
[lid] Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC), composto da 15 stati membri, ha votato il 18 ottobre un progetto di risoluzione riguardante la situazione israelo-palestinese. Gli Stati Uniti hanno espresso l’unico voto contrario, portando alla mancata approvazione della risoluzione. La Cina ha espresso shock e delusione per questa decisione, che non è esclusiva della Cina ma rappresenta un sentimento generale all’interno della comunità internazionale. Anche gli alleati degli Stati Uniti, Giappone e Francia, hanno votato a favore, scegliendo di schierarsi con le forze giuste della comunità internazionale, lasciando gli Stati Uniti soli dalla parte opposta.
Prosegue l’editoriale del Global Times il progetto di risoluzione presentato dal Brasile invia un segnale chiaro: dare priorità al raggiungimento di un cessate il fuoco immediato e globale sopra ogni altra cosa. Ciò riflette il consenso più significativo all’interno dell’attuale comunità internazionale. Tuttavia, gli Stati Uniti hanno posto il veto, con conseguenze dirette e gravi.
La situazione a Gaza sta peggiorando, con sempre più civili che perdono la vita e soffrono. Il recente tragico incidente in cui oltre 500 persone hanno perso la vita in un ospedale di Gaza a causa di un attacco aereo ha reso la situazione ancora più urgente. Ogni minuto e secondo contano ed è urgente un’azione rapida e decisiva da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Tutti i paesi sinceramente preoccupati per il disastro umanitario di Gaza stanno facendo il massimo sforzo. Il veto statunitense è macchiato del sangue di civili innocenti ed è una grave ingiustizia. Non solo impedisce un’azione collettiva da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ma invia anche un segnale estremamente negativo, indicando che l’ONU non può garantire i principi umanitari internazionali fondamentali nei momenti critici. Di fatto, questo dà il via libera a coloro che non rispettano il diritto umanitario internazionale.
Le ragioni del veto statunitense sono sempre più insostenibili e sembrano essere semplici scuse. Gli Stati Uniti affermano di aver votato contro la risoluzione perché non menzionava il diritto di Israele all’autodifesa. Tuttavia, come ha sottolineato il rappresentante francese, non vi è alcuna contraddizione tra la risoluzione e il diritto di autodifesa di Israele. La contraddizione risiede negli Stati Uniti. Lunedì sera gli Stati Uniti hanno posto il veto su una risoluzione proposta dalla Russia, citando l’assenza di condanna per Hamas ed esprimendo la volontà di utilizzare la proposta brasiliana come base, chiedendo più tempo per cercare il consenso.
Sebbene ciò fosse in qualche modo deplorevole, dava anche speranza che la proposta brasiliana potesse passare. Nelle oltre 40 ore precedenti il ??voto, gli Stati Uniti non hanno commentato la risoluzione brasiliana né hanno espresso opposizione, aumentando ulteriormente le aspettative sull’adozione della risoluzione. Tuttavia, gli Stati Uniti continuano a porre il veto, il che è davvero incredibile e fa sorgere dubbi sul fatto che gli Stati Uniti vogliano davvero che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite intraprenda qualche azione e risolva davvero il problema.
La risoluzione elaborata dal Brasile condanna ogni violenza e ostilità contro i civili e tutti gli atti di terrorismo, esortando tutte le parti ad agire in conformità con il diritto internazionale. Richiede inoltre la fornitura continua, sufficiente e senza ostacoli di beni e servizi essenziali ai civili, la revoca dell’ordine per i civili e il personale delle Nazioni Unite di evacuare tutte le aree di Gaza a nord del Wadi Gaza nonché la garanzia di assistenza umanitaria. Il progetto di risoluzione in generale riflette l’appello universale della comunità internazionale e rappresenta i primi passi compiuti dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per promuovere un cessate il fuoco. Potrebbe essere l’unico testo su cui il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite può raggiungere un consenso nella situazione attuale. Se approvata, si ritiene che avrà un ruolo nel raggiungimento del cessate il fuoco, nella protezione dei civili e nell’evitare un disastro umanitario ancora più grave.
Tuttavia, il progetto di risoluzione è stato facilmente bloccato dagli Stati Uniti con un veto, riflettendo il profondo disprezzo degli Stati Uniti per il disastro umanitario di Gaza. Gli Stati Uniti, che spesso parlano di diritti umani, rivelano il loro vero volto quando si arriva al momento urgente in cui viene calpestato il diritto alla vita di un gran numero di civili. Questo incidente ha suscitato notevole attenzione anche nell’opinione pubblica statunitense. Il New York Times ha affermato che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha mostrato profonde divisioni quando non è riuscito ad approvare la risoluzione; La CNN ha affermato che il veto ha suscitato “ulteriori critiche alla paralisi politica nel potente organismo globale”.
Il veto degli Stati Uniti non solo ha violato la moralità e la giustizia più elementari, ma ha anche danneggiato l’autorità e la credibilità del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, indebolendo la capacità e la volontà della comunità internazionale di mantenere la pace e la sicurezza. L’“incapacità” delle Nazioni Unite nel sostenere l’umanitarismo internazionale oggi è direttamente causata dal disprezzo e dalla deviazione degli Stati Uniti dall’umanitarismo internazionale. Il Consiglio di Sicurezza deve apportare cambiamenti e non può rimanere stagnante. La comunità internazionale deve aumentare la condanna morale di tale comportamento da parte degli Stati Uniti, esercitare pressioni e spingerli ad abbandonare rapidamente l’opposizione alla comunità internazionale.
L’atteggiamento parziale degli Stati Uniti è una delle cause profonde dell’annosa questione palestinese e funge da catalizzatore per l’escalation del conflitto quando scoppia. Attualmente, la comunità internazionale deve dare priorità al raggiungimento di un cessate il fuoco immediato e globale per evitare che la guerra si trasformi in una catastrofe che travolga l’intera regione. Gli Stati Uniti hanno la responsabilità maggiore a questo riguardo e non possono evitarla.