
(AGENPARL) – gio 12 ottobre 2023 Sostenibilità
territoriale
del Distretto
della ceramica
2023-24
Progetto realizzato con il contributo della:
Sostenibilità territoriale del Distretto
della ceramica
2023-24
Graphic Design della cover: CB&C LAB
Il gruppo di lavoro:
Luciano Monti (coordinatore della ricerca)
Lorenzo Maggi (Unindustria)
Valerio Martinelli (Fondazione Bruno Visentini)
Giulio Vannini (Fondazione Bruno Visentini)
La presente indagine è stata realizzata grazie ad un cofinanziamento della Camera di
Commercio Rieti Viterbo e della Camera Commercio di Roma riconosciuto ad
Unindustria.
Un primo ringraziamento va alle aziende che si sono messe in gioco sul tema della
sostenibilità ed hanno permesso di realizzare questo studio ma soprattutto a tutti gli
enti che hanno partecipato ai focus group in rappresentanza del territorio e che con il
loro contributo hanno facilitato l’individuazione delle priorità per uno sviluppo
sostenibile dell’area.
SOMMARIO
PREMESSA ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… 1
EXECUTIVE SUMMARY………………………………………………………………………………………………………………………………………. 2
1. OBIETTIVI SPECIFICI DELL’INIZIATIVA, PROGRAMMA E AZIONI PRODROMICHE ……………………….. 4
1.1 Gli obiettivi ………………………………………………………………………………………………………………………………………………… 4
1.2 Le Attività ………………………………………………………………………………………………………………………………………………….. 5
2. METODOLOGIA ………………………………………………………………………………………………………………………………………………. 7
2.1 Le fasi dell’indagine sul territorio e l’approccio metodologico……………………………………….. 7
2.2 Il sistema di attribuzione dei punteggi ……………………………………………………………………………………… 9
2.3 L’individuazione del campione delle aziende ………………………………………………………………………. 10
3. I PRINCIPALI RISULTATI EMERSI DALL’INDAGINE ………………………………………………………………………………… 12
3.1 Il quadro complessivo dell’area industriale …………………………………………………………………………… 12
3.2 Risultati in tema di sostenibilità sociale ………………………………………………………………………………….. 13
3.3 I Risultati in tema di sostenibilità ambientale……………………………………………………………………… 20
3.4 I Risultati in tema di sostenibilità economica ………………………………………………………………………28
4. IL FOCUS GROUP CON GLI STAKEHOLDER TERRITORIALI E UNA PRIMA INDAGINE DI
MATERIALITÀ ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………34
4.1 Le risultanze emerse dal focus group ……………………………………………………………………………………….34
4.2 Una prima analisi di materialità …………………………………………………………………………………………………35
5. IL FOLLOW UP DELL’INIZIATIVA E PROSPETTIVE FUTURE ………………………………………………………………… 37
PREMESSA
Con il presente studio, cofinanziato dalla Camera di Commercio di Rieti – Viterbo e dalla
Camera di Commercio di Roma, la Fondazione Bruno Visentini ed Unindustria hanno
redatto un rapporto di sostenibilità a livello territoriale relativo al Distretto della ceramica
di Civita Castellana.
Per realizzare tale rapporto è stato necessario coinvolgere in primis un campione di
aziende con stabilimenti ubicati all’interno del Distretto industriale, individuato come
sistema produttivo locale e area laziale di investimento dalla delibera della Giunta
Regionale n.135 dell’8 febbraio 2002, a cui è seguito un incontro con alcuni dei più
importanti enti del territorio per acquisire anche la loro prospettiva e compiere dunque
una corretta analisi di materialità.
L’indagine, svolta grazie attraverso interviste realizzate presso le sedi aziendali e tramite
un focus group con i vari stakeholder locali, si è posta l’obiettivo di acquisire una
fotografia dell’attuale stato di avanzamento dei processi all’interno del Distretto,
mettendo in luce punti di forza e criticità delle imprese sui temi legati alla dimensione
sociale, ambientale ed economica della sostenibilità. Si è cercato, inoltre, in ottica
proattiva, di avvicinare i diversi attori del territorio per un coinvolgimento più ampio
possibile sulle quelle sfide che, se superate, permetterebbero all’area indagata di
dirigersi su efficienti percorsi di crescita.
A valle di questa iniziativa, infatti, Unindustria cercherà di formulare proposte concrete in
sintonia con le amministrazioni locali, dando forma concreta a progettualità in grado di
produrre un ritorno positivo su tutto la comunità locale.
EXECUTIVE SUMMARY
L’iniziativa si propone di rilevare e valorizzare i comportamenti e le intenzioni in tema di
sostenibilità ambientale, sociale ed economica di un campione di aziende attive nel
settore della ceramica, ubicate all’interno del Distretto industriale di Civita Castellana nel
Viterbese. Dinamiche che fanno uno specifico riferimento ad alcuni Goal e Target di
Agenda 2030, il documento di riferimento redatto dall’Onu contenente obiettivi e target
globali da raggiungere per uno sviluppo sostenibile. L’indagine di cui si dà conto in
questo primo rapporto è stata cofinanziata dalla Camera di Commercio di Rieti-Viterbo
e realizzata grazie alla collaborazione tra Unindustria e la Fondazione Bruno Visentini di
Roma.
Dopo aver curato una selezione dei Goal e dei Target di Agenda 2030 pertinenti con
l’attività manifatturiera, il gruppo di lavoro ha realizzato un questionario che è stato
successivamente sottoposto ai referenti delle imprese campione attraverso un’intervista
strutturata condotta di persona dai ricercatori presso le varie sedi aziendali. La modalità
di interazione “in presenza” ha permesso di verificare con gli interlocutori aziendali, in
modo approfondito, la consapevolezza e l’importanza dei temi cardine della sostenibilità
per le singole imprese.
Evitando domande dirette, con il rischio di ricevere risposte autoreferenziali, le interviste
si sono concentrate sugli interventi posti in essere e/o progetti dalle aziende coinvolte e
riconducibili ad una delle dimensioni della sostenibilità e sul grado di consapevolezza
delle aziende stesse circa alcune dinamiche legate allo sviluppo sostenibile dell’area in
cui operano. L’indicizzazione delle risposte raccolte durante l’intervista ha permesso, in
un secondo momento, di attribuire un punteggio medio da 1 a 5 ad ogni specifico
quesito, ad ognuno dei Goal selezionati di Agenda 2030, alle tre dimensioni della
sostenibilità (ambientale, economica, sociale) e, infine, all’area industriale di riferimento.
