
(AGENPARL) – ven 06 ottobre 2023 Dall’8 ottobre 2023 al 31 marzo 2024 a San Giovanni Valdarno
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*Giovanni da San Giovanni torna nella sua città natale con una mostra
firmata Terre degli Uffizi *
*/Dall’8 ottobre 2023 al 31 marzo 2024 il Museo delle Terre Nuove e
il Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie di San Giovanni
Valdarno accolgono un’esposizione con protagonisti dieci affreschi
portatili su stuoia, tecnica che ha sancito la fama del pittore
seicentesco /
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*Giovanni da San Giovanni torna a casa, nel Valdarno*: il legame
indissolubile tra l’artista e la sua terra, a cui il pittore deve
persino il nome, si rinnova con una nuova mostra di *Terre degli Uffizi*
intitolata */“Bizzarro e capriccioso umore’. Giovanni da San Giovanni,
pittore senza regola alla corte medicea”/*. L’esposizione – a cura di
Silvia Benassai, Cristina Gnoni Mavarelli e Valentina Zucchi e, per la
sezione del Museo della Basilica, di Michela Martini – si articola come
un *viaggio speciale* nell’arte del pittore attraverso *dieci tondi
dipinti su stuoia e altre pregevoli opere* provenienti dalle Gallerie
degli Uffizi e da altre collezioni, tutti accolti *dall’8 ottobre 2023
al 31 marzo 2024* nel *Museo delle Terre Nuove* e nel*Museo della
Basilica di Santa Maria delle Grazie. La mostra* è*promossa all’interno
del programma espositivo di Fondazione CR Firenze e Le Gallerie degli
Uffizi, all’interno dei rispettivi progetti **/Piccoli Grandi Musei /**e
**/Uffizi Diffusi./*
*Giovanni Mannozzi* (1592-1636), passato alla storia come *Giovanni da
San Giovanni*, emerge dal panorama del primo Seicento per il suo
originale gusto neo-manieristico, per le sue pennellate sintetiche, per
la freschezza dei suoi colori e per il suo particolare estro, tanto da
portare Roberto Longhi a parlare di pittura proto-impressionistica.
Tutto questo si manifesta in misura evidente nelle opere della mostra,
che valorizzano in modo peculiare la dimensione innovativa e luminosa
della sua pittura.
Oltre alla novità del linguaggio di Giovanni da San Giovanni,
l’esposizione valorizza ed evidenzia la sua abilità nel dipingere ad
affresco su supporto portatile, che gli valse grande successo.
Particolarmente versato nella pittura murale, egli fu infatti apprezzato
da prestigiosi committenti, coltivando un particolare rapporto con i
Granduchi: su commissione medicea Giovanni eseguì uno dei suoi primi
lavori fiorentini, il perduto dipinto in piazza della Calza e l’ultima
sua prestigiosa impresa, la decorazione della Sala degli Argenti in
Palazzo Pitti, lasciata interrotta per la prematura morte. È proprio la
relazione fra il nostro e un membro della famiglia Medici, il principe
don Lorenzo, figlio di Ferdinando I, a improntare l’esposizione: intorno
al ritratto del committente di Justus Suttermans sono qui esposti per la
prima volta in serie gli otto tondi dipinti a fresco su stuoia di
giunchi per la Villa della Petraia intorno al 1634, affiancati da altri
due tondi eseguiti con la medesima tecnica per la Villa di Pratolino.
Allo stesso periodo si ascrive anche il celebre dipinto ad affresco su
embrice qui esposto, raffigurante la /Pittura che dipinge la Fama.
/Ancora, sono presentati in mostra altri due pregevoli affreschi
portatili provenienti da collezioni private e alcuni preziosi disegni
del Gabinetto Disegni e Stampe delle Gallerie degli Uffizi. Larga parte
di queste opere attinge all’iconografia del mito, assai amata dal
pittore e da lui interpretata con arguzia e modernità. È il caso, per
esempio, del tondo raffigurante */Aurora e Titone/*, in cui la dea,
rosea e spensierata, osserva sorridente il sonno del marito anziano,
consumato dalla stanchezza e dalla vecchiaia; o quello del tondo di
*/Bacco e Arianna/,* assunto a icona della mostra, dove l’artista
sottolinea il colto riferimento alla corona donata alla fanciulla da
Venere e trasformata poi in costellazione. Ciascuna storia, pur permeata
di /pathos/, è presentata dal pittore in forma mite, quasi soave,
sublimando ogni dialettica e difficoltà in nome di uno sguardo
disteso, contemplativo, confacente allo spirito della committenza medicea.
