
(AGENPARL) – mar 17 ottobre 2023 Manovra: Fisac Cgil, norma
Fringe benefit peggiorativa, va cambiata
Roma, 17 ottobre – “La misura individuata in manovra sui Fringe
benefit non è la soluzione equa e sostenibile che i sindacati
del settore, insieme ad Abi, avevano rivendicato con una lettera
congiunta inviata al governo solo pochi giorni fa e che chiedeva
di modificare strutturalmente il Testo unico a difesa delle
lavoratrici e dei lavoratori del settore. Le previsioni di un
innalzamento della soglia a 2.000 euro per chi ha figli e a
1.000 per chi non li ha rischia addirittura di peggiorare la
situazione: per la stragrande maggioranza non cambierà nulla,
pagheranno tutti”. Ad affermarlo è la segretaria generale della
Fisac Cgil, Susy Esposito, in merito a quanto previsto dalla
manovra di bilancio approvata ieri dal Consiglio dei ministri.
“Avevamo difatti chiesto unitariamente – osserva Esposito – un
intervento risolutivo da parte del governo per porre rimedio al
salasso fiscale che sta colpendo le lavoratrici e i lavoratori
del settore del credito che hanno contratto un mutuo a tasso
fisso e che per una norma fiscale ingiusta e iniqua stanno
registrando finanche l’azzeramento delle loro buste paga. Ma da
quanto apprendiamo la misura individuata in manovra non è la
soluzione, al contrario il non rilevante aumento della soglia
per chi non ha figli e l’abbassamento per chi li ha peggiorerà
drasticamente la situazione per tutte e tutti. Continueremo la
nostra azione, aspettandoci al più presto un confronto sul tema
che sia veloce e risolutivo, a partire dal 2023 per il quale non
è stato previsto un intervento risolutivo per coloro che non
hanno carichi familiari e sui quali si abbatterà la scure
fiscale”.
Così come, aggiunge la segretaria generale della Fisac Cgil, “se
nel calderone delle misure fiscali ci dovessero finire altre
misure a sostegno delle imprese, come la riduzione dell’Ires, il
settore bancario avrebbe ulteriori risorse a disposizione,
specie per assunzioni in molti casi già previste. Nel nostro
settore passeremmo in poche settimane dall’ipotesi della
tassazione degli extraprofitti, poi di fatto ridimensionata, a
un alleggerimento del prelievo su questi ultimi. Un vero e
proprio paradosso che per quanto ci riguarda deve trovare una
sola via d’uscita: il rinnovo del contratto nazionale del
credito. Con la cosiddetta mini-ires che abbatterà il carico
fiscale, insieme ai risultati straordinari registrati per
effetto anche dell’innalzamento dei tassi, il sistema bancario
non ha più scuse: il contratto nazionale va rinnovato secondo
quanto rivendicato nella piattaforma unitaria sostenuta dalle
lavoratrici e dai lavoratori del credito”, conclude.