[lid] Il conflitto in corso tra Israele e Palestina aumenta le preoccupazioni che gli scontri possano degenerare in disordini regionali, interrompendo le rotte di approvvigionamento petrolifero.
Martedì i prezzi del petrolio sono aumentati poiché il conflitto in corso tra Israele e Palestina ha alimentato i timori che gli scontri potessero trasformarsi in disordini regionali, interrompendo le rotte di approvvigionamento di petrolio.
Il greggio Brent, punto di riferimento internazionale, è stato scambiato a 86,61 dollari al barile alle 10:55 ora locale (07:55 GMT), in rialzo dello 0,30% rispetto al prezzo di chiusura di 86,35 dollari al barile della sessione di negoziazione precedente di lunedì.
Allo stesso tempo, il benchmark americano West Texas Intermediate (WTI) è stato scambiato a 82,58 dollari al barile, in rialzo dello 0,32% rispetto alla chiusura di lunedì di 82,31 dollari al barile.
I prezzi del petrolio sono aumentati in un contesto di crescenti preoccupazioni sull’offerta alimentate dai sempre più ampi attacchi aerei e terrestri di Israele sulla Striscia di Gaza, che è stata oggetto di incessanti attacchi aerei dopo l’attacco transfrontaliero di Hamas il 7 ottobre.
Il conflitto in corso tra le due nazioni accresce le preoccupazioni che gli scontri possano degenerare in un tumulto regionale che interromperebbe le rotte di approvvigionamento di petrolio, aggravando il deficit di offerta previsto per il resto dell’anno.
Anche i timori di una possibile interruzione del flusso di petrolio iraniano, alimentati dagli Stati Uniti secondo cui l’Iran è responsabile degli attacchi contro le forze statunitensi in Siria e Iraq, esercitano pressioni al rialzo sui prezzi del petrolio.
Tuttavia, l’aumento della domanda preoccupa in vista della riunione della Federal Reserve di mercoledì, che si prevede manterrà il tasso di riferimento elevato per un periodo più lungo del previsto, limitando le pressioni al rialzo sui prezzi.
Anche i timori che la Cina, il più grande importatore di petrolio al mondo, possa subire un calo del consumo di petrolio a causa di dati sull’attività industriale più deboli del previsto, hanno frenato ulteriori aumenti dei prezzi.