
(AGENPARL) – gio 19 ottobre 2023 Gentili redazioni,
in allegato un comunicato stampa di *Confagricoltura Rovigo* sulla
manifestazione di lunedì a Bologna incentrata sulla *crisi della
frutticoltura*, alla quale l’associazione polesana ha aderito.
*COMUNICATO STAMPA*
*Frutta in via di estinzione, gli agricoltori chiedono aiuto*
*Rovigo, 19 ottobre 2023* – Sempre meno alberi da frutta in provincia di
Rovigo. Le pesche sono quasi sparite, le pere sono in profonda crisi e i
kiwi restano una coltura marginale. Qualche segnale positivo per le mele,
ma è troppo poco per ridare vigore a un settore in forte sofferenza.
Perciò *Confagricoltura
Rovigo* aderirà, con una delegazione di imprenditori agricoli, alla
manifestazione che si svolgerà a Bologna *lunedì prossimo (23 ottobre)*
alle 9, promossa da Confagricoltura Emilia-Romagna, per chiedere un urgente
supporto a questo fondamentale comparto.
*I numeri di Veneto Agricoltura parlano chiaro*. In un decennio, dal 2012
al 2022, gli ettari coltivati a *pere* *in Polesine* si sono ridotti di un
terzo. La provincia di Rovigo era la regina regionale nel 2002, con 1.580
ettari sui 4.666 del Veneto. Una posizione mantenuta per anni, dato che nel
2012 erano ancora 1.478 gli ettari coltivati a pero, con Verona subito a
ruota. Poi, dal 2012, il crollo, che ha portato a 583 ettari la superficie
nel 2022, con continui tagli di alberi. *Nel melo* l’estensione si è
dimezzata, passando da 877 ettari del 2012 a 419 del 2022, anno in cui si è
però registrata una crescita del 4,8% rispetto al 2021. *I kiwi non sono
mai decollati*: 213 ettari nel 2012, 194 nel 2022. *Per pesche e nettarine*
è finita ogni speranza: 251 ettari coltivati nel 2012, quasi nulla l’anno
scorso.
“Le aziende agricole continuano a tagliare alberi – dice *Lauro Ballani*,
presidente di *Confagricoltura Rovigo* -. Il maggior tracollo è per il
pero, che ha sofferto di problematiche continue: dalla cimice asiatica al
gelo, dalla siccità all’alternaria, tanto che le medie produttive sono
sotto la media e ci sono ripercussioni sulla qualità degli impianti. Con le
mele tradizionali non va meglio, ma alcune nuove cultivar, come le varietà
Club, stanno dando buone soddisfazioni sul mercato. Tuttavia, i costi di
impianto sono molto elevati e gli ammortamenti hanno tempi troppo lunghi
per riuscire a rientrare con le spese. Per l’actinidia, o kiwi, la spina
nel fianco sono le malattie all’apparato radicale, che hanno causato la
moria delle piante e un germogliamento insufficiente, portando a produzioni
basse. In più, nel 2023, ci sono stati danni importanti da gelo. Pesche,
albicocche e nettarine sono praticamente scomparse dal territorio. Perciò i
frutticoltori si interrogano per capire cosa fare: se investire in impianti
più moderni, che possono aiutare le coltivazioni, o cercare alternative
come mirtillo e nocciole. Quel che è certo è che non possono essere
lasciati soli: servono misure ad hoc per il rilancio del settore e
incentivi, che chiederemo a partire dalla manifestazione di lunedì”.
*I frutticoltori, a Bologna, chiederanno un aiuto per le aziende frutticole*
colpite dalle gelate della primavera scorsa, insieme a un adeguato periodo
di moratoria. Importante, per il rilancio del settore, anche il
finanziamento del sistema assicurativo per la nuova programmazione
2023-2027, con una contribuzione della polizza agevolata pari al 70%. Tra
le richieste pure la programmazione di un progetto di riconversione
varietale mediante un contributo agli espianti, che consenta l’introduzione
di specie e varietà frutticole di maggior interesse e l’applicazione, sulla
manodopera occupata nel comparto frutticolo, delle agevolazioni
contributive proprie delle “zone svantaggiate” (sgravio pari al 68%).
Infine, i frutticoltori invitano a stimolare la realizzazione di impianti
di difesa antigelo e favorire la realizzazione di nuovi impianti frutticoli
dotati di coperture antigrandine e antinsetto.
*“Dalla Regione Veneto ci aspettiamo incentivi* per proteggere i raccolti
dalla grandine attraverso la difesa attiva e per costruire impianti più
moderni – sottolinea Ballani -. La frutta è un settore strategico e
fondamentale per la nostra alimentazione. Il nostro prodotto è tra i più
controllati e certificati al mondo: perdere superfici a favore dei
competitor stranieri, quindi, non è una sconfitta solo dal punto di vista
economico, ma un rischio a livello qualitativo e sanitario, in quanto in
molti Paesi vincoli e regole sono meno ferrei. Perciò puntiamo a recuperare
terreno e a ridare speranza ai frutticoltori, che sono sfiduciati da anni
di mancate produzioni e redditività”.
Ufficio Stampa
Laura Lorenzini
*Confagricoltura Veneto*
Via C. Monteverdi,15 – Mestre