In estrema sintesi, dall’indagine sono emerse le maggiori criticità in merito al Goal 5
“Parità di genere” e al Goal 13 “Lotta contro il cambiamento climatico”, per i quali si
registrano ancora ampi margini di miglioramento in termini di processi di miglioramento
in ottica sostenibile. Sulla parità di genere in linea con il dato nazionale, il basso
punteggio è dovuto in particolare al ridotto numero di donne in ruoli apicali all’interno
delle imprese. In tema di lotta contro il cambiamento climatico, invece, per le aziende
del Distretto delle ceramiche temi quali la riduzione dei gas ad effetto serra sono
difficilmente applicabili per motivazioni legate anche a limiti tecnologici.
Al contrario, il Distretto industriale ceramico ottiene una valutazione positiva per il Goal
6 “Acqua pulita e servizi igienico-sanitari”, per il Goal 8 “Lavoro dignitoso e crescita
economica” e per il Goal 9 “Imprese, innovazione ed infrastrutture”. Sul tema dell’acqua,
è possibile distinguere tra aziende che hanno in via prioritaria indirizzato le proprie
misure all’efficientamento del processo produttivo trattando e riutilizzando acque di
produzione e chi, invece, ha sviluppato prodotti che, nell’intero ciclo di utilizzo da parte
del consumatore, avranno un consumo ridotto di acqua.
In merito alle condizioni lavorative, il Distretto ha mostrato nel corso degli anni
un’attenzione sempre maggiore in tema di sicurezza sul lavoro (ad esempio attraverso
l’introduzione degli azzeratori di peso), che, data anche la tipologia di attività condotta,
risulta essere questione assai delicata per i dipendenti.
In tema di innovazione, infine, il Distretto risulta ben instradato sugli obiettivi di crescita
sostenibile grazie agli investimenti compiuti dalle aziende del territorio, in particolare
sull’efficientamento tecnologico del processo produttivo, dal momento che la quasi
totalità dei referenti aziendali afferma di aver introdotto, nell’ultimo triennio, innovazioni
tecnologiche di prodotto o processo.
I risultati emersi dall’indagine presso le aziende sono stati successivamente discussi
all’interno di un focus group organizzato con alcuni dei principali enti locali dell’area di
riferimento, a cui sono state chieste le loro impressioni, opinioni e prospettive
sull’impegno delle aziende in merito ai citati obiettivi di crescita sostenibile. La percezione
degli enti sul raggiungimento dei vari target dei goal attenzionati (e dunque i punteggi
che vi hanno attribuito utilizzando la medesima scala di valori) è inferiore ai valori
registrati attraverso i questionari alle aziende. In generale, tuttavia, si nota comunque
una discreta sovrapposizione nel riconoscimento delle maggiori criticità, ferma restando
la diversa posizione in tema di trattamento dell’acqua e di lavoro dignitoso.
1. OBIETTIVI SPECIFICI DELL’INIZIATIVA, PROGRAMMA E AZIONI PRODROMICHE
1. OBIETTIVI SPECIFICI
DELL’INIZIATIVA, PROGRAMMA E
AZIONI PRODROMICHE
1.1 Gli obiettivi
Con il presente studio si pongono le basi per delineare e promuovere la prima analisi
sulla sostenibilità dell’area industriale che gravita attorno alla filiera ceramica di Civita
Castellana, una filiera di eccellenza del territorio e sistema produttivo locale individuato
con l’apposita D.G.R. 08/02/2002, n. 135.
Per porre le basi dell’iniziativa è stato necessario coinvolgere nell’indagine un campione
significativo di aziende con stabilimenti nell’area coinvolgendo, allo stesso tempo, gli enti
locali, associazioni ed alcuni istituti scolastici del territorio per acquisire anche il loro
punto di vista e svolgere una corretta analisi di materialità.
L’indagine, che si è svolta tramite interviste ad un selezionato numero di aziende del
Distretto e un focus group che ha coinvolto alcuni interlocutori in merito alle iniziative
portate avanti in tema di sostenibilità con riferimento ai Goal di Agenda 2030, ha
permesso, da un lato, di acquisire una fotografia delle maggiori criticità e punti di forza
riscontrati nelle realtà aziendali legati alla dimensione sociale, ambientale ed
economica, e dall’altro ha contribuito a
sensibilizzare le aziende coinvolte, sulla
centralità della sostenibilità anche in relazione all’importanza che tali tematiche
assumono e assumeranno sempre più per le aziende stesse.
Rendere la sostenibilità prioritaria nelle agende delle aziende e dei vari stakeholder è il
primo passo per uno sviluppo sostenibile. Partendo dalle risultanze di questo studio,
affidato alla Fondazione Bruno Visentini di Roma, Unindustria formulerà varie proposte
cercando un coinvolgimento più ampio possibile dei vari interlocutori. Il proposito è
anche quello di dare forma concreta a progettualità delle aziende associate, per
soddisfare le necessità della comunità locale emerse durante il percorso.
1. OBIETTIVI SPECIFICI DELL’INIZIATIVA, PROGRAMMA E AZIONI PRODROMICHE
In sintesi, dunque, gli obiettivi generali dell’indagine sono i seguenti:
acquisire una fotografia dell’impegno che le aziende del territorio mantengono in
tema di sostenibilità ambientale, sociale, economica;
sensibilizzare ove necessario a migliorare l’impatto delle aziende sul territorio negli
ambiti poco esplorati;
mettere in luce le criticità del territorio acquisendo anche il punto di vista di
amministrazioni e altri stakeholder del territorio;
instaurare un canale di comunicazione trasparente per abbattere eventuali
pregiudizi del territorio e condividere obiettivi e azioni comuni.
