(AGENPARL) – ven 03 novembre 2023 COMUNICATO STAMPA
PESARO, MARTEDÌ 7 NOVEMBRE SI APRE IL SIPARIO DEL TEATRO ROSSINI
SULLA STAGIONE CAPITALE DANZA
CON OVER DANCE DI ANGELIN PRELJOCAJ E RACHID OURAMDANE PER ATERBALLETTO
Martedì 7 novembre si apre il sipario sulla Stagione Capitale Danza per la riapertura del Teatro Rossini a Pesaro, capitale italiana della cultura 2024, nata dalla rinnovata collaborazione tra Comune di Pesaro e AMAT, con il contributo di Regione Marche e Ministero della Cultura, main partner Gruppo Hera.
Lo spettacolo inaugurale è Over dance, nuova creazione per la Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto di due rinomati coreografi quali Angelin Preljocaj e Rachid Ouramdane che affrontano il tema della trasformazione del corpo con una serata con interpreti senior (dai 65 ai 79 anni). Il progetto, poetico e permeato da domande universali, un successo trionfale al debutto a Parigi dello scorso febbraio, è composto da due performance Un jour nouveau di Rachid Ouramdane su musiche di Jean-Baptiste Julien, Sam Cooke e Stephen Sondheim e Birthday Party di Angelin Preljocaj su musiche di 79D, Anton Bruckner, Józef Plawiński, Paul Williams, Lee Hazlewood, Johann-Sebastian Bach, Maxime Loaëc, Craig Armstrong, Stinky Toys.
“Non c’è danza senza corpo e non c’è corpo che non invecchi. L’invecchiamento del corpo – dichiara Rachid Ouramdane – è spesso percepito come una regressione, eppure molti danzatori si sono reinventati invecchiando. Ad esempio, il butō di Kazuo Ohno ci ricorda che invecchiare non significa necessariamente arrendersi o indebolirsi fisicamente. Non sembra una fine ma piuttosto un inizio, come un’eco di una canzone di Etienne Daho, Le premier jour du reste de ta vie, che evoca il passare del tempo e l’inizio delle cose. Questo antagonismo l’ho percepito nel mio incontro con Herma Vos e Darryl E. Woods, che hanno già una lunga carriera artistica. Parlare con loro, vederli danzare, ha evocato molte capacità di resilienza di fronte agli eventi della vita. Sorprendentemente, mentre stavamo lavorando a un pezzo che sonda lo scorrere del tempo, mi hanno suggerito di sospenderlo”.
“Ogni anno – prosegue Angelin Preljocaj -, in un giorno fisso, il nostro compleanno aggiunge un’unità al conto della nostra esistenza. Ma qual è l’età di un corpo? Si tratta dell’età biologica o di quella legata alla pratica della sua attività? È l’età che gli altri gli attribuiscono o quella che l’essere in questo corpo sente? Volevo condividere questa domanda con persone che hanno avuto il privilegio, e in un certo senso la possibilità, di attraversare diverse età della vita. In questo progetto gli interpreti, di età compresa tra i 67 e gli 80 anni, cercano di rispondere, e potrebbero ben riecheggiare la frase di Spinoza “l’anima è un pensiero del corpo”. Che pensiero generano questi corpi? Come possono allontanarci da idee preconcette, come possiamo sviluppare una scrittura coreografica specifica e cercare così di avvicinarci ai limiti di questi corpi che invecchiano?… ma soprattutto divertendosi con loro, come a una festa di compleanno che prende la forma di un esorcismo che ci porta negli interstizi del tempo di una vita umana”.
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