
(AGENPARL) – lun 30 ottobre 2023 *Radio Marte – Pierpaolo Marino: “Il Napoli è fortissimo, dovrebbe avere 8
punti in più. Nelle dichiarazioni e nella mentalità Garcia sta frenando la
squadra**. *
*Maradona? Era un fuoriclasse anche fuori dal campo, un vincente, sempre,
persino a ping pong…”*
*Pierpaolo Marino*, ex dg del Napoli, di Udinese e di altri club è
intervenuto in Marte Sport Live, in onda su *Radio Marte*: *“Napoli-Milan:
il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? *
*L’esercizio da fare, secondo me, è quello di dividere la partita in due
parti: bicchiere vuoto nel primo tempo, mezzo pieno o pieno nel secondo.
Nei primi 45’ il Milan ha nettamente dominato la scena e poteva fare più di
due gol, ma nella ripresa ho visto un Napoli voglioso, grintoso, con
l’agonismo e l’intensità giusti per recuperare il risultato. Alla fine, era
una gara che si poteva vincere. Garcia sembrava contento a fine gara, si è
accontentato? Se fossi il direttore del Napoli partirei dal concetto che
questo Napoli è fortissimo, non deve porsi limiti, affrontando le partite
senza presunzione ma con la convinzione di poter battere chiunque, anche
senza Osimhen. Le dichiarazioni dell’allenatore ridimensionano l’autostima
del gruppo e non sono funzionali a ciò che deve fare un Napoli che paga un
inizio di stagione imbarazzante, avendo la squadra subito il trauma del
cambiamento di allenatore. La squadra è fortissima, dovrebbe stare otto
punti più su. Lo svantaggio accumulato in classifica va recuperato con
pazienza e soprattutto con la voglia di battere chiunque, altrimenti
ti rallegri di un pareggio quando le altre vincono e ti ritrovi con due
punti in meno in classifica. Ci vuole un’altra mentalità, non quella di
accontentarsi. Fatte le debite proporzioni, Cagliari-Frosinone è l’emblema
che dimostra che non bisogna mai darsi per battuti. Il calcio insegna che
puoi anche vincerla, il Cagliari era sotto di tre gol a pochi minuti dalla
fine ed ha chiuso la gara sul 4-3. Il problema del Napoli è che Garcia non
è sereno, non ha i crismi di uno Spalletti come mentalità, come forza del
messaggio e anche coma arguzia nella comunicazione: Luciano ne usciva
sempre bene, con ironia o con la forza. Il francese invece è un allenatore
che sente aria di sfiducia intorno a sé, anche da parte della società. A me
è parso che il club abbia inteso fare così: ‘Aiutiamo te per aiutare noi” e
non aiutiamo direttamente il tecnico, anche se in generale non è il massimo
della vita pensare che, a quei livelli, una società debba aiutare il
proprio allenatore. Insisto nel dire che se a questa squadra le si imprime
una mentalità giusta può fare anche 11-12 vittorie di seguito, avendo
grandi potenzialità e dovendo anche recuperare Osimhen.Maradona che cosa ci
ha lasciato in eredità? Diego ha insegnato a tutti, dal magazziniere al
presidente, la voglia di vincere. Non voleva perdere mai, si arrabbiava
anche quando stava pareggiando in un’amichevole. Mi ricordo, ad esempio, le
storiche partite a ping-pong contro Bagni a Soccavo. Lui era forte anche a
ping-pong e se perdeva tirava le racchette addosso all’avversario: non
voleva perdere neanche lì. Quando a fine tempo la squadra non stava
giocando bene il primo che richiamava i compagni era lui, in modo
coinvolgente. Calciatori come Maradona sono unici, pezzi unici, ti lasciano
il chiaro messaggio di come un fuoriclasse debba essere completo, non solo
in campo ma anche fuori. Diego era un trascinatore, ma anche uno psicologo:
lui privilegiava gli uomini più umili dello spogliatoio per coinvolgerli.
Per un allenatore averlo significava anche avere una grossa mano in questa
gestione”*