
(AGENPARL) – mer 25 ottobre 2023 COMUNICATO STAMPA
SOSTEGNO AGLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI:
LA SPESA INFLUENZATA DALLA GOVERNANCE LOCALE
AL DI LÀ DELLE REALI NECESSITÀ
Lo Stato potrebbe risparmiare fino a 3 miliardi di euro se tutte le
commissioni provinciali applicassero gli stessi criteri di
assegnazione
VENEZIA – Se a livello regionale la spesa per le indennità di accompagnamento
è disuguale, la ragione va cercata anche nella qualità delle istituzioni locali. Lo
ha dimostrato un team di economiste ed economisti dell’Università Ca’ Foscari
Venezia verificando i dati sulle condizioni di salute e le necessità di assistenza
per disabilità della popolazione anziana italiana e molti altri parametri.
Lo Stato ha istituito e paga le indennità per dare un supporto ai non
autosufficienti che ne facciano domanda, ma sono commissioni provinciali
nominate dalle regioni ad avere l’ultima parola sull’assegnazione. La
discrezionalità di questi valutatori, dunque, contribuirebbe a spiegare perché in
alcune regioni le indennità riconosciute a parità di bisogno siano molte più
numerose che in altre.
Le indennità riconosciute sono in alcuni casi più del doppio di quanto
accadrebbe in Trentino Alto-Adige, la regione che, secondo i dati, seleziona i
beneficiari nel modo più stringente. Con una applicazione uniforme della norma
nazionale, lo Stato potrebbe risparmiare fino a tre miliardi, ovvero quasi un
terzo della spesa attuale.
Lo rivela uno studio condotto da Anna Marenzi, Dino Rizzi, Michele Zanette e
Francesca Zantomio, docenti dell’Università Ca’ Foscari Venezia, pubblicato sul
Journal of the Economics of Ageing.
A partire dagli indici riconosciuti a livello internazionale sulla qualità delle
istituzioni, combinando dati amministrativi sui pagamenti delle prestazioni (Istat) e
dati campionari (Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie: aspetti della vita
quotidiana) dal 2013 al 2018, lo studio evidenzia ampie disparità territoriali
nella ricezione dell’indennità di accompagnamento da parte di over-65.
Nelle regioni con migliore qualità istituzionale (sul podio Trentino Alto-Adige,
seguito da Valle D’Aosta e Friuli Venezia-Giulia) si riduce il rischio di
comportamenti opportunistici, ovvero di applicazioni meno stringenti dei criteri di
valutazione, rispetto alla normativa nazionale intesa per essere uniformemente
applicata. Comportamenti motivati dal fatto che la copertura finanziaria del
programma è in ogni caso in capo alle finanze nazionali. Così, in Sicilia, Calabria
e Campania, agli ultimi posti per qualità istituzionale, applicando i criteri del
Trentino Alto-Adige, si potrebbero risparmiare rispettivamente il 50, 55, 60
percento dei fondi oggi impiegati.
L’indennità, circa 500 euro mensili, può aiutare l’individuo a pagare l’assistenza
ricevuta a casa. L’alternativa sarebbe plausibilmente quella di trasferire
l’individuo in una casa di cura residenziale, con il costo della residenza a carico
della finanza pubblica regionale. Ecco spiegato un possibile incentivo delle
commissioni locali a concedere il supporto in modo meno stringente.
“La qualità istituzionale locale è un fattore chiave della misura in cui i margini di
discrezionalità disponibili si traducono in decisioni di aggiudicazione
opportunistiche – spiega Francesca Zantomio, professoressa di Finanza
pubblica a Ca’ Foscari e coautrice dello studio – La ricerca mostra come, nella
fornitura di servizi pubblici, la decentralizzazione esponga al rischio di violare il
principio dell’uguaglianza orizzontale tra diversi territori, in particolare in
contesti, come quello italiano, molto eterogenei in termini di qualità delle
istituzioni locali, e dove registriamo un gradiente di qualità delle istituzioni tra
Trentino Alto Adige e Campania paragonabile a quello registrato tra il nord e il
sud Europa. È un tema che merita attenzione urgente perché l’ambito
considerato, quello della spesa per la non autosufficienza, è destinato in modo
cruciale ad assorbire un ammontare sempre crescente di risorse pubbliche negli
anni a venire, in relazione al cambiamento demografico”.
“I risultati dello studio – spiegano gli autori – richiamano attenzione al ruolo
cruciale che il governo centrale è chiamato a giocare in un contesto di fornitura
decentralizzata, nel promuovere una maggiore responsabilità o
accountability a livello locale, anche stimolando una maggiore trasparenza
sull’appropriatezza delle valutazioni decentrate”.
Mappa interattiva:
https://datawrapper.dwcdn.net/R2xXC/3/
Il paper:
Regional institutional quality and territorial equity in LTC provision
Anna Marenzi, Dino Rizzi, Michele Zanette, Francesca Zantomio
The Journal of the Economics of Ageing
https://doi.org/10.1016/j.jeoa.2023.100477
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