1.2 Le Attività
L’attuazione del progetto ha previsto le seguenti fasi:
A. Individuazione area di studio e mappatura delle aziende operanti sul territorio
Individuazione area industriale e comuni coinvolti
Individuazione cluster di aziende attive sull’area
B. Definizione questionario per indagine su sostenibilità con approccio place-based
Selezione dei target di Agenda 2030 di interesse per l’area
Predisposizione domande e set di risposte possibili
Definizione del campione di aziende da coinvolgere nell’iniziativa
C. Raccolta dati tramite interviste presso le sedi delle aziende
Intervista con le aziende per il reperimento delle informazioni necessarie
D. Organizzazione focus group con stakeholders locali
Incontri con i soggetti maggiormente rilevanti delle aree (amministrazioni,
enti, istituti scolastici e altri stakeholder di varia natura)
Raccolta delle proposte e delle necessità dei vari soggetti
E. Elaborazione dati e stesura rapporto di sostenibilità del Distretto
Stesura del documento e pubblicazione
F. Evento di presentazione del lavoro svolto
Svolgimento evento di comunicazione del Rapporto di sostenibilità
1. OBIETTIVI SPECIFICI DELL’INIZIATIVA, PROGRAMMA E AZIONI PRODROMICHE
Il cronoprogramma è stato articolato come indicato nella tabella seguente:
Tabella 1 Cronoprogramma attività
Sub Azioni
II trim 23
A.1 Individuazione aree industriali e comuni
coinvolti
A.2 Individuazione cluster di aziende insistenti
sull’area
B.1 Selezione dei target di Agenda 2030 di
interesse per l’area
B.2 Predisposizione domande e set di risposte
possibili
B.3 Definizione del campione di aziende da
coinvolgere nell’iniziativa
C.1 Intervista con le aziende per il reperimento
delle informazioni necessarie
D.1 Incontri con i soggetti maggiormente rilevanti
delle aree (amministrazioni, enti, istituti scolastici
e altri stakeholder di varia natura)
D.2 Raccolta delle proposte e delle necessità dei
vari soggetti
E.1 Stesura del documento e pubblicazione
F.1 Svolgimento evento di comunicazione del
Rapporto di sostenibilità
III trim 23
IV trim 23
2. METODOLOGIA
2. METODOLOGIA
2.1 Le fasi dell’indagine sul territorio e l’approccio metodologico
Il percorso di indagine si è articolato in tre fasi, ognuna delle quali finalizzata ad un
coinvolgimento di soggetti differenti, dalle aziende agli stakeholder fondamentali, al
territorio in generale. Le fasi sono illustrate anche nella Figura 1.
Figura 1 Le fasi dell’indagine
In una prima fase sono state raccolte le informazioni presso le imprese selezionate a
partecipare alla ricerca, attraverso lo svolgimento, nel periodo intercorrente tra maggio
e giugno 2023, di interviste strutturate, che sono state interamente condotte presso gli
stabilimenti produttivi. La modalità di interazione “in presenza” ha permesso ai ricercatori
di approfondire le azioni intraprese, o in fase di realizzazione, dalle singole aziende sui
temi cardini della sostenibilità, attraverso un dialogo diretto con i proprietari o
comunque con figure apicali all’interno dell’organizzazione.
Successivamente, in data 8 settembre 2023 si è tenuta una sessione di approfondimento
con alcuni dei principali stakeholder del territorio: hanno partecipato al focus group
rappresentanti della Provincia di Viterbo, l’Agenzia regionale per la protezione
dell’ambiente (ARPA Lazio), l’Azienda Sanitaria Locale (ASL SPRESAL) e Legambiente. A
questi diversi soggetti sono stati anticipati i principali risultati emersi dall’indagine presso
le aziende del territorio, e attraverso un dibattito aperto sono state raccolte le impressioni
2. METODOLOGIA
più significative e gli allineamenti o disallineamenti rispetto alle loro posizioni sui temi
legati alla sostenibilità dell’area.
Invero, la analisi di materialità che emerge permetterà in prospettiva di coniugare le
necessità delle aziende con quelle degli altri enti o organismi operanti sul territorio, per
definire successivamente proposte operative condivise per la crescita dell’area
industriale.
Per quanto riguarda l’approccio metodologico, per strutturare l’intervista è stato
elaborato un questionario partendo dalla selezione di 9 dei 17 Goal di Agenda 2030 che
meglio intercettano le dinamiche territoriali (vedi Figura 2), per un approccio place
based, ma soprattutto le dinamiche aziendali, per forza di cose più specifiche rispetto,
ad esempio, a quelle di una realtà comunale. In seguito, è stato effettuato un
approfondimento dei rispettivi Target per formulare i circa 70 quesiti specifici che hanno
dato forma al questionario.
Figura 2 I Goal di Agenda 2030 selezionati per la ricerca
I Goal, sulla base della classificazione offerta dal Rapporto SDGs 2020 realizzato
dall’ISTAT1, sono stati poi raggruppati nelle varie sezioni del formulario come segue:
a. Sezione ambientale: Goal 6, 7, 12, 13;
b. Sezione sociale: Goal 4, 5, 11;
c. Sezione economica: Goal 8, 9.
Rapporto SDGs 2020 – informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia, ISTAT, Roma, 2020.
2. METODOLOGIA
La selezione ha permesso di affrontare nel corso dell’intervista una serie di tematiche qui
riportate a titolo esemplificativo e non esaustivo: attenzione all’ambiente, gestione
dell’acqua e dell’energia, qualità dell’aria, certificazioni, trasporti in relazione alle merci e
ai dipendenti, impatto delle risorse e dei rifiuti, dimensione economica e finanziaria,
investimenti, impatto sociale, formazione, comunicazione e altre azioni di sostenibilità in
generale.
I quesiti posti durante l’intervista hanno in primis investigato eventuali azioni intraprese
o in progetto da parte delle aziende sui temi della sostenibilità, ma hanno avuto anche
l’obiettivo di inquadrare la consapevolezza aziendale sull’argomento generale dello
sviluppo sostenibile e le motivazioni che hanno o che avrebbero spinto le aziende a fare
meglio in specifici aspetti. Inoltre, ascoltare le varie aziende dell’area ha permesso di
condividere le problematiche più tipiche e fare da tramite sulle tematiche di maggior
interesse.
2.2 Il sistema di attribuzione dei punteggi
Le domande dell’intervista sono state poste in forma aperta per non indurre le aziende a
dare risposte che si attestassero su un livello “medio” o che fossero sbilanciate in un
verso o nell’altro, e, una volta raccolte, sono state ricondotte, dai ricercatori, all’interno di
sei categorie specifiche di risposte, tra cui l’opzione “non applicabile”. Il dato è stato poi
aggregato
forma
anonima
essere
rappresentativo
territorio
indipendentemente dalla singola azienda.