Alle opere presenti nel Museo delle Terre Nuove è correlata una seconda
sezione presso il Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie, dove
sono presentati ulteriori dipinti di Giovanni Mannozzi a soggetto sacro,
in dialogo con le opere dell’artista presenti nella collezione
permanente del museo. In collezione si trovano infatti una delle due
lunette affrescate nel 1621 per l’Oratorio di Santa Maria delle Grazie
(la scena dello /Sposalizio/) e una//delle poche tele del pittore, la
/Decollazione di San Giovanni Battista/, firmata e datata al 1620.
Quest’ultima sarà posta in dialogo con un’altra tela dipinta dal
Mannozzi, ovvero la */Circoncisione/ di San Bartolomeo a Cutigliano*,
poco nota al largo pubblico e anch’essa datata al 1620, e con il
*disegno preparatorio del dipinto **/Martirio di san Biagio/*,
proveniente dal Gabinetto Disegni e Stampe. Saranno inoltre esposti una
pregevole opera di collezione privata, */La mensa dei poveri/*, e
lo*stemma della famiglia Mannozzi*.
Al termine della presentazione di oggi, durante la quale sono
intervenuti tra gli altri il sindaco di San Giovanni Valdarno Valentina
Vadi, il *direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt*, il
*senior advisor di Fondazione CR Firenze Carlo Sisi*, il primo cittadino
ha voluto ringraziare Schmidt omaggiandolo dei *due più importanti
simboli della città, il Marzocco e il Gonfalone*.
*Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt*: “/Giovanni
Mannozzi porta anche nel nome d’arte – si faceva chiamare “da San
Giovanni” – la sua terra, il suo luogo natale. Questo crisma, malgrado
abbia frequentato i più grandi centri dell’arte del suo tempo, Firenze e
Roma, rimane fondamentale nella sua identità. Il senso più puro del
progetto Uffizi diffusi e della sua estensione, Terre degli Uffizi, è
risvegliare la coscienza artistica dei cittadini nei confronti delle
proprie glorie, del proprio patrimonio. Nessuno più di Giovanni da San
Giovanni incarna questo valore, e il ritorno di così tanti capolavori
nella città da cui era partito per imparare e raccogliere la gloria
altrove, è un evento storico, una festa per tutti/.”//
*Il presidente della Fondazione CR Firenze Luigi Salvadori: */“Saluto
con orgoglio – dichiara il Presidente di Fondazione CR Firenze Luigi
Salvadori – l’ultima mostra del terzo ciclo di questo bellissimo
progetto che abbiamo ideato e promosso assieme al più importante museo
del nostro Paese. Una iniziativa che, in tre anni, ha valorizzato luoghi
e collezioni meno note, ha contribuito a decentrare i flussi turistici,
e ha decisamente incrementato le presenze nei luoghi che hanno ospitato
complessivamente ben 19 esposizioni temporanee. Tra i molteplici motivi
della nostra soddisfazione mi piace aggiungere il valore che ha, per il
territorio, il lavoro di squadra tra importanti realtà private e
istituzioni pubbliche attorno ad una produzione culturale di assoluto
rilievo come lo è questo importante evento espositivo”./
*Il sindaco di San Giovanni Valdarno Valentina Vadi: */“Per il Comune di
San Giovanni Valdarno – ha dichiarato il sindaco Valentina Vadi – è un
onore far parte, per il secondo anno consecutivo, di Terre degli Uffizi
perché siamo riusciti ad entrare, ormai in maniera strutturale, in un
circuito espositivo di prestigio regionale ideato e realizzato da Le
Gallerie degli Uffizi e Fondazione CR Firenze, riuscendo a dare,
finalmente, una mission espositiva definita al nostro museo civico più
rilevante, il Museo delle Terre Nuove, e perché, senza dubbio, anche
questa mostra dedicata a Giovanni Mannozzi e ai suoi legami con la
committenza medicea, richiamerà visitatori costituendo uno strumento di
valorizzazione e promozione importante per il nostro territorio, come
già accaduto per la mostra dedicata a Masaccio e Beato Angelico. Un
altro aspetto che l’esposizione valorizza è la naturale connessione con
la città di San Giovanni Valdarno e con le opere dello stesso artista
qui conservate: primi fra tutti i dipinti custoditi nel Museo della