
(AGENPARL) – gio 26 ottobre 2023 Pensioni: Snalp, portare le minime a mille euro
Marrella, legge di Bilancio va nella giusta direzione, ma servono altri interventi su delle criticità troppo a lungo trascurate
Roma, 26 Ottobre 2023 – Portare tutte le pensioni ad almeno a mille euro mensili, siano esse pensioni minime o liquidate al calcolo. È la proposta che lo Snalp, il Sindacato Nazionale Autonomo dei Lavoratori e Pensionati, promosso dalla Confael, avanza al governo per migliorare la situazione dei pensionati in Italia. Nel documento finale stilato al termine del Consiglio Direttivo che si è svolto a Fiuggi, lo Snalp, ha approvato una mozione in cui formula diversi interventi non più rinviabili.
“Riconosciamo che il governo stia manifestando una sensibilità verso le problematiche sociali, in particolare verso quelle di famiglie e anziani – ha commentato Domenico Marrella, segretario nazionale Snalp, nonché segretario generale Confael. – Sono decenni che non si vedevano interventi come l’aiuto alle neo mamme, la riduzione del cuneo fiscale, l’aumento del bonus asili nido, il congedo parentale, la maxi deduzione al 130% per l’assunzione delle donne, le misure a sostegno dei giovani. Tutte misure che vanno nella giusta direzione, ma serve uno sforzo maggiore, ci sono moltissime altre criticità da affrontare – ha concluso Marrella, – che sono state troppo a lungo trascurate”.
Oltre all’aumento delle pensioni minime, per il Sindacato aderente alla Confael occorre infatti mettere mano alle invalidità civili e dell’indennità di accompagnamento, in modo da rendere più efficienti – e allo stesso tempo snellire il più possibile – le procedure amministrative e mediche, con un occhio di particolare riguardo alle prestazioni per i minorenni.
Lo Snalp chiede inoltre di ripensare tutte le prestazioni a sostegno del reddito. Questa esigenza si avverte in modo particolare nel caso degli over 50, una categoria che troppo spesso non riesce a reinserirsi nel mondo del lavoro, ma che chiaramente è troppo giovane per la pensione. Queste criticità si inaspriscono ancora di più “In un mondo dove le crisi industriali sono sempre più frequenti e dove il lavoro intermittente è diventato una prassi” si legge nel documento. Per lo Snalp, quindi, servono percorsi formativi ad hoc per consentire a questi lavoratori “un reinserimento dignitoso nel mondo del lavoro o l’accreditamento di contributi figurativi per il raggiungimento dei requisiti minimi pensionistici”.
Il Sindacato Nazionale Autonomo dei Lavoratori e Pensionati chiede anche di rivedere la NASPI, dal momento che la durata massima di due anni può dissuadere i lavoratori a cercare una nuova occupazione. Oltre alle ripercussioni sulla comunità, questo scenario rischia di danneggiare lo stesso lavoratore, e di estrometterlo dal mercato del lavoro, dal momento che ormai quest’ultimo “corre a velocità inimmaginabili rispetto a qualche anno fa”. Secondo la SNALP, la NASPI deve avere quindi una durata massima di qualche mese, ma deve essere accompagnata da “opportunità per l’immediato reinserimento lavorativo, quali la formazione e l’utilizzo degli strumenti innovativi come l’intelligenza artificiale” si legge ancora nel documento.