Successivamente, per le domande di tipo quantitativo (es. la percentuale di fabbisogno
energetico soddisfatto con energie rinnovabili) o qualitativo (es. la percentuale di donne
in ruoli decisionali e direttivi) in cui fosse effettivamente possibile riconoscere alle
aziende, tramite opportune categorie, un diverso grado di merito, sono stati attribuiti dei
punteggi numerici da 1 a 5. Questa classificazione ha permesso ai ricercatori, in un
secondo momento, di attribuire un punteggio medio a ogni specifico quesito, a ognuno
dei Goal selezionati di Agenda 2030, alle tre dimensioni della sostenibilità (ambientale,
economica, sociale) e, infine, all’area industriale. Per i restanti quesiti ritenuti non
classificabili, sono state viceversa elaborate altre restituzioni, semplicemente in termini
di frequenza delle risposte. I risultati dell’indagine sono presentati nel Capitolo 3.
Il sistema di classificazione scelto per rappresentare l’impegno delle aziende sui singoli
Target (e di conseguenza sui Goal dell’Agenda 2030) o in generale sulle tematiche
2. METODOLOGIA
oggetto dell’analisi, coincide, come precedentemente anticipato, con l’attribuzione di un
punteggio da 1 a 5, (0 nel caso di non applicabilità della domanda, valore non pesato
nel calcolo delle medie dei punteggi) che può essere sintetizzato con la corrispondenza
indicata nella Figura 3.
Figura 3 Corrispondenza punteggi
A valle dell’elaborazione dei risultati, è stato restituito alle aziende selezionate il loro
posizionamento rispetto alla media delle altre aziende intercettate dall’indagine, in
modo da poter avere un quadro di quali aspetti sono stati più approfonditi dal Distretto
e quali meno, e poter di conseguenza utilizzare tale risultato come strumento di supporto
alla policy aziendale.
2.3 L’individuazione del campione delle aziende
quanto
riguarda
campionamento delle aziende da coinvolgere
nell’indagine, visto che l’obiettivo primario
dello studio era quello di redigere un rapporto
di sostenibilità sul Distretto industriale delle
ceramiche della provincia di Viterbo, i due
elementi imprescindibili erano proprio la
necessità che l’azienda operasse nel settore
ceramico e che fosse ubicata nei confini del
Distretto industriale all’interno della provincia
di Viterbo, e più precisamente nel Comune di
Civita Castellana e nei Comuni limitrofi (vedi
Figura
Distretto,
individuato come
sistema produttivo locale e area laziale di Figura 4 I comuni del Distretto della ceramica
investimento dalla delibera della Giunta
individuati dalla DGR 8/2/2013 n.135
Regionale n. 135 dell’8 febbraio 2002, è tarato sulle attività individuate dai Codici Istat 26.2
e 26.3 (ATECO 91), che corrispondono in generale alla fabbricazione dei prodotti ceramici.
Secondo i dati pervenuti dalla Camera di Commercio, il Distretto è composto da 38
aziende, all’interno delle quali lavorano in totale 2366 dipendenti.
2. METODOLOGIA
Nella fase di individuazione del campione, ai fini della rilevanza statistica, si è posto come
obiettivo il coinvolgimento nella ricerca di 15 unità produttive. Grazie al tessuto
relazionale che Unindustria ha creato sul territorio, si è riusciti in breve tempo a
raggiungere il target prefissato, intercettando, inoltre, aziende ceramiche situate in sei
differenti comuni, riuscendo così a dare uno spaccato quanto più attinente possibile alla
distribuzione effettiva delle aziende sul territorio (Grafico 1).
Grafico 1 Distribuzione aziende sui territori
Castel
Civita
Sant’Elia
Castellana
Corchiano
Fabrica di
Gallese
Vignanello
In merito, invece, alla dimensione delle aziende coinvolte, è bene innanzitutto precisare
che l’area di indagine è pressoché totalmente interessata da aziende di piccole o medie
dimensioni, elemento che di fatto non ha reso possibili eventuali comparazioni tra
differenti categorie, ad esempio PMI da una parte, grandi dall’altra (6). Inoltre, la natura
stessa dell’indagine non suggeriva una classificazione di questo tipo, quanto piuttosto
cercare di fotografare l’andamento del Distretto ceramico. Come si evince dal Grafico 2
sottostante, le medie aziende sono la netta maggioranza del campione (80% del totale).
Grafico 2 Distribuzione aziende per grandezza
Micro (1) 7%
Piccole (2) 13%
Medie (12) 80%
3. I PRINCIPALI RISULTATI EMERSI DALL’INDAGINE
3. I PRINCIPALI RISULTATI EMERSI
DALL’INDAGINE
3.1 Il quadro complessivo dell’area industriale
Le interviste, principalmente condotte con i direttori di stabilimento e talvolta con
gli amministratori delegati ed ai loro tecnici specializzati, hanno permesso ai
ricercatori di affrontare tutte le tematiche oggetto di analisi inserite nel
questionario, e spesso, data la costruzione della stessa intervista, diverse
informazioni sono emerse naturalmente dal dialogo face to face con i referenti
stessi.
In estrema sintesi, con riferimento al sistema di classificazione in 5 punteggi
illustrato nel capitolo precedente, è stato possibile rilevare il seguente quadro per
l’area industriale:
Sezione ambientale: 3,4
Sezione sociale: 3,1
Sezione economica: 4
Totale Distretto ceramico: 3,5
Da un primo quadro generale, si può quindi affermare che il Distretto ceramico
ottiene, nel suo complesso, un giudizio positivo, che certifica un percorso di
crescita responsabile compiuto nel corso degli anni. Tuttavia, la maggior parte del
merito è da riservare all’aspetto economico della sostenibilità, in particolare,
come vedremo di seguito, grazie agli investimenti in efficientamento tecnologico
e innovazione dei prodotti, che, oltre a permettere alle aziende di mantenere la
loro competitività e il loro forte legame storico-culturale con il territorio, hanno
portato vantaggi anche in tema di sicurezza sul lavoro e di produttività in ottica
sostenibile. Nelle altre due dimensioni della sostenibilità, invece, devono ancora
compiersi passi importanti, soprattutto sul tema sociale, che in generale non vede
nessuno dei Goal analizzati nell’analisi registrare punteggi rilevanti, e anzi si nota
una carenza in merito alla questione della parità di genere, tematica di portata
nazionale in Italia e tipicamente del settore in quanto, fino ai recenti investimenti
in macchinari automatizzati e azzeratori di peso, la produzione necessitava di
forza fisica per movimentare manufatti di un certo peso.
