(AGENPARL) - Roma, 3 Novembre 2023(AGENPARL) – ven 03 novembre 2023 al link le immagini
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COMUNICATO STAMPA
Ritenuto che sia di interesse pubblico la divulgazione di informazioni riguardanti dinamiche inerenti la presenza ed operatività nel territorio nazionale di individui accusati
– di legami con associazioni per delinquere con finalità di terrorismo quali Al QAEDA e gruppi a questa legati
– di diffondere messaggi che istigano ad azioni terroristiche o ad atti di intolleranza verso altre comunità
fatta salva la presunzione di innocenza — in base agli artt. 27 della Costituzione, 6 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, 47 e 48 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea — delle persone sottoposte ad indagini preliminari, nonché la possibilità per le medesime di far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede;
si comunica che
in data odierna la Polizia di Stato con personale della Digos della Questura di Genova, unitamente a personale del Servizio per il contrasto all’estremismo e al terrorismo internazionale della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione a seguito di una articolata indagine condotta nell’arco di diversi mesi, ha dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere nei confronti di un cittadino nato nel Bangladesh, ma residente a Genova.
L’indagato è accusato
l) di avere pubblicamente istigato attraverso la rete internet ed i social network Facebook ed Instagram (e quindi mediante strumenti informatici e telematici), a commettere delitti (anche di terrorismo), nonché di aver fatto apologia di alcuni atti di terrorismo
2) di aver partecipato ad una organizzazione terroristica aderente a AL QAEDA, denominata “Tehrik-e Taliban Pakistan (TTP)”, inserita nell’elenco ONU di individui, gruppi, imprese ed entità inclusi nell’elenco delle sanzioni contro l’ISIL (Da’esh) e Al-Qaeda, il cui obiettivo dichiarato è il rovesciamento del governo eletto del Pakistan per fondare un emirato basato sulla sua interpretazione della legge islamica, attaccando direttamente l’esercito pakistano e assassinando esponenti politici.
Quale presunto partecipe della associazione terroristica Tehrik-e Taliban Pakistan (TTP), in particolare, l’indagato
– si definiva sui propri accounts facebook “Guerriero/Soldato di Dio” e “Amante di Al-Qaeda”
– si attivava per acquistare la bandiera dell’organizzazione terroristica di appartenenza; divulgava attraverso la rete internet, i social network Facebook ed Instagram, nonché attraverso piattaforme di messaggistica istantanea quali WhatsApp e Telegram azioni violente riconducibili ai menzionati gruppi terroristici;
– aderiva al gruppo informale denominato “il Gruppo dei 20” (a sua volta promanante dal gruppo Facebook “20 mila discepoli”), composto da venti soggetti accomunati dal sentimento di affermazione assolutista, anche con metodi violenti, dell’Islam (con cui condivideva video di natura istigatoria ed apologetica), inizialmente creato per “fare Jihad contro gli Indù”;
– compiva attività di auto-addestramento finalizzata al compimento di atti di violenza ovvero di sabotaggio di servizi pubblici essenziali, acquisendo in autonomia istruzioni sull’uso di armi da fuoco (in particolare sul fucile mitragliatore denominato “AK – 47”) e sulle tecniche militari di combattimento;
– manifestava in rete la sua disponibilità al combattimento ed al martirio (mediante il compimento di attentati suicidi) creando e pubblicando un video nel quale si riprendeva mentre effettuava esercizi ginnici (anche di natura militare, quali l’avanzamento a braccia appeso ad una rastrelliera) con in sottofondo l’audio della canzone Soldiers of Allah in lingua araba;
– creava e pubblicava un video in cui si riprende mentre ripete le parole di un canto apologetico del martirio in nome dell’Islam.
Quale presunto istigatore, l’indagato attraverso la rete internet ed i social network Facebook ed Instagram
In date imprecisate
– postava commenti positivi su di un video, pubblicato da uno dei componenti del “Gruppo dei 20”, in cui si vedono alcuni bambini che lanciano pietre contro una ragazza araba che non indossa il velo dicendole “ti macelleremo”;
– pubblicava nelle “storie temporanee” immagini di combattenti jihadisti con armi e bandiere nere con in sottofondo un audio di una preghiera per dare coraggio ai mujahidin durante la battaglia;
– pubblicava, nelle storie legate al profilo Instagram, un video di un combattente che inneggia al jihad appoggiato ad un cannone mentre l’audio di sottofondo fa riferimento alla lotta armata;
L’indagine dei poliziotti della Digos di Genova assieme agli investigatori del Servizio per il contrasto all’estremismo e al terrorismo internazionale della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, ha consentito allo stato di accertare che l’indagato ed i suoi contatti fanno parte di un network intercontinentale asservito alle logiche di Al-Qaeda, avente quale obiettivo la propaganda della riscossa violenta in nome di un salafismo jihadista intollerante.
