(AGENPARL) – ven 20 ottobre 2023 *In libreria il quarantunesimo libro dello scrittore castellano Marco
Onofrio: “Ricordi futuri”*
Con “Ricordi futuri. Scritti di Storia Politica Società” (EdiLet, 2023)
Marco Onofrio riunisce i fili intessuti lungo il suo trentennale itinerario
culturale a tutto campo per dare luce – sintetizzando l’impegno umanistico
che da sempre lo contraddistingue – a un’opera di piena e completa maturità.
Il noto scrittore, romano di nascita ma castellano di adozione, mette a
frutto, nei 40 saggi che accendono la potente analisi della realtà
sviluppata attraverso le oltre 200 pagine del libro, molte intuizioni e
suggestioni disseminate in opere precedenti, come il poemetto di civile
indignazione “Emporium” (2008), i poemetti “Disfunzioni” (2011) e “Le
catene del Sole” (2019), i racconti “Energie” (2016) e il pamphlet “Le
segrete del Parnaso” (2020). Ma qui i discorsi precedenti fungono da
elementi di “detonazione”: Onofrio fa appunto esplodere la “rabbia dei
giusti” per approfondire e mettere a fuoco con inaudita lucidità i problemi
che più gli stanno a cuore come uomo e scrittore, e cioè i segnali per
nulla incoraggianti di un mondo tra i più ingiusti e disumani di sempre che
si sta avvitando nel gorgo di una possibile, se non probabile, catastrofe
planetaria.
Dopo il “decalogo di utopie” che apre il volume, per capire il tono dello
stesso conviene citare i titoli di alcuni dei saggi più significativi:
“Conoscere per non odiare: la comunicazione, antidoto della guerra”;
“Dissanguare i popoli e grugnire i privilegi”; “L’oblio dell’essere e la
necessità della cultura”; “L’educazione commerciale e il nuovo Padre
Nostro”; “La memoria del male e la reversibilità dell’esperienza”;
“Religione, storia e società”; “La forza della Storia e il disperato
desiderio della pace”. Il libro si configura anche come un diario
asistematico del post-Covid, con riferimenti a date e fatti di cronaca
contemporanea. Dall’insieme dei temi, affrontati con gli strumenti delle
scienze umane attraverso letture affilate che evocano citazioni sempre
appropriate e illuminanti, è evidente come “Ricordi futuri” proponga al
lettore una “cassetta degli attrezzi”, diciamo così, utili per resistere
alla Crisi. La complessità delle narrazioni è enorme ma il linguaggio resta
semplice: Onofrio ama la chiarezza. E così ragiona per indurre a ragionare,
ma soprattutto scuotere e scardinare lo *status quo*, innescando le armi
dirompenti della riflessione, della coscienza critica, della polemica se
necessario, per sviscerare la polpa dei fenomeni e giungere, sia pure con
la lente d’ingrandimento di un’ottica precipuamente “italiana”, fino ai
meccanismi segreti del mondo d’oggi, indagato nelle sue molteplici storture
attraverso alcune tra le questioni più scottanti e urgenti che siamo
chiamati ad affrontare: l’ambiente, la pace, l’economia, il lavoro,
l’alienazione, la tecnocrazia, la violenza, le carceri, la sanità, la
scuola, ecc.
Onofrio è implacabile nell’analisi: insiste, incalza, puntualizza, apre le
idee come scatole cinesi. E non si ferma davanti a nulla; anzi, più avverte
il tabù e più affonda il colpo. La volontà demistificatrice fa esplodere i
castelli di menzogne codificate, funzionali alle logiche del Nuovo Ordine
globalizzato, perciò il libro si legge con il ritmo inesorabile e
trionfante di una festa: la festa del libero pensiero, che vorrebbe e
potrebbe essere la festa di ogni lettore risvegliato e riconnesso alla
coscienza delle cose “così come sono”. Scrive Onofrio, in un passo vibrante
del libro: «…La stortura suprema è la trasformazione dell’economia
(etimologicamente *oîkos* e *nomia*, cioè “governo della casa”, e dunque
amministrazione equa e naturale del pianeta) in finanza autocratica di
profitto puro, che tradisce gli “strumenti umani” su cui si fonda per
utilizzarli solo in senso amorale, opportunistico, predatorio, appannaggio
di pochi eletti e dei loro sconfinati privilegi. E tutti gli altri?».
Raggiunto telefonicamente per fornire una sintesi estrema del suo libro,
Onofrio ha dichiarato: “C’è un mondo ingiusto da riequilibrare con la
massima urgenza e il primo degli strumenti è la memoria, cioè l’oro
inestimabile dell’esperienza e il patrimonio sacro della storia. Ecco
spiegato il titolo: senza ricordi, a partire da quelli individuali, è
impossibile il futuro e vengono meno i sogni che lo rendono possibile”.
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