3. I PRINCIPALI RISULTATI EMERSI DALL’INDAGINE
3.2 Risultati in tema di sostenibilità sociale
Entrando nel merito dei risultati per macro-sezione, la dimensione sociale
dell’analisi di sostenibilità per il Distretto ceramico di Civita Castellana mostra,
rispetto alle altre due dimensioni, il punteggio aggregato più basso, con un valore
di 3,1 che indica che su questo tema il percorso è stato da poco intrapreso. Il valore
totale della sezione è dato dalla media matematica dei punteggi ottenuti dai
singoli Goal di Agenda 2030, identificati per l’indagine, annoverati all’interno della
dimensione sociale: il Goal 4 “istruzione di qualità”, il Goal 5 “parità di genere” e il
Goal 11 “città e comunità sostenibili”. Ognuno di questi, come si vedrà in seguito,
ha comunque inciso in modo diverso nella determinazione del valore della
dimensione sociale dell’area, ma nel complesso si può affermare che sulle
tematiche afferenti al contesto sociale l’area industriale può e deve fare ancora
passi in avanti verso il raggiungimento di uno status avanzato di sostenibilità.
Goal 4 – Istruzione di qualità
Il primo Goal oggetto di studio è il Goal 4, sull’istruzione e, in
particolare nel caso in esame, sulla formazione di qualità. Il
punteggio ottenuto dal Goal 4 è nel complesso sufficiente
(3,27), ma al suo interno sono emerse sensibilità divergenti
rispetto ai temi analizzati. Per quanto concerne, ad esempio, i corsi di formazione
erogati in azienda (oltre a quelli previsti per legge), l’area ottiene un punteggio
superiore alla media totale, dato che la maggioranza delle imprese del territorio
investe molto sulla formazione dei dipendenti (Grafico 3) attraverso corsi rivolti a
tutti i dipendenti (67% dei casi) o addirittura attraverso percorsi formativi ad hoc
specifici per singolo dipendente (20%).
3. I PRINCIPALI RISULTATI EMERSI DALL’INDAGINE
Grafico 3. Oltre ai corsi per legge, vengono erogati in azienda ulteriori corsi di formazione? Se sì, di
che tipo? Sono rivolti a tutti i dipendenti?
Corsi
mentoring
customizzati
per singoli
dipendenti
Oltre ai corsi per legge,
vengono erogati in
azienda ulteriori corsi di
formazione? Se sì, di
che tipo? Sono rivolti a
tutti i dipendenti?
corsi rivolti a
tutti
All’interno di questo contesto, sono però poche le aziende che prevedono corsi di
formazione sui temi della sostenibilità (7%), ad esempio su impresa 4.0 o 5.0,
anche se una percentuale significativa afferma di averli in progetto per il prossimo
futuro (54%).
In merito invece alle collaborazioni con il mondo della scuola o con le università,
dal Grafico 4emerge come poco più di metà delle aziende intercettate abbia una
(33%) o più tipologie di collaborazioni (20%) con il mondo dell’istruzione. Viceversa,
il 27% dei rispondenti afferma o di non avere stipulato accordi in tal senso (20%) o
comunque di averli avuti in passato (7%).
3. I PRINCIPALI RISULTATI EMERSI DALL’INDAGINE
Grafico 4. Avete collaborazioni con il mondo della scuola o quello universitario per poter interagire
e coinvolgere direttamente i più giovani?
Ampio
coinvolgimento
su tutti i temi
Avete collaborazioni
con il mondo della
scuola o quello
universitario per poter
In passato
interagire e coinvolgere
si – alternanza
scuola lavoro tirocini – tesi stage
direttamente i più
giovani?
In progetto
Goal 5 – Parità di genere
Per quanto concerne il Goal 5 sull’uguaglianza di genere e
l’empowerment del mondo femminile, invece, il Distretto
ceramico totalizza un punteggio (2,53) che mostra ampi
margini di miglioramento, in particolare a causa del ridotto
numero di donne in ruoli apicali all’interno delle imprese. Se,
infatti, solamente nel 7% dei casi non si riscontrano donne con incarichi direttivi o
decisionali, dall’altro lato è emerso come nella maggioranza delle aziende
intervistate (67%) abbia comunque una percentuale di presenza femminile nei
ruoli più importanti dell’azienda che arriva al massimo al 20% (Grafico 5).
3. I PRINCIPALI RISULTATI EMERSI DALL’INDAGINE
Grafico 5. Quante sono (in numero o In %) le donne in ruoli direttivi/decisionali all’interno
dell’azienda? I numeri sono in crescita o diminuzione rispetto al recente passato?
maggiore del
50% – in
aumento
6,67%
tra il 30% e il 50% staz./calo/aumen
to…
fino al 30% Staz/in
aumento
6,67%
Non presenti
6,67%
Quante sono (in numero
o In %) le donne in ruoli
direttivi/decisionali
all’interno dell’azienda? I
numeri sono in crescita o
diminuzione rispetto al
recente passato?
fino al 20% – in
calo/stazionario
/aumento
66,67%
In generale, anche in merito alle misure volte a facilitare la conciliazione dei tempi
di vita dei dipendenti (e soprattutto delle dipendenti) l’area non raccoglie un
punteggio molto alto. Seppure sei aziende su dieci prevedono, ove possibile, forme
di part-time, flessibilità oraria e smart working, e due aziende su dieci si limitano
a riconoscere tempi più lunghi per i congedi parentali obbligatori per legge
(Grafico 6) nessuna azienda, promuove iniziative di sensibilizzazione sui temi della
conciliazione dei tempi vita/lavoro e delle pari opportunità: solo una delle azienda
del campione a livello di Distretto ha implementato strumenti di supporto
economico o comunque servizi legati alla cura della famiglia.
3. I PRINCIPALI RISULTATI EMERSI DALL’INDAGINE
Grafico 6. Avete adottato misure per favorire la conciliazione dei tempi di vita dei dipendenti?
congedi
parentali / di
maternità
(previsti per
legge)
13,33%
Strumenti di
supporto
economico/Ser
vizi di cura (es.
asilo nido)
6,67%
Avete adottato misure
per favorire la
conciliazione dei tempi
flessibilità oraria
e cambio
turni/telelavoro/
part time
60,00%
di vita dei dipendenti?
