
(AGENPARL) – ven 20 ottobre 2023 Agia-Cia: da Scotellaro all’Agritech
I giovani imprenditori agricoli aderenti alla Cia hanno voluto il
tradizionale appuntamento di Tricarico per affrontare la modernità
coniugata alla storia della civiltà contadina che in Basilicata e nel sud è
legata a Rocco Scotellaro. E’ nata così presso il Centro di Documentazione
“Rocco Scotellaro”, a Tricarico, la 7a edizione dell’incontro di Agia-Cia,
in collaborazione con LegaCoop e Accademia della Ruralità. Il tema
suggestivo –“Dalla speranza di riscatto al riscatto della speranza” – è
diventato un confronto generazionale sulle orme del poeta contadino. Il
poeta della libertà contadina, così come lo ha definito Carlo Levi, si è
distinto nella lotta per il riscatto del popolo meridionale ed è stato
cantore dei valori di comunità e solidarietà incarnati dal mondo contadino.
Una giornata di studio molto intensa con comunicazioni di Pascale, Avolio,
Vellante, Martino, Cavallo, Bonini, Toscano, on. Sarracino, conclusioni del
presidente nazionale Cia Cristiano Fini (ha coordinato il giornalista
Fumagallo). In apertura saluti del sindaco Paradiso, del presidente
Provincia Marrese, Policaro, Caravelli, Stasi, Salvia (LegaCoop),
Distefano, Miseo ed introduzione del presidente Agia. Significativa la
presenza di una trentina di ragazzi richiedenti asilo ospitati dalla
cooperativa FILEF, i quali stanno seguendo un corso di tecnica e economia
agricola. Nonostante la difficoltà della lingua hanno partecipato con
attenzione ai lavori del convegno e hanno socializzato con gli agricoltori
coetanei. L’esperienza del convegno ha rafforzato la volontà di costituire
insieme ai ragazzi lucani una cooperativa agricola. L’incontro ha
richiamato la “Carta di Tricarico”, promossa a 40 anni dalla storica
manifestazione nazionale della Costituente contadina a Borgo
Taccone-Irsina, rilanciando la sfida alla rassegnazione e le proposte più
importanti per garantire il futuro ai giovani che vogliono lavorare la
terra. L’agricoltura non è più solo un “affare di famiglia”. Se un tempo in
campagna ci si nasceva e il mestiere si ereditava dai genitori, oggi cresce
sempre di più il numero di chi sceglie la vita dei campi, pur provenendo da
esperienze e formazioni diverse. E fanno bene -evidenzia l’Agia Cia- perché
l’agricoltura si sta dimostrando vitale e “anticiclica” dal punto di vista
occupazionale, anche se i numeri del “turn over” generazionale nei campi
sono ancora bassi, con gli “under 40” che rappresentano solo il 9,9 per
cento del comparto e gli “under 30” che si fermano addirittura al 2,1 per
cento. Per Alfonso Pascale (Accademia Ruralità) “l’agricoltura del futuro è
un’agricoltura che non si difende, intimorita, dal mondo che cambia in
continuazione, ma sta nel mondo con gli strumenti utili per capirlo.
Settant’anni fa, Scotellaro lo aveva intuito: dare dignità alle diverse
culture, farle dialogare e integrarle; puntare su istruzione, formazione e
ricerca non sono azioni che fanno perdere tempo; costituiscono, invece,
l’investimento più sicuro, la premessa inderogabile della politica di
sviluppo. Scotellaro ci ha lasciato in eredità un’idea e un metodo che egli
riteneva essenziali nei processi di sviluppo. E che, col passare del tempo,
sono diventati sempre più attuali. L’idea è che la cultura contadina,
anziché un retaggio del passato da gettare alle ortiche, costituisce un
elemento da studiare con discernimento per fare in modo che lo sviluppo
possa fondarsi sul miglioramento del valore del capitale umano”. Donato
Distefano, direttore Cia Potenza-Matera, sottolinea che “l’insegnamento
sempre più attuale di Scotellaro è di riabilitazione dell’agricoltura e dei
“contadini” non più residuali ma l’autentica opportunità di riscatto specie
per la gente delle aree interne. I nostri giovani non hanno più vergogna di
restare nei campi e guardano alla moderna tecnologia ed innovazione per
diventare i moderni imprenditori agricoli ai quali l’Ue e il Governo
Italiano hanno ancora molto da dare in termini di assistenza-consulenza,
sostegni finanziari. Penso al primo insediamento dei giovani agricoltori e
a investimenti per promuovere la resilienza delle aree rurali, sostenere
l’economia digitale e gli obiettivi agro-climatico-ambientali. Gli sforzi e
le risorse, devono essere indirizzate verso una svolta sempre più
innovativa del settore. L’innovazione e la conoscenza sono alla base della
sostenibilità ambientale, sociale ed economica del sistema”.