di non prendere mai l’influenza o di prenderla in forma lieve che è possibile gestire in autonomia. Permane in un italiano su cinque un atteggiamento di incertezza nei confronti del vaccino. Fra le principali leve che potrebbero portare queste persone a vaccinarsi troviamo invece la volontà di proteggere sé stessi (29%), la volontà di tutelare gli altri (20%) e il desiderio di mantenere un controllo sulla propria vita senza che una malattia interferisca sugli impegni quotidiani (13%). Grazie a queste motivazioni, 1 persona su 5 che non ha effettuato il vaccino lo scorso autunno potrebbe farlo quest’anno.
COME PASSARE DALL’INTENZIONE ALL’AZIONE? IL RUOLO DEI PROFESSIONISTI DELLA SALUTE
Dall’analisi risulta interessante ciò che emerge in merito al ruolo che assume in questo contesto il professionista della salute, con una particolare attenzione alle figure del medico di medicina generale, del pediatra e del farmacista.
Il 44% degli italiani che si sono vaccinati almeno una volta dichiara di avere approfondito il tema del vaccino antinfluenzale con il proprio medico di medicina generale. Quando si parla di virus influenzale non solo il medico di medicina generale è il referente da cui solitamente si apprendono maggiormente le informazioni, in 1 caso su 2 è anche la persona da cui si effettua la prenotazione del vaccino e per il 56% anche la vaccinazione.
“Il medico di medicina generale ha un compito di fondamentale importanza nel percorso di vaccinazione delle persone. La pandemia da Covid-19 ha infatti messo in risalto la necessità di un ruolo ancor più attivo delle cure primarie nel campo della sorveglianza e della prevenzione delle malattie prevenibili da vaccino nell’adulto, in generale in tutta la popolazione, e in particolare nei soggetti a rischio per età o condizioni cliniche, perchè numerose infezioni virali possono scompensare condizioni di cronicità diffuse nella popolazione di assistiti dei medici di medicina generale” sostiene Alessandro Rossi, Responsabile Area Vaccini della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG). “In quest’ottica, dobbiamo pensare al vaccino come a un’arma di prevenzione della collettività ed è fondamentale che ogni attore all’interno del sistema salute faccia la propria parte per aiutare le persone a prendere decisioni con tutti gli elementi disponibili, andando a incidere sia su come viene percepita l’influenza e la relativa protezione, sia mediante azioni concrete”.
La percezione del vaccino è fortemente rapportata alle conseguenze che possono esserci per le persone più vicine, soprattutto le più esposte e fragili come possono essere i bambini. Il ruolo del pediatra come fonte informativa sul vaccino contro l’influenza è riconosciuto dal 17% dei genitori di figli fra gli 0 e i 6 anni, mentre diminuisce (10%) tra i genitori di figli tra 7 e 14 anni, fascia d’età in cui generalmente si riduce la frequentazione su base regolare del pediatra. Il 16% di genitori con figli con meno di 6 anni ha vaccinato i propri bambini così come il 14% di genitori con figli dai 7 ai 14 anni.