Congedi estesi
oltre quanto
previsto dalla
legge
20,00%
Goal 11 – Città e comunità sostenibili
Il terzo ed ultimo Goal scelto dal gruppo di ricerca all’interno
della dimensione sociale della sostenibilità è il Goal 11, il cui
obiettivo generale è quello di rendere le città e gli
insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili. Il
punteggio raccolto dal Distretto per questo Goal (3,38) è il migliore fra quelli
rientranti nella categoria sociale della sostenibilità. Questo risultato è dovuto
principalmente a due elementi: i progetti di promozione del territorio portati avanti
in collaborazione praticamente da tutte le aziende del Distretto e l’impatto delle
aziende stesse, a livello di indotto, sul territorio. Come si può notare dal Grafico 7,
infatti, il 60% delle aziende afferma di avere un impatto alto a livello di indotto sul
territorio, ed un ulteriore 20% afferma di avere un impatto molto alto a livello di
economia locale. Anche per quanto concerne invece l’impatto visivo della sede
aziendale, che spesso si trova comunque all’interno di un contesto trafficato o
comunque di passaggio e che necessariamente influisce sulla cognizione del
territorio, si riscontra un atteggiamento proattivo delle imprese intervistate. Due
aziende su tre affermano di aver svolto azioni nel tentativo di migliorare l’impatto
visivo della sede aziendale, attraverso ristrutturazioni, ammodernamenti,
coperture infrastrutturali o simili, mentre il 27% dei rispondenti afferma di non aver
ancora programmato iniziative in tal senso.
3. I PRINCIPALI RISULTATI EMERSI DALL’INDAGINE
Grafico 7. Quale impatto avete sul territorio a livello di indotto in relazione alla grandezza
dell’azienda e all’attività svolta?
medio
molto alto
Quale impatto avete
sul territorio a livello
di indotto in relazione
alla grandezza
dell’azienda e
all’attività svolta?
Grafico 8. Per il vostro territorio e l’immagine di un ipotetico investitore, avete svolto azioni (o se
sono in progetto) nel tentativo di migliorare l’impatto visivo della sede aziendale?
si – altri in
progetto
Per il vostro territorio e
l’immagine di un
ipotetico investitore,
avete svolto azioni (o
se sono in progetto)
nel tentativo di
migliorare l’impatto
visivo della sede
aziendale?
In ultima analisi, ai responsabili delle aziende del Distretto è stato chiesto se, nel
corso degli anni, avessero implementato una politica per i trasporti in riferimento
ai propri dipendenti, come ad esempio agevolazioni e/o convenzioni per l’utilizzo
dei mezzi pubblici, o incentivi all’utilizzo di auto elettriche attraverso
l’approvvigionamento di colonnine elettriche presso gli edifici aziendali, o se
comunque fosse presente in azienda un mobility manager. Nella maggior parte
dei casi la risposta è stata negativa (il 66% degli intervistati ha risposto no), ma
3. I PRINCIPALI RISULTATI EMERSI DALL’INDAGINE
non tanto per mancanza di volontà o politica aziendale, quanto per difficoltà
legate all’orario di lavoro (le aziende del Distretto lavorano infatti su turni
prestabiliti, e a determinati orari il servizio pubblico non è garantito) o comunque
alla mancanza di collegamenti nell’area. Il grafico 6 riporta le segnalazioni dei
rispondenti su quale elemento potrebbe incentivare l’azienda a prevedere una
specifica politica sulla mobilità dei dipendenti, e come si può notare al primo
posto viene indicata la burocrazia o gli interventi dell’amministrazione locale sul
trasporto, a cui segue un piccolo gruppo di aziende che, al momento attuale, non
ritiene necessario questo tipo di intervento. Le risposte “non applicabile”
riguardano le aziende che hanno risposto positivamente alla domanda
precedente, per cui hanno già attuato politiche di questo tipo.
Grafico 9. Cosa vi incentiverebbe ad attuare una politica per i trasporti in riferimento ai
dipendenti?
3. I PRINCIPALI RISULTATI EMERSI DALL’INDAGINE
3.3 I Risultati in tema di sostenibilità ambientale
La dimensione ambientale ha totalizzato un punteggio aggregato di 3,4, a
dimostrazione che alcune delle iniziative avviate sul tema sono ancora in progetto
o in fase di attuazione. Già nel goal 11, in merito alle emissioni dovute al trasporto
merce, nella quasi totalità dei casi il trasporto è affidato ai clienti con trasportatori
esterni e, dunque, non ricade direttamente sotto la gestione interna aziendale.
Solo in alcuni casi è stata registrata da parte dei rappresentanti aziendali una
consapevolezza circa la scelta di trasportatori attenti a ridurre i propri impatti ed
alla sostenibilità della propria attività.
Per quanto riguarda le emissioni della produzione, il monitoraggio degli inquinanti
in alcuni casi è in tempo reale anche se non richiesto dalla norma (20%), viene
effettuato a campione periodicamente (circa 25%), mentre nei restanti casi non è
significativo ma è comunque un tema di interesse.
Goal 6 – Acqua pulita e servizi igienico sanitari
Per quanto riguarda le attenzioni che le aziende del Distretto
dedicano al tema dell’acqua (4,0) è possibile distinguere tra
aziende che hanno in via prioritaria indirizzato le proprie
misure all’efficientamento del processo produttivo trattando
e riutilizzando delle acque e chi ha sviluppato prodotti che, nell’intero ciclo di
utilizzo da parte del consumatore, avranno un consumo ridotto di acqua.
Ricordiamo a tal proposito che l’innovazione nella progettazione e produzione di
sanitari negli ultimi anni ha fatto sì che per la fase di scarico si riducesse il
consumo di acqua da più di 10 litri a meno di 5 litri. La differenza nell’approccio
delle aziende è riportata nel Grafico 10.
3. I PRINCIPALI RISULTATI EMERSI DALL’INDAGINE
Grafico 10 Avete implementato qualche tipo di azione per la tutela della risorsa idrica o per un
utilizzo più efficiente?
