
(AGENPARL) – ven 13 ottobre 2023 Elio Martinelli (AssoSuini): “La colpa degli abbattimenti nei rifugi è
solo degli animalisti”
“In seguito all’arrivo della Peste Suina Africana nel pavese e agli
abbattimenti di suini, necessari per arginare e sconfiggere la malattia,
abbiamo assistito al delirio degli animalisti, che sono arrivati da
tutta Italia e addirittura da alcuni Paesi europei, per protestare
contro l’uccisione degli animali. Secondo gli attivisti, l’abbattimento
dei suini nei santuari, e in particolare quelli del rifugio di Zinasco
“Cuori Liberi”, che ha scatenato il putiferio animalista, sarebbe stata
un’azione crudele e inutile.
Come ha ben spiegato la dottoressa Elisa Trogu, medico veterinario e
suiatra, sono stati i tenutari del santuario i responsabili dell’arrivo
della PSA nel loro rifugio, non avendo alcuna attenzione della
situazione di allerta e del rispetto delle normative, per incompetenza o
menefreghismo. I loro animali stavano morendo per PSA da settimane, che
è una delle morti più atroci, con una sofferenza maggiore rispetto a
qualunque tipo di fine li possa aspettare in un macello, e nessuno ha
fatto niente per evitare il contagio. Anzi, questi sedicenti “amanti
degli animali” hanno contribuito a propagarlo. Dov’è quindi il benessere
animale in questi santuari?
In questi luoghi, gli animali vengono stabulati in un contesto
assolutamente inadatto, spesso tenuti in un appartamento e obbligati a
defecare su di una traversina, con calori mensili a vuoto. Sono tutti
per la maggior parte obesi, impossibilitati a grufolare, privi di
interazioni con i conspecifici e inconsapevolmente malati. Inoltre, i
suini non amano il contatto con gli umani, mentre in questi rifugi
vengono costretti ad incontri quotidiani con i visitatori, che li
toccano e li accarezzano di continuo: fonte di altissimo stress per i
maiali. Quindi basta con la storiella dei maialini che correvano felici
incontro ai loro carnefici, poiché in questi santuari animalisti la
realtà viene completamente travisata. Anche per l’evidente ignoranza dei
tenutari, che ovviamente non hanno seguito il lungo percorso di studi,
di conoscenze decennali e di competenze acquisite dei veterinari.
Prendersi cura degli animali è una cosa seria, che richiede razionalità,
conoscenza della materia e intelligenza. Quindi è qualcosa che dovrebbe
essere impedito a chi li sua come scudi viventi per proteggere la
propria ideologia. Sacrificandoli in cambio dei quindici minuti di
notorietà garantiti da fatti come quelli di “Cuori Liberi”.”