In parte
Trattamento e
riutilizzo
Avete implementato
qualche tipo di
azione per la tutela
della risorsa idrica o
per un utilizzo più
efficiente?
in progetto
Riduzione
volumi scarico
In particolare, per quanto riguarda l’efficientamento della produzione, è stato
rilevato che due aziende delle quindici intervistate hanno condotto uno studio
della propria “water Footprint”2; due aziende analizzano i consumi del proprio
processo produttivo attraverso monitoraggi in continuo e ulteriori dieci imprese
sono interessate o hanno già iniziato a fare studi di questo tipo.
La principale motivazione che ha spinto le aziende risiede proprio nella volontà e
sensibilità aziendale nell’80% dei rispondenti.
L’impronta idrica è un indicatore del consumo di acqua dolce che include sia l’uso diretto
che indiretto di acqua da parte di un consumatore o di un produttore. L’impronta idrica
di un singolo, una comunità o di un’azienda è definita come il volume totale di acqua
dolce utilizzata per produrre beni e servizi, misurata in termini di volumi d’acqua
consumati (evaporati o incorporati in un prodotto) e inquinati per unità di tempo. Nella
definizione dell’impronta idrica è data inoltre rilevanza alla localizzazione geografica dei
punti di captazione della risorsa. (Fonte: MASE)
3. I PRINCIPALI RISULTATI EMERSI DALL’INDAGINE
Goal 7 – Energia Pulita e Accessibile
Venendo al tema dei consumi energetici, su cui il Distretto ha
raggiunto un punteggio di 3,6, è innanzitutto necessario
specificare che il presente studio è stato condotto nei mesi tra
aprile e giugno del 2023, nel periodo in cui l’effetto delle
tensioni tra la Russia e l’Ucraina era ancora quello di costi energetici superiori
rispetto alle medie degli anni precedenti. Inoltre, le aziende del settore ceramico
hanno un processo produttivo sostanzialmente legato all’utilizzo di forni necessari
a cuocere gli impasti ceramici per diverse ore per conferire alle ceramiche e ad
ogni pezzo in generale le caratteristiche necessarie. Dunque, è evidente come il
tema energetico, e in generale dei vettori energetici, sia centrale nella maggior
parte delle aziende e sicuramente una discriminante per la competitività in un
settore tra l’altro considerato “hard to abate”, ovvero difficile da decarbonizzare
proprio per la necessità di mantenere temperature superiori ai 1200°C nei forni e
di oltre 30° negli ambienti della produzione quasi ininterrottamente durante tutto
l’arco dell’anno.
Alla luce di queste premesse, utili a calarsi nella realtà aziendale, è emerso che un
terzo delle aziende è strutturata per avere una figura specificatamente dedicata
alla gestione della risorsa energetica in azienda e nel 20% dei casi, come mostra
il Grafico 11, dispone di un sistema di gestione energetico Certificato.
Grafico 11 La Vostra Azienda dispone di un Sistema di Gestione Energetica? (Specificare, in caso
affermativo, il tipo di certificazione)
Certificati ISO
50001
Altre
(45001,9001)
La Vostra Azienda
dispone di un
Sistema di Gestione
Energetica?
(Specificare, in caso
affermativo, il tipo di
certificazione)
No, ma siamo
interessati
In progetto
3. I PRINCIPALI RISULTATI EMERSI DALL’INDAGINE
Altro aspetto di interesse che emerge dallo stesso Grafico 11, è che oltre al 20% che
già dispone di una certificazione ISO 500013, una quota superiore ad un ulteriore
50% si sta adoperando per acquisirlo o ha in progetto di farlo nel breve periodo, a
testimonianza di come in un momento storico in cui la transizione energetica è
centrale anche nelle politiche europee le aziende cercano di partecipare per
quanto possibile facendo la loro parte.
Il tema della produzione di energia da fonti rinnovabili è stato largamente
approcciato dalle aziende dell’area tanto che il 60% delle aziende ha un impianto
fotovoltaico e, attraverso di esso, un terzo delle aziende che lo ha installato
raggiunge la copertura dei consumi come illustra il Grafico 12, tale per cui ottiene
anche un risparmio fino al 50% dei costi.
Grafico 12 Se avete installato Impianti di produzione da fonti rinnovabili che % del fabbisogno
copre?
maggiore del 50%
Se avete installato
Impianti di produzione
da fonti rinnovabili che
% del fabbisogno
copre?
maggiore del 25%
in progetto
La norma UNI CEI EN ISO 50001:2018 definisce i requisiti per creare, attuare, mantenere e
migliorare un sistema di gestione dell’energia (SGE). L’obiettivo della norma è quello di consentire
che un’organizzazione persegua, con un approccio sistematico, il miglioramento continuo della propria
prestazione energetica e dello stesso SGE ed è applicabile ad ogni organizzazione indipendentemente
dalla tipologia, taglia, complessità, posizione geografica, approccio organizzativo o dai prodotti o
servizi che fornisce. (fonte UNI)
3. I PRINCIPALI RISULTATI EMERSI DALL’INDAGINE
Goal 12 – Consumo e Produzione Sostenibile
Il tema della produzione e consumo responsabile, soprattutto
quando si tratta dell’utilizzo di materie prime, è sicuramente
un tema in evidenza nel settore della produzione ceramica
(3,7).
È necessario premettere che per la fabbricazione di tali prodotti è necessario
utilizzare una materia prima costituita da minerali argillosi, e proprio per
definizione non è possibile utilizzare altro se non un impasto con dosaggi differenti,
entro certi limiti, di una materia prima di origine completamente naturale ma non
velocemente
rigenerabile.
Tuttavia,
processo
produttivo
altera
sostanzialmente il materiale ma lo plasma conferendole le varie forme, in questo
caso sanitari e arredo bagno, che hanno una durata potenzialmente di oltre 20 o
addirittura 30 anni prima di degradarsi e non essere più consoni all’utilizzo, e oltre
tale periodo risultano comunque essere materiali inerti riutilizzabili per altri
impieghi (Es. Edilizia).
Entrando nel merito dei risultati raccolti, alcune aziende hanno acquisito
certificazioni di prodotto EPD (33% dei casi), altri titoli (20% dei casi) come, ad
esempio, la EGC o la EUFOOD Contact o sono interessate a farlo (ulteriore 20% dei
casi).
Un terzo ha condotto uno studio di LCA e un terzo ha in progetto di farlo nel breve
periodo.
3. I PRINCIPALI RISULTATI EMERSI DALL’INDAGINE
Grafico 13 Di quali dei seguenti Sistemi di Gestione Ambientale siete in possesso?
Altre
(45001,9001)
14 001
Di quali dei seguenti
Sistemi di Gestione
Ambientale siete in
possesso?
Nessuno, ma
siamo interessati
In progetto
Tredici aziende, oltre ad avere un sistema di raccolta differenziata negli uffici,
recuperano oltre il 90% degli scarti di produzione attraverso il Centro Ceramica
(sopportando talvolta costi maggiori rispetto allo smaltimento) come una vera e
propria operazione di simbiosi industriale e, in alcuni casi, vendono anche i
prodotti soggetti a riparazioni per ridurre la quantità di scarti inviati a recupero.
3. I PRINCIPALI RISULTATI EMERSI DALL’INDAGINE
A P P R O F O N D I M E N T O
IL CENTRO CERAMICA DI CIVITA CASTELLANA
Il Centro Ceramica di Civita Castellana rappresenta il punto di riferimento di
una delle aree industriali più importanti dell’intero Centro Italia e svolge
un’attività di sostegno e rappresentanza per le aziende del Distretto.
Attiva su una serie di azioni che vedono in maniera integrata i processi
aziendali attraverso l’assistenza nel campo del recupero dei rifiuti ceramici,
e nella gestione del sottoprodotto fango ceramico, ha implementato una
gestione ad impatto zero del rifiuto (Circulary Economy). Svolge inoltre
attività di consulenza aziendale quali formazione obbligatoria e facoltativa,
benchmarking dei costi energetici, gestione dei finanziamenti alle imprese.
Tutte le attività implementate si innescano in una gestione di economia di
scala, tipica dei consorzi di imprese, che favorisce un’ottimizzazione dei costi
aziendali per le imprese associate.
Il tema dell’ecodesign sta invece entrando nelle dinamiche aziendali come
mostra il Grafico 14, infatti un 20% lo ha già affrontato mentre la restante parte si
divide tra chi ha iniziato il percorso (7%), chi è interessato (53%) e chi non lo reputa
una priorità del settore motivo per cui non lo ritiene di interesse (7%).
Grafico 14 La vostra azienda dispone d’una procedura scritta per l’eco-design (design sostenibile)
dei prodotti?
Non applicabile
In parte
La vostra azienda
dispone d’una
procedura scritta per
l’eco-design (design
sostenibile) dei
prodotti?
No, non siamo
interessati
No, ma siamo
interessati
3. I PRINCIPALI RISULTATI EMERSI DALL’INDAGINE
Goal 13 – Lotta contro il Cambiamento Climatico
Il tema della lotta contro il cambiamento climatico che,
stando ad i target di Agenda 2030 si articola sui temi della
riduzione dei gas ad effetto serra, nel caso del Distretto delle
ceramiche è una tematica lontana per motivazioni legate
anche a limiti tecnologici (2,1). Tuttavia, il 33% delle aziende ha già fissato, o ha
intenzione di fissare, degli obiettivi per mitigare gli impatti sul cambiamento
climatico riducendo ad esempio la CO2 emessa e, in 2 dei 15 casi, sono in progetto
compensazioni delle emissioni. Inoltre, il Grafico 15 mostra la tipologia di obiettivi
che sono stati prefissati dalle aziende.
Grafico 15 Avete obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra climalteranti?
obiettivi triennali
Avete obiettivi di
riduzione delle emissioni
di gas serra
climalteranti?
No, ma siamo
interessati
Si senza obiettivi
prefissati
3. I PRINCIPALI RISULTATI EMERSI DALL’INDAGINE
3.4 I Risultati in tema di sostenibilità economica
Per quanto concerne invece la dimensione economica della sostenibilità, per
l’analisi sul Distretto industriale si è deciso di selezionare il Goal 8 di Agenda 2030
“Lavoro dignitoso e crescita economica” e il Goal 9 “Imprese, innovazione e
infrastrutture”, i cui target sono più facilmente declinabili alla realtà industriale. La
sezione economica della sostenibilità (o governance sostenibile) è quella che
ottiene il punteggio più alto nel Distretto ceramico di Civita Castellana, ovvero 4
su una scala da 1 a 5, a dimostrazione del fatto che il Distretto, per quanto riguarda
le politiche sul lavoro, la ricerca e gli investimenti sull’innovazione e
l’efficientamento tecnologico è pienamente all’interno di un percorso sostenibile.
Goal 8 – Lavoro dignitoso e crescita economica
Il Goal 8, i cui macro-obiettivi sono incentivare una crescita
economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione
piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti, ottiene un
punteggio ampiamente positivo (4,08) che risulta, inoltre,
essere il più alto tra i Goal selezionati per l’indagine. Il punteggio è frutto di
un’attenzione sempre maggiore che nel corso degli anni le aziende hanno
riservato alla sicurezza sul lavoro, che, data la tipologia di attività condotta, risulta
essere un tema assai delicato per i dipendenti. Inoltre, nella definizione del
punteggio ha influito anche la sensibilità da parte delle imprese del territorio nel
richiedere fondi, finanziamenti ed agevolazioni previste dal legislatore nell’ottica
di adottare politiche di efficientamento sostenibile.
3. I PRINCIPALI RISULTATI EMERSI DALL’INDAGINE
Grafico 16. Avete progetti finalizzati a migliorare le condizioni lavorative dei vostri dipendenti?
6,67%
Si – assistenza
fisica e mentale
6,67%
In progetto
13,33%
Avete progetti
finalizzati a migliorare
le condizioni lavorative
dei vostri dipendenti?
Si – riduzione
carichi lavoro
pesante
73,33%
Il grafico 8 mostra inequivocabilmente i progressi compiuti dal Distretto ceramico
nell’assicurare condizioni lavorative meno stressanti e più sicure per i dipendenti.
Oltre il 73% dei rispondenti ha infatti adottato nel corso degli anni tecnologie, come
gli azzeratori di peso, in grado di ridurre l’impatto dell’attività lavorativa sulla salute
fisica dei dipendenti, un altro 13,3% ha in progetto iniziative in tal senso e
un’azienda ha anche previsto percorsi di assistenza mentale, oltreché fisica.
Inoltre, rispetto ai decenni passati, dalle interviste compiute